In questi giorni, così come in tanti altri nella vita di chi sta scrivendo questo articolo, ci stiamo sempre di più addentrando nei fumetti e nella mitologia che costruisce l’impalcatura della loro storia. Il viaggio dell’eroe, nonostante questo possa essere super, non si discosta poi molto da quelle che sono state altre storie e altri racconti. Ciò di cui vogliamo parlare oggi costituisce una pietra miliare perché riesce a fondere in sé mitologia cristiana/ebraica e super-io. Un incontro filosofico che ci permette di ragionare ulteriormente sulla nostra esistenza e sulla natura stessa degli esseri umani.
Per farlo è quasi doveroso partire dall’attenta analisi che Tarantino inserisce tra le labbra di Bill, nel suo colossal cinematografico. Siamo agli sgoccioli di Kill Bill, lo scontro finale si può saggiare già sulla punta della lingua, eppure il tempo si ferma per poter permettere al siero della verità di fare il suo effetto su Beatrix. La moglie che deve vendicarsi su ciò che l’uomo che amava le ha fatto, un uomo che cerca di trovare il giusto modo per poter scampare all’inevitabile. Così, i due si salutano, parlando di Superman e di ciò che si nasconde dietro il primo supereroe dei fumetti:
“Dunque, l’elemento fondamentale della filosofia dei supereroi è che abbiamo un supereroe e un suo alter-ego: Batman è di fatto Bruce Waine, l'Uomo Ragno è di fatto Peter Parker. Quando quel personaggio si sveglia al mattino è Peter Parker, deve mettersi un costume per diventare l'Uomo Ragno. Ed è questa caratteristica che fa di Superman l’unico nel suo genere: Superman non diventa Superman, lui è nato Superman, quando Superman si sveglia al mattino è Superman, il suo alter-ego è Clark Kent. Quella tuta con la grande "S" rossa è la coperta che lo avvolgeva da bambino quando i Kent lo trovarono, sono quelli i suoi vestiti; quello che indossa come Kent, gli occhiali, l’abito da lavoro, quello è il suo costume, è il costume che Superman indossa per mimetizzarsi tra noi. Clark Kent è il modo in cui Superman ci vede; e quali sono le caratteristiche di Clark Kent?! È debole, non crede in sé stesso ed è un vigliacco. Clark Kent rappresenta la critica di Superman alla razza umana. Più o meno come Beatrix Kiddo è la moglie di Tommy Plympton”.
L’incontro tra divino e umano, di conseguenza, appare lampante non appena si leggono queste parole, ma le sue radici risiedono in mitologie ben più profonde e familiari ai più. Se, dunque, da una parte possiamo leggervi una critica alla natura umana e di conseguenza alla caducità della vita, dall’altra non possiamo ignorare quanto di divino ci sia in questa maschera.
Nel nome originario del nostro eroe, ovvero Kal-El, molti studiosi ne hanno trovato le tracce ebraiche: El, abbreviazione di Elohim, significa proprio Dio. La sua prestanza fisica, la sua forza una volta disceso sulla Terra, lo fanno in tutto e per tutto assomigliare a un Golem. Il gigante di argilla appartenente al folklore ebraico medievale, infatti, era una massa informe (materia grezza o embrionale) che doveva essere plasmata per poter rivelare la sua vera forza. Per gli ebrei essa è la stessa materia di cui era fatto Adamo, prima che Dio gli infondesse l’anima e che per tanto lo formasse per poter essere uomo. Kal-El, da Krypto, viene spedito sulla terra nella sua piccola capsula che non è poi così dissimile da un utero o da un’incubatrice. Arriva sul nostro pianeta e viene educato alla mortalità e all’umanità dai Kent. Il suo “farsi uomo” è paragonabile a ciò che i cristiani, al contrario degli ebrei, sostengono sulla venuta del Messia.
Un eroe che, di conseguenza, riesce a racchiudere in sé le caratteristiche archetipiche della mitologia. Non appare come un caso sé, in tal senso, si vuol analizzare anche il periodo nel quale egli prende vita. Superman fu pubblicato per la prima volta nel 1938, quando la minaccia germanica era ben presente e serviva una narrativa che potesse opporsi a un male ancora invisibile per la società americana. Un nemico che palesemente veniva propagandato come vicino a casa propria, un invasione che presto avrebbe demolito le mura domestiche dei rispettabili cittadini e che per tanto andava combattuto per tempo. Per far ciò si erge, al di sopra di tutto e tutti, un eroe in grado di salvare l’umanità e di proteggerla come solo un angelo salvatore sarebbe stato in grado di fare. In lui, quindi, si riescono a incarnare gli ideali di libertà e di liberazione dall’oppressione del male. Un Messia, di conseguenza, che conosce l’umanità ma che è ben vicino e consiglio di ciò che vuol dire essere divino. Tanto che la sua vera debolezza risiede nell’amore per le donne umane che circondano la vita di Clark Kent: Marta Kent, la madre, e Lois Lane, la compagna, lo rendono volubile e incline all’errore. Salvando loro due, via via, diviene sempre un po’ più umano e di conseguenza cedevole.
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