sabato 9 luglio 2022

#Arte: La banana di Cattelan

Quando scriviamo un articolo nella sezione “Arte” amiamo spaziare nel tempo: magari nell’articolo prima parliamo di un quadro del Quattrocento, in quello dopo facciamo un balzo di cinquecento anni. Questo perché ci piace parlare e parlarvi di ciò che cattura il nostro interesse, indipendentemente dalla corrente storica d’appartenenza. Qualche tempo fa avevamo parlato di “Merda d’Artista” di Piero Manzoni come forte opera provocatoria, oggi ve ne proponiamo un’altra che di sicuro non sarà passata inosservata al popolo del web: stiamo parlando di “Comedian” (La banana) di Maurizio Cattelan.

#Pensieri: La chiamo ansia

Stringe la bocca dello stomaco.

Il più delle volte.

Ma in realtà questa è una sensazione nuova, perché fino a poco tempo fa non faceva altro che inglobare e inglobare tutto quello che riuscivo a trovare nel frigo o nella dispensa. Specialmente se al fresco ci stava qualche salume, quale pacco di wurstel, qualcosa da consumare rapidamente e magari silenziosamente.

La chiamo ansia, perché altri volti non sono mai stata in grado di dargliene. È una sensazione, come mille altre, ma è improvvisa e più subdola. Arriva quando meno te l’aspetti, perché sta lì e… in un certo senso è come se aspettasse e sapessi quando emergere.

Muta nel corso del tempo. Cambia pelle esattamente come lo fai tu. Forse, addirittura, cresce insieme a te. E non per dimensioni, cresce e basta perché ti accompagna e ti tiene la mano. Ti osserva, ti sorride, ti guarda negli occhi più spesso di quanto tu riesca a fare con il tuo stesso riflesso. Eppure è lì. Lo sai. La vedi.

venerdì 8 luglio 2022

#Metafisica: Nowhere man

Ci sono canzoni più esplicite e altre che fanno sorgere il loro significato più profondo dopo vari ascolti, come nel caso di “Nowhere man” dei Beatles.
Il brano è contenuto nell’album “Rubber Soul”, uscito nel 1965 ed è così profondamente legata al suo autore John Lennon (anche se ovviamente accreditata Lennon/McCartney, perché come diciamo sempre non credevano nella divisione dei beni) da essere presa come spunto per il titolo del film “Nowhere Boy”, dedicato all’adolescenza di John stesso.
Come accaduto per “I’m The Warlus”, i versi possono sembrare privi di senso ma bastano poche nozioni di meditazione e spiritualità per rendere il tutto molto più semplice.
Attenzione: tradurre letteralmente “Nowhere man” è molto difficile, noi abbiamo optato per: “l’uomo senza luogo”.
Come sempre quando stiamo nella categoria Metafisica non vi parleremo dei significati che Lennon stesso o i fan più ossessivi hanno dato alla canzone. Vi parleremo solo ed esclusivamente di quelli più nascosti, probabilmente solo nostri personali. 

#Cinema&SerieTv: The Good Doctor

I medical drama hanno più o meno tutte le stesse caratteristiche: il lato emotivo dei pazienti che spinge alla riflessioni e le relazioni interpersonali tra i medici per dare quella nota romantica alla narrazione. Succede in Scrubs, in Grey’s Anatomy e non poteva mancare nella serie “The Good Doctor”. Disponibile su Netflix, non apporta nulla di nuovo nel panorama della serialità, però un dettaglio ha catturato il nostro interesse: il concetto di disabilità. È una serie nata da David Shore ed è basata sulla serie tv sud Coreana Good Doctor. In questo articolo parliamo di ciò che accade, nel complesso, nella prima stagione.

