Dal 28 settembre è arrivato, nelle sale italiane, “The Creator” un film diretto da Gareth Edwards il regista di “Rogue One”, pellicola spin-off della saga di Star Wars. Sottolineiamo il suo più recente lavoro perché non possiamo fare a meno di vedere alcune delle analogie su ciò che ha creato. Ma di cosa parla questa pellicola?
“The Creator” ci porta in un futuro non così tanto lontano: una distopia, per certi versi, che però non si discosta più di tanto da ciò che stiamo vivendo. Siamo a poco più di vent’anni da adesso e la tecnologia ha fatto diversi passi in avanti tanto che le Intelligenze Artificiali hanno un tale grado di avanzamento da essere, in tutto e per tutto, un valido sostegno per gli esseri umani. I robot hanno presto sostituito gli uomini nelle mansioni più comuni, vengono implicati nella sicurezza delle strade tanto quanto nel supporto umano. Vi è un vero e proprio trasferimento di coscienza, così da creare degli essere sensienti in grado di provare tutta una più completa gamma sentimentale.
A causa di un attacco nucleare lanciato su Los Angeles, la cui diretta responsabilità è stata attribuita proprio alle Intelligenze Artificiali, i robot sono costretti a vivere nell’unico continente che offre loro asilo: l’Asia. Si è scatenata una vera e propri guerra che ricorda molto un Vietnam 2.0, in cui gli Stati Uniti attaccano le colonie che vivono in sinergia con le A.I. con la scusa del cercare di scampare a un nuovo disastro nucleare.
In una di queste colonie, un soldato americano vive sotto copertura. Conosciamo, in questo modo, Joshua (John David Washington) e affrontiamo tutto il suo viaggio dell’eroe e tutta l’avventura che lo porterà a cambiare il proprio punto di vista. Ovviamente, non vi accenniamo alla storia, non vogliamo farvi spoiler. Ciò su cui vogliamo concentrarci sono le dinamiche di questa storia e le implicazioni riflessive che induce.
Come abbiamo sottolineato, ci troviamo davanti a una sorta di Vietnam 2.0 in cui l’oriente diventa il nemico perché luogo che fornisce riparo al timore americano. Le A.I. sembrano essere il bersaglio designato per mantenere un qualche tipo di supremazia missilistica. La storia, dunque, al di là dello sviluppo tecnologico si ripete e, allo stesso modo, mostra i propri limiti all’interno della natura umana. Un racconto, quindi, che segna non solo la lotta uomo-macchina, ma anche quella dell’uomo contro uomo.
“The Creator” mostra la facilità con cui gli uomini designano ciò che non possono controllare come prossimo nemico. La lotta, mascherata sotto forma di indottrinamento militare, diviene elemento insito nella natura umana e designare una nuova specie, una nuova minoranza, come quella “cattiva” diventa estremamente semplice. Una pellicola che, quindi, pur affrontando il discorso con la fantascienza riesce a mostrare la realtà dei sentimenti umani.
Quando la tecnologia viene dotata di una coscienza è, forse, meno umana del resto della popolazione? Specie quando gli uomini si dotano di armi e attaccano senza sentir ragione?
A voi le conclusioni!
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