mercoledì 1 novembre 2023

#TheBeatles: Within you without you

Oggi parliamo di un brano dei Beatles composto da George Harrison e presente nell’album Sgt. Peppers’ Lonely Hearts Club Band (1967):
Within you without you.
L’anno precedente, nell’album Revolver, è presente il brano “Love You To”, sempre di Harrison, che riprende gli schemi della musica indiana; questo, quindi, è il suo secondo esperimento, forse più approfondito in quanto lo registra senza gli altri componenti del gruppo, aiutato solo dai membri dell’Asian Music Circle.

Poco prima delle registrazioni, George aveva passato sei settimane in India, assieme al maestro Ravi Shankar e questo gli ha dato modo di immergersi completamente nella filosofia Indù e negli insegnamenti dei Veda.

Musica e testo, quindi riflettono la grande devozione spirituale di George e di sicuro confermano un cambiamento di rotta (sia di pensiero che di scrittura) rispetto agli altri Beatles.

We were talking about the space between us all
(Stavamo parlando dello spazio tra di noi)
and the people who hide themselves behind a wall of illusion
(e delle persone che nascondono se stesse dietro un muro illusorio)
never glimpse the truth
(senza mai intravedere la verità)
then it’s far too late
(fino a quando è troppo tardi)
when they pass away.
(quando muoiono.)

Come già detto nell’introduzione, in questo brano sono presenti molti riferimenti al pensiero orientale. Cerchiamo, quindi, di esporli nel modo più chiaro possibile, anche se questo vuol dire ridurli al massimo. Certo, fosse per noi ne parleremmo per ore, ma in un articolo sul web non possiamo dilungarci troppo.


Tutto ciò che vediamo non è la realtà. “Nothing is real”, direbbe il collega John Lennon. Ragionando secondo la filosofia dei Veda, tutto quello che cambia d’aspetto non può essere il reale. Solo l’Uno permane nell’eternità immutevole nella sua forma, contenuto ed essenza.

Così, ogni volta che ci identifichiamo in qualcosa, ogni volta che diamo valore a ciò che è nel nostro esterno, noi viviamo nel mondo delle illusioni. Questo, però, non vuol dire fregarsene di tutto e di tutti, ma ne parleremo dopo.

Anche se del 1967, questa canzone è adesso più vera che mai: siamo ossessionati dall’apparire, dal materiale, dall’ostentare qualcosa agli occhi degli altri, accecati dall’illusione che questo sia tutto ciò che conta.
La maggior parte di noi ha il crollo di questo muro illusorio solo quando è troppo tardi e il sipario si è chiuso su questa esperienza di vita.

Ora, nella filosofia Indù si crede fortemente nella reincarnazione, quindi bisogna considerare il viaggio di ogni anima: nasce, cresce, fa esperienze di vita, muore, torna all’Universo sotto forma di energia, comprende cosa sia l’Uno più totale, e in caso non l’abbia assimilato a livello conscio, ritorna sulla Terra (o su qualsiasi altro pianeta) per ricominciare. Questo è un loop infinito, che attraversa milioni di vite.

L’unico modo per non far ritorno nella materia, è appunto, distaccarsi dalla materia quando si sta in essa.

We were talking about the love we all could share
(Stavamