Le più grandi tradizioni italiane hanno a che fare con il ciclo agricolo e a questo non si sottrae la sempre più chiacchierata festa di Halloween.
Negli articoli precedenti abbiamo parlato delle origini di molte tradizioni che ancora oggi compiono nel Nord Europa o negli Stati Uniti per Halloween. Oggi vediamo meglio quelle italiane legate per lo più alla Commemorazione dei Morti.
In Puglia nella notte tra il 1° e il 2 novembre i bambini si svegliano con una calza piena di dolci, frutta secca e addirittura piccoli doni ai piedi del loro letto. Chi mai avrà riempito la calza – tradizionalmente fatta a mano ai ferri o all’uncinetto, ma che oggi possono trovare anche di disposizione nei negozi – con tutte queste squisitezze? Beh, i morti, che domande.
Questa tradizione ha come obiettivo antico la connessione con i defunti della propria famiglia che rimangono sempre vigili e attenti ai problemi quotidiani, nutrendo, coccolando e viziando anche gli eredi che non hanno potuto conoscere. I bambini si ritrovano così a instaurare un rapporto con gli antenati, per non dimenticare mai le proprie origini e il loro valore.
Rimaniamo sempre nella stessa regione, con un altro dolce, il Cice Cuòtte, Grano dei Morti. Il dolce è a base di grano bollito ai quali si possono aggiungere melograno, vincotto, noci, cioccolata o altri ingredienti simbolici tipici della stagione autunnale. Il dolce veniva consumato in famiglia, dopo che i più piccoli avevano finito di recitare filastrocche in onore dei defunti, come segno di ringraziamento.
Ogni 1° novembre la tradizione viene rafforzata, soprattutto a Sant’Agata di Puglia, dove si celebra la Sagra re li Cicce Cuòtte.
Il ciclo agricolo dell’autunno promette la rinascita dopo la morte: a questo si deve il raccolto del grano, ma anche il frutto del melograno: simbolo per eccellenza di fertilità, fortuna, abbondanza ma anche di rinascita e rigenerazione. Proprio per questo in epoca pagana era strettamente collegato alle dee Afrodite, Era, Demetra e Persefone, quest’ultima legata all’Oltretomba come dea dell’Ade dopo averne mangiato i semi.
La differenza che possiamo avere con il resto del mondo è che qui sicuramente il periodo ha molti meno riscontri consumistici, almeno per ora...
Negli articoli precedenti abbiamo parlato delle origini di molte tradizioni che ancora oggi compiono nel Nord Europa o negli Stati Uniti per Halloween. Oggi vediamo meglio quelle italiane legate per lo più alla Commemorazione dei Morti.
In Puglia nella notte tra il 1° e il 2 novembre i bambini si svegliano con una calza piena di dolci, frutta secca e addirittura piccoli doni ai piedi del loro letto. Chi mai avrà riempito la calza – tradizionalmente fatta a mano ai ferri o all’uncinetto, ma che oggi possono trovare anche di disposizione nei negozi – con tutte queste squisitezze? Beh, i morti, che domande.
Questa tradizione ha come obiettivo antico la connessione con i defunti della propria famiglia che rimangono sempre vigili e attenti ai problemi quotidiani, nutrendo, coccolando e viziando anche gli eredi che non hanno potuto conoscere. I bambini si ritrovano così a instaurare un rapporto con gli antenati, per non dimenticare mai le proprie origini e il loro valore.
Rimaniamo sempre nella stessa regione, con un altro dolce, il Cice Cuòtte, Grano dei Morti. Il dolce è a base di grano bollito ai quali si possono aggiungere melograno, vincotto, noci, cioccolata o altri ingredienti simbolici tipici della stagione autunnale. Il dolce veniva consumato in famiglia, dopo che i più piccoli avevano finito di recitare filastrocche in onore dei defunti, come segno di ringraziamento.
Ogni 1° novembre la tradizione viene rafforzata, soprattutto a Sant’Agata di Puglia, dove si celebra la Sagra re li Cicce Cuòtte.
Il ciclo agricolo dell’autunno promette la rinascita dopo la morte: a questo si deve il raccolto del grano, ma anche il frutto del melograno: simbolo per eccellenza di fertilità, fortuna, abbondanza ma anche di rinascita e rigenerazione. Proprio per questo in epoca pagana era strettamente collegato alle dee Afrodite, Era, Demetra e Persefone, quest’ultima legata all’Oltretomba come dea dell’Ade dopo averne mangiato i semi.
La differenza che possiamo avere con il resto del mondo è che qui sicuramente il periodo ha molti meno riscontri consumistici, almeno per ora...

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