giovedì 16 ottobre 2025

#Intervista: Aika Avonlea

La settimana scorsa abbiamo parlato del libro “La locanda Nakamura – Il patto dei sette” di Aika Avonlea, e oggi abbiamo il piacere di pubblicare la sua intervista, nata dal tempo trascorso insieme alla presentazione del suo libro alla biblioteca Moby Book di Roma e a seguito della lettura del suo romanzo.


Aika Avonlea è una scrittrice di quarantanove anni. Dopo il diploma acquisito al Liceo Artistico, continua il suo percorso nellarte: segue un corso di teatro professionale, prende lezioni di canto e frequenta un corso di danza contemporanea. Si iscrive a stage teatrali e inizia a lavorare come modella pubblicitaria per un’agenzia.
Inizia a frequentare l’Università per tre anni, quando decide poi di accettare un lavoro a tempo indeterminato e chiudere così il suo ciclo di studio.
La lettura e il disegno sono però i suoi interessi maggiori, che manifesta con la scrittura. Il suo primo libro pubblicato è una raccolta di racconti dal titolo “Racconti dal Giappone”. Espone anche i suoi disegni, soprattutto ritratti della donna con l’intento di riportare allo spettatore un’idea di femminilità e grazia.

Ciao Aika e grazie mille per aver accolto il mio invito su 4Musesblog. Parto sempre con il chiedere come ti sei avvicinata alla letteratura e come hai capito che dovevi scrivere…


Ciao Francesca, grazie a te per l’interesse. Mi sono interessata alla letteratura in terza media, lessi “Il vecchio e il mare” e da lì non ho più smesso di leggere. La forza evocativa delle parole mi attirava in un mondo meraviglioso, così mi cimentai dall’età di vent’anni, in poesie e piccoli racconti. Nel 2021 mi sono immersa nel filone dei racconti giapponesi guidata da una sorta di richiamo, ed è così che è nato il mio primo libro “Racconti dal Giappone”. Non riesco a scrivere altro che non appartenga al Sol Levante, come se quelle persone (non personaggi) mi chiedessero di tornare in vita. Mentre scrivo mi emoziono, piango e rido con loro in un coinvolgimento totale.

Il tuo primo lavoro è una raccolta, chiamata appunto “Racconti dal Giappone”, dove troviamo quattro racconti diversi ambientati tutti nel Giappone anni ’80, che è lo stesso scenario e tempo che ritroviamo anche ne “La locanda Nakamura – Il patto dei sette”. Dalla presentazione ho capito che hai un particolare legame con il Giappone, e ne parleremo dopo, ma come mai la scelta degli anni Ottanta?

Sono gli anni che ho vissuto da ragazzina. Anni in cui le persone erano spontanee e semplici, in cui ci si ascoltava più a fondo e si avevano relazioni dirette e autentiche, oggi trovo che la maggior parte delle persone siano costruite e lontane dall’essere empatiche.

Tornando al Giappone, c’è un legame fortissimo con questo Paese, ti va di parlarne anche qui?

Fin da piccola le persone mi domandano se abbia origini giapponesi. A diciassette anni sono diventata buddista e lì ho potuto assaggiare quella cultura. Scrivendo mi sono documentata in modo approfondito e trovo che la maggior parte del loro modo di essere aderisce al mio, ci sono molti elementi che mi appartengono da sempre che oggi ho saputo essere giapponesi. (Da piccola contavo l’età delle persone dal concepimento; sono sempre stata legata ai numeri 3,7,5; amavo mangiare riso nelle ciotole; il sole per me è fondamentale; la colazione è il pasto più importante…)

Durante la presentazione hai detto che i personaggi ti sono venuti a trovare, li hai visti vividamente, come in una proiezione. Posso capirti alla perfezione, visto che è successo più o meno così anche a me. (Nel mio caso i personaggi mi mandavano come una sorta di ricordi, come se avessi vissuto tutto proprio insieme a loro). Nel libro, sono incorporati i tuoi disegni dei personaggi. Ti vorrei quindi chiedere: hai prima scritto e poi disegnato – o viceversa – o invece sono stati processi avvenuti più o meno in contemporanea, come se l’uno aiutasse l’altro?


Sì, ho avuto e continuo a visualizzare immagini, volti, parole. Molto forte è la sensazione viva che ho mentre scrivo. Spesso mi sembra di trascrivere qualcosa che devo mettere su carta in modo urgente. Le storie, i nomi, mi arrivano, emergono senza che io programmi l’argomento del racconto, la storia può emergere da una frase, un nome, una città, un cibo come fossero indizi. Il disegno viene dopo la scrittura o durante.

Da Millennial, sono classe ’89, non posso non chiedertelo: quali anime o manga rimangono ancora oggi vivi nel tuo cuore?

Stupenda domanda! Non ho mai smesso di guardare cartoni animati. I miei cartoni del cuore sono Anna dai capelli rossi, L’incantevole Creamy, Cara Dolce Kyoko, E’ quasi magia Johnny, Prendi il mondo e vai, Dolce signora Minù, Hallo Spank, Trider G7, Starzinger, Hilary, Ranma, i Puffi, Occhi di Gatto…Devo continuare?!

Hai progetti per il futuro che ti va di condividere con noi?

Ho scritto una raccolta di racconti che attendono di essere pubblicati, sono una scrittrice in cerca di editore! In questo periodo scrivo del mondo del lavoro in Giappone e di quello scolastico. Desidero sempre dare leggerezza e calore a chi mi legge, infondere speranza e fiducia. 

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