La
canzone che troviamo letteralmente ovunque è “Non si nomina Bruno”, direttamente dal nuovo cartone animato della
Disney “Encanto”. Oggi non parliamo
del film, lo abbiamo già fatto qui, ma proprio della canzone sopracitata e di
quanto le voci che mettiamo in giro abbiano un negativo impatto sulla persona.
È
immediato il collegamento a un altro film presente su Disney+, ovvero a “Luca”.
Lì il riferimento a “Bruno” era un
pensiero negativo, alla vocina interiore che ci scoraggia e butta giù, quindi
cosa dicevano i due protagonisti della serie? “Silenzio, Bruno”. Zittire quei pensieri che non riescono a farci
abbandonare le nostre zone comfort per aprirci al nuovo non è poi tanto diverso
dallo scacciarle. Come se le nostre paure portino sfortuna alla vita che
vogliamo.
Bruno,
nel film “Encanto”, non è altro che il simbolo del male, la vittima del marchiare qualcuno perché diverso. Il suo potere sembra
condizionare completamente la sua esistenza. Unico figlio maschio di Abuela, è
anche quello che ha avuto il dono peggiore. Un po’ come una Cassandra moderna, il poveretto non può
che ritirarsi a guardare da lontano la propria famiglia che lo rinnega in tutti
i modi. La prima parte della canzone viene cantata da zia Pepa, la Madrigal in grado di controllare i fenomeni
metereologici.