lunedì 2 ottobre 2023

#MustToRead: Anna dai capelli rossi - Seconda Parte

La volta precedente abbiamo parlato del primo volume di una delle saghe più belle della letteratura internazionale: quella di Anna dai capelli rossi. Oggi andiamo avanti con il suo secondo volume, dal titolo “Anna di Avonlea”, o anche “L’età meravigliosa”.

L’anno successivo alla pubblicazione del primo romanzo, quindi stiamo nel 1909, la Montgomery fa uscire il secondo e questa rapidità fa pensare che la seconda parte fosse già pronta.
La conferma di questa tesi arriva dai diari della stessa autrice che aveva già in mente la storia di Anna adolescente/giovane adulta prima di quella da bambina.

“Anna di Avonlea” viene scritto dall’ottobre 1907 all’agosto 1908, con il primo capitolo fresco di stampa in tutte le librerie.
Se la prima dedica è nei confronti dei genitori defunti dell’autrice, la seconda è rivolta ad Hattie Gordon Smith: la sua insegnante.
Possiamo già immaginare che Anna non verrà più considerata l’orfanella presa in affidamento, ma una futura insegnante a tutti gli effetti.

“L’insegnante precedente aveva abituato i bambini a farsi trovare al proprio posto, perciò quando Anna entrò fu accolta da una fila ordinata di visetti allegri e di occhi indagatori. Appese quindi il cappello e affrontò i suoi allievi, sperando di non sembrare spaventata e sciocca come in realtà si sentiva, e che loro non si accorgessero che stava tremando.”

Credits: qui
Anna comincia il suo primo anno come insegnante di Avonlea con un metodo educativo che fa storcere la bocca agli abitanti più anziani: non sono previste punizioni corporali, né umiliazioni psicologiche, al contrario: il rapporto che Anna instaura con i suoi alunni è basato sul dialogo e sul divertimento.     
Le lezioni sono vivaci e così facendo la mente degli studenti è sempre attiva e non si disperde in pensieri poco consoni a un ambiente scolastico. Almeno, per la maggior parte di loro, perché gli indisciplinati continuano a esistere come nel caso di Antony Pye che non si discosta tanto dalla definizione che gli abitanti del posto hanno dato alla sua famiglia: terribilmente odiosa.
Sotto la presenza di Anna, però, sono tutti ben messi in riga dimostrando così che il rispetto non si ottiene con le minacce ma dimostrando connessione ed empatia.

Come tutti gli insegnanti, anche Anna si rivede in uno di loro: Paul Irving che prende fin da subito in simpatia. Il ragazzino è fantasioso, creativo, positivo, dinamico e molto intelligente, tanto che Anna lo definisce un “piccolo genio”.

“«A me piacerebbe poter aggiungere al mondo un po’ di bellezza» disse Anna con voce sognante. «Non si tratta esattamente di alimentare la conoscenza, anche se riconosco che è la più nobile delle ambizioni, far sì che tanta gente abbia momenti di felicità o piccole gioie che non avrebbe avuto se non ci fossi stata io»
«Credo che tu stia già realizzando la tua ambizione ogni giorno» disse Gilbert con ammirazione.”

Insomma, Anna entra nel cuore dei bambini ma non solo, perché assieme a Gilbert Blythe e agli altri giovani del paese entrano a far parte del Circolo ricreativo e l’Associazione per il Miglioramento di Avonlea, facendosi così promotori di un grande cambiamento per l’epoca: il villaggio non sarà più riconosciuto come rurale e ignorante, ma come un luogo dove le idee e le innovazioni prolificano senza troppi intoppi.     
Anna e Gilbert cominciano così a essere considerati leader della nuova comunità che si sta creando e che darà molte più opportunità alle nuove generazioni.


“«Io… ho fatto un’altra cosa oggi» disse Davy a bassa voce. «Adesso mi dispiace anche di quella e ho paura a dirtela. Non ti arrabbierai tanto, vero? E non lo dirai a Marilla?»
«Non lo so, Davy. Forse dovrò dirglielo, ma credo di poterti assicurare che non lo farò se mi prometterai che non lo rifarai mai più, di qualsiasi cosa si tratti»”

Marilla intanto è rimasta da sola – se consideriamo che Anna ha un lavoro a tempo pieno – ma le sue giornate vengono di nuovo vivacizzate dall’arrivo in casa di due bambini rimasti da poco orfani: i gemelli Davy e Dora, anche se di gemello non hanno nulla, essendo diversissimi sia fisicamente che caratterialmente. Il primo è esuberante, impulsivo e diretto; la seconda molto più pacata. Questo fa in modo che l’anziana signora non sappia proprio come prendere il maschio, che si avvicina moltissimo ad Anna, la quale lo tratta sempre con garbo e gentilezza, anche quando lo sgrida per le sue numerose birichinate.

