venerdì 17 ottobre 2025

#Costume&Società: Rivoluzioni silenziose - Come cambiano davvero i costumi quando nessuno guarda?

Ci sono tanti tipi di rivoluzioni, ma quelle che fanno davvero rumore e cambiano del tutto l’assetto della società sono sicuramente le più silenziose. È un po’ come il famoso detto: “goccia dopo goccia anche l’acqua scava la roccia”.


I piccoli, grandi, cambiamenti sono quelli che non si trovano sui giornali, non si annunciano sui post dei social, eppure prendono sempre più piede, perché nascono nel nostro quotidiano, ne assaporiamo i benefici e mostriamo al meglio la nostra luce, così è inevitabile che, invogliati dall’esempio di pace e calma che mostriamo, anche gli altri ci chiedano qual è il nostro segreto.

Visto che ultimamente si riferiscono a me come la calma fatta persona, e visto che nel mio passato ho avuto il disturbo d’ansia generalizzato, paranoie e attacchi di panico, chi meglio di me può spiegare che il cambiamento è possibile, e che l’ho ottenuto proprio grazie al silenzio?
  
Tutto è nato con la Pandemia. Il 2020 è stato il mio anno 0, lo spartiacque che ha segnato la mia vita in prima del lockdown a dopo il lockdown. Sono passata dall’avere mille impegni, ad averne zero e ho riscoperto così il piacere della calma, di prendermi tutto il tempo necessario per le mie azioni quotidiane. Ho vissuto quei mesi cercando di calibrarmi sul mio ritmo biologico e quando a maggio abbiamo ripreso con le nostre vite, ho portato la calma dentro di me. Non importa se dovevo svegliarmi un’ora prima per andare a lavoro: era importante in modo che potessi fare colazione, doccia, truccarmi in modo più rilassato e non iniziare la giornata già con lo stress alle stelle.
Nel saggio “Accelerazione e alienazione” di Hartmut Rosa, lo psicologo tedesco parla proprio di come nella società di oggi viviamo sì più esperienze rispetto a quelle passate, ma lo facciamo senza consapevolezza, come se non riuscissimo mai a entrare in quel momento presente, ma le vivessimo sempre come semplici spettatori.

Antropologicamente parlando i riti sono strumenti per marcare transizioni, dare identità e coesione, ed è per questo che ho cominciato a vedere la mia vita come un eterno rito: dal momento in cui mi alzo al mattino a quello in cui vado a dormire. Certo, non è un qualcosa di assoluto o chiuso, ma è sicuramente un metodo che mi ha aiutata a rendere importante persino l’alzare la serranda, sorridendo con fiducia alla vita anche quando fuori è buio o impazza un temporale.

Assaporando il tempo si cerca anche di avere più tempo per sé. Presto le uscite tanto per sono state sostituite dalle serate di qualità, con persone che davvero valgono. Perché passare del tempo con qualcuno che non si apprezza sul serio, che ci abbassa energicamente, quando si potrebbe fare qualsiasi altra cosa? Come anche imparare un nuovo hobby – nel mio caso è stato il ricamo – o approfondire un argomento di cui non si sa abbastanza. Spesso si sta male anche per le persone che frequentiamo, che abbiamo accanto che non risuonano con la nostra energia.

In questa ottica diventa necessario circondarsi di persone che siano al nostro stesso livello – non che esista un superiore o inferiore – e che ci accrescano sempre di più. Assicuro che molta della mia calma deriva proprio da tutti loro. Continuo a rimanere selettiva nelle mie amicizie, eppure per assurdo queste si sono moltiplicate e la vita mi ha donato persone piene di luce, risolute, pronte ad aiutare, dirette e senza nascondere i propri pensieri. Insomma, per cambiare la propria vita non si ha necessariamente bisogno di manifestazioni, slogan, annunci da social. Basta rimanere a stretto contatto con il proprio essere fino alla consapevolezza che spesso il “più” non è sinonimo di “meglio”.

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