Nella serie seguiamo il percorso dello specializzando Shawn Murphy (Freddie Highmore), un giovane ragazzo autistico che sta lavorando come apprendista chirurgo al San Jose, St. Bonaventure Hospital. All’interno dell’ospedale, il futuro chirurgo darà prova della sua intuitività e la sua attenzione ai dettagli il più delle volte gli permetteranno di salvare delle vite. Fin qui nulla di diverso, ma già dalle prime puntate emerge il punto focale del medical drama: sarà un buon chirurgo? I colleghi sin da subito manifestano ostilità nei suoi confronti, per lo più i suoi superiori, non ritenendolo in grado di poter gestire un lavoro così delicato. Lo bistrattano in tutti i modi, fino a quando non si rendono conto di essere animati per lo più da pregiudizi: Shawn è bravo come tutti gli altri. Le sue diagnosi non sono sempre perfette, ma le sue intuizioni spesso aiutano il resto dello staff nel loro lavoro. Superate le prime avversioni tra i colleghi, emerge un altro nodo da sciogliere: il rapporto con i pazienti.

giovedì 7 luglio 2022

#Anime: Come finisce Inuyasha?

Era il lontano, lontanissimo ormai, 2001 quando per gli appassionati di cartoni animati giapponesi c’era un appuntamento imperdibile su MTV: l’Anime Night. Noi passavamo le serate in compagnia di Full Metal Alchemist, Death Note, Black Lagoon, Full Metal Panic e tanti altri. Tra questi, uno che aveva colpito particolarmente la nostra attenzione era sicuramente Inuyasha. Oggi vogliamo parlavi di quest’ultimo, concentrandoci in particolare sulle ultime puntate che hanno messo la parola fine alla storia del demone cane e di Kagome.

#Personaggi: Ringo Starr

In un mondo di John e di Paul io sono Ringo Starr” canta Riccardo Zanotti, frontman dei Pinguini Tattici Nucleari nel brano “Ringo Starr”.

Sir. Ringo Starr, che oggi compie ottantadue anni, è visto ancora come il membro dimenticabile dei Beatles, talvolta inutile, sicuramente una figura di poco rilievo.
E pensare che anche semplicemente per il suo ruolo di batterista che ricopre il nostro Ringo, tecnicamente potrebbe essere considerato tranquillamente il membro più importante della band.
Questo però viene dimenticato fin troppo spesso, e fin troppo spesso ancora oggi a distanza di cinquantadue anni dallo scioglimento della band il punto di vista collettivo su questo personaggio non è affatto cambiato; è per questo che siamo particolarmente felici di pubblicare questa biografia.
Non ci aspettiamo di cambiare il pensiero di milioni, ma di certo vogliamo dare il nostro piccolo contributo e parlare dell’affetto che proviamo per Richie che, piccolo e insignificante fun fact, è al quattordicesimo posto nella lista dei 100 Migliori Batteristi di Tutti i Tempi rilasciata nel 2016 da Rolling Stone.
Mica pizza e fichi, diremmo a Roma.
Ringo Starr e sua madre

mercoledì 6 luglio 2022

#Pensieri: Nei giardini che nessuno sa

La categoria Pensieri è altamente emotiva, ogni pagina virtuale scritta sotto la sua etichetta è carica di emozioni intense, spesso del tutto contrastanti.
Solitamente scrivo in Pensieri quando una mia ferita emotiva è quasi del tutto cicatrizzata. Ho scritto di argomenti forti dopo anni che sono avvenuti, proprio perché metterli per iscritto è più semplice se il male è stato curato.
Questa volta no. Questa volta affronto la ferita emotiva gettandole il sale quando ancora sanguina incontrollata. Forse ci sarà una punta di vittimismo o di autocommiserazione, perché a volte proprio non riusciamo ad accettare che tutto serve per la nostra crescita.
Cercherò comunque di non entrare nei dettagli, perché lo sapete, sebbene stia pubblicando un pezzo di me, rimango sempre sul riservato.

Dal titolo della canzone di Renato Zero: “I giardini che nessuno sa” si può evincere quanto questo articolo parli di un lato di me (il giardino lo associo sempre alla cura dell’inconscio) che nessuno, io compresa, conosce. Una sorta di Giardino Segreto dell’anima, la parte che è ancora da mettere in ordine ma che allo stesso tempo mi spaventa affrontare. Vorrei avere il coraggio di Mary per poterlo fare, e forse sto scrivendo proprio per trovarlo.