“Questo dev’essere il nascondiglio degli elfi malvagi» sussurrò Anna. «Sono perfidi e cattivi, ma non possono farci del male, perché in primavera non hanno poteri. Dietro quel vecchio abete contorto ne ho visto uno che ci spiava, e poi avete visto quanti ce n’erano sopra quel grosso fungo velenoso quando siamo passate? Le fate invece si nascondono sempre in posti luminosi»
«Sarebbe bello se le fate esistessero davvero» disse Jane. «Non vi piacerebbe farvi esaudire tre desideri da loro… o anche soltanto uno? Voi cosa chiedereste, ragazze? Io di essere ricca e bella e intelligente»
«Io di essere alta e magra» disse Diana.
«Io vorrei essere famosa» disse Priscilla.
Anna pensò ai suoi capelli, ma poi considerò che non ne valesse la pena e cambiò idea.
«Io desidererei che fosse sempre primavera, nei cuori e nelle vite di tutti» disse.”

La vita va avanti anche per la migliore amica di Anna, Diana, che abbandona in modo definitivo l’età della fanciullezza quando si fidanza ufficialmente con Fred Wright.     
Anna non sa come prendere la notizia: lei sogna per sé un amore romantico, avventuroso, che faccia fare follie e che sia totalmente inaspettato. Amando moltissimo la sua migliore amica le augura di vivere nella realtà la stessa sua fantasia, ma Diana sembra essere molto più con i piedi per terra e dopotutto ciò che conta è la felicità che esce negli occhi dell’amica quando parla o vede Fred, questo basta.

Certo, questa notizia arriva effettivamente come un fulmine a ciel sereno, considerando il fatto che Anna, Diana e la piccola compagnia attiva dai tempi della scuola, ancora sogna di fate e creature fantasiose, tutte alimentate dalla fervida immaginazione di Anna.

“«Se ho capito bene, Gilbert Blyhte andrà all’università in autunno» disse Marilla tutto d’un fiato. «Vorresti andare anche tu, Anna?»
Anna alzò lo sguardo dai compiti, sbalordita.
«Certo che vorrei, Marilla, ma non posso»
«Io credo invece che sia possibile e ho sempre pensato che dovessi farlo. Non mi è mai piaciuto pensare che ci avessi rinunciato a causa mia»”

Credits: Pinterest
Anche in questo volume passano due anni, Anna e Gilbert non hanno abbandonato l’idea di proseguire con gli studi: i soldi che hanno guadagnato come insegnanti, infatti, vengono messi da parte nel fondo universitario.

Una volta che la cifra è stata quasi raggiunta, Anna si rende conto che la sua partenza è più che imminente ma è ancora una volta bloccata dal pensiero di lasciare sola Marilla, questa volta con due gemelli a cui badare.

Il tempo, però, sistema ogni cosa. Il marito di Rachel Lynde – storica vicina e amica dei Cuthbert – muore a seguito di una malattia e la vedova, non volendo rimanere in una grande casa da sola, è costretta ad abbandonare Avonlea per trasferirsi dalla figlia.
Dopo una lunga chiacchierata tra lei e Marilla, le due donne decidono di vivere insieme a Green Gables e accudire così Davy e Dora.
Anna è libera di proseguire gli studi e assieme a Gilbert si iscrivono all’Università di Redmont. La prima continuerà con gli studi classici (nel frattempo ha anche provato a riprendere in mano i suoi racconti), mentre il secondo si iscriverà a medicina.

“Non appena Anna ebbe pronunciato le parole ‘casa dei tuoi sogni’, la sua immaginazione si mise al lavoro per costruirne una tutta per sé. Ovviamente il padrone di casa era un uomo dall’aspetto cupo, malinconico e fiero, ma per qualche motivo accanto a lui continuava a spuntare sempre fuori Gilbert Blythe, che l’aiutava ad appendere i quadri, a progettare il giardino e a sbrigare tutta una serie di faccende che l’eroe malinconico e orgoglioso evidentemente non considerava degne della sua attenzione. Anna tentò più volte di scacciare Gilbert dal maestoso castello spagnolo che andava immaginando, ma lui si ostinava a rimanere e quindi, poiché non aveva molto tempo, lasciò perdere e completò la costruzione della sua ideale casa dei sogni, mobilio compreso, prima ancora che Diana riprendesse a parlare.”

Nei due anni passati a stretto contatto, Gilbert ha aumentato il suo amore nei confronti di Anna, mentre la seconda lo ha sempre visto come un grande amico, almeno fino a poco prima della partenza per la Redmont.

Anna, infatti, in un frangente di secondo durante una chiacchierata con la sua migliore amica, sente qualcosa di strano all’interno del suo cuore. Immagina la sua vita ideale, il suo futuro romantico accanto a un uomo tanto tenebroso quanto affascinante, e il suo inconscio lo fa corrispondere proprio alla descrizione del suo vecchio amico.
Incurante di questo come segnale che ci sia qualcosa di più che una semplice amicizia, Anna liquida il tutto come un pensiero sciocco, senza alcuna importanza.

Eppure durante un
’altra chiacchierata, questa volta proprio con Gilbert, Anna sente il suo cuore sussultare, guarda il volto del ragazzo accanto a lei e nota qualcosa di più, anche se non sa spiegarsi cosa sia.     
Per tutta risposta, però, Gilbert vede la ragazza guardarlo e arrossire e sorride, ora consapevole di avere una speranza. Questo alleggerisce il pensiero dei suoi anni universitari di medicina, dalle aspettative non più così tanto faticose.

I grandi romantici, insomma, dovranno per forza proseguire la lettura del terzo volume.  

Nessun commento:

Posta un commento