Così
come i libri e le poesie, anche le canzoni raccontano storie che entrano nella
nostra vita, penetrano in profondità e parlano a ogni fibra del nostro
inconscio. Le canzoni sono la colonna sonora della nostra vita, soprattutto
quelle dei nostri artisti preferiti.
Le ascoltiamo a ripetizione, centinaia di volte durante l’anno e anche se le
parole non cambiano, le emozioni sono sempre diverse.
È mia abitudine, fin da bambina, crearmi in testa storie lunghe anni quando
ascolto le mie canzoni preferite. Una di queste è diventata una Fan Fiction
(clicca qui se vuoi leggere Penny Lane) altre sono ancora in attesa di essere scritte e
pubblicate. Una di queste è “Ci vorrebbe il mare”, di Marco Masini.
Pubblicata nel 1990, è a mio avviso la canzone dell’artista toscano più bella;
una delle più belle del panorama musicale negli ultimi trent’anni. Parliamoci
chiaramente: anche Masini rientra tra gli artisti talentuosi più snobbati in
Italia e non a caso è il mio cantante preferito in assoluto. Beh, dai, dopo i
Beatles.
A tre anni cantavo già le sue canzoni, ma è stato durante il primo anno del
liceo che ho riscoperto la sua musica, cantandola con tutto il fiato che avevo
in gola, ma restando quasi ammutolita quando il mio cd “Marco Masini” passava
la traccia numero cinque.
Ascoltavo attentamente ogni verso, chiudendo gli occhi, lasciandomi trasportare
dalle immagini che si creavano nella mia testa e le emozioni che uscivano fuori
dal mio inconscio. Era il 2003 quando realizzai che per me “Ci vorrebbe il
mare” è un inno all'amore inconscio, alla crescita personale, all'amare se
stessi per amare gli altri.
“Ci vorrebbe il
mare che accarezza i piedi mentre si cammina verso un punto che non vedi”
Se
consideriamo il mare come il nostro inconscio, come un qualcosa che sappiamo
che c’è ma che ancora non abbiamo scoperto del tutto, che custodisce i nostri
segreti più profondi, capiamo che l’unico modo che abbiamo per andare verso un
punto, un obiettivo, nella nostra vita è affidarci completamente alla nostra parte
ombra. Quella che ci controlla, ma che noi non riusciamo a controllare.
“Ci vorrebbe il
mare su questo cemento. Ci vorrebbe il sole col suo oro e col suo argento”
Quando
la nostra realtà è statica, quando tutto rimane com’è e lo vediamo fermo, immobile,
come un qualcosa che non riusciamo a cambiare, ci viene in soccorso il mare, la
nostra natura inconscia. È lei che cambia le regole, che mischia le carte sul
tavolo. È la parte di noi che ama il rischio e che ci fa mettere in gioco,
perché è solo seguendo il nostro flusso di corrente che viviamo.
“E per questo amore
figlio di un’estate ci vorrebbe il sale per guarire le ferite dei sorrisi
bianchi fra le labbra rosa a contare stelle mentre il cielo si riposa”
Spesso
viviamo le nostre relazioni rimanendo a riva. Stiamo sdraiati, accanto alla
persona che amiamo, abbiamo l’acqua del mare che ci bagna e guardiamo verso il
cielo, ma non siamo completamente immersi in noi stessi e nell’altro. Siamo
convinti che per avere qualcosa di bello dobbiamo soffrire. Che per guarire una
ferita bisogna gettare del sale, che solo attraverso l’angoscia e l’ansia possiamo
ottenere la tranquillità.
“Ci vorrebbe il
mare per andarci a fondo ora che mi lasci come un pacco per il mondo. Ci
vorrebbe il mare con le sue tempeste che battesse ancora forte sulle tue
finestre”
Ma
la realtà di una relazione non la si vive stando sulla riva. Si deve prendere
per mano l’altra persona, correre verso il mare e lasciarsi andare. Tuffarsi,
perlustrare l’inesplorato, vivere ogni tempesta emozionale e riposarsi quando
tutto torna alla calma; sempre stando completamente immersi nell’acqua.
“Ci vorrebbe il
mare sulla nostra vita che lasciasse fuori come un fiore le tue dita così che
il tuo amore potrei cogliere e salvare ma per farlo ancora, giuro, ci vorrebbe
il mare.”
L’acqua
dà la vita. Tutto nasce dall’acqua, tutto è attraversato dall’acqua. E così
tutto nasce ed è attraversato dal nostro inconscio. Quando facciamo amicizia
con esso, quando cominciamo a conoscerlo, stringiamo il legame più bello della
nostra vita perché è quello con noi stessi. E allo stesso momento diventiamo un
tutt’uno con l’universo e con ogni essere vivente. Solo amando noi stessi,
possiamo amare la persona che scegliamo di avere accanto.
“Ci vorrebbe un
mare dove naufragare come in quelle strane storie di delfini che vanno a riva
per morir vicini e non si sa perché. Come vorrei fare ancora, amore mio con te”
Noi
moriamo e rinasciamo ogni giorno. Impariamo cose nuove quotidianamente, e
cresciamo. Lasciamo indietro le vecchie abitudini, i pensieri che non ci
rappresentano più per andare avanti più forti con quello che è il nostro nuovo
essere. E la stessa cosa, come in uno specchio, accade nelle nostre relazioni:
quando andiamo a fondo in esse, quando le viviamo effettivamente, moriamo e
rinasciamo assieme al nostro partner.
Dato che siamo tutti collegati, legati da più fili invisibili, una volta scoperto il nostro mare e il mare delle persone che amiamo, abbiamo compiuto un passo verso la conoscenza e la riscoperta dell’umanità intera.
Dato che siamo tutti collegati, legati da più fili invisibili, una volta scoperto il nostro mare e il mare delle persone che amiamo, abbiamo compiuto un passo verso la conoscenza e la riscoperta dell’umanità intera.
“Ci vorrebbe il
mare dove non c’è amore. Il mare, in questo mondo da rifare. Ci vorrebbe il
mare”
Dopo trent'anni dall'uscita di questa canzone, ancora sentiamo il bisogno di
cambiare il mondo. Molto è stato fatto dal 1990 ad oggi, e molto ancora dovrà
essere fatto. Cerchiamo di non restare più in riva.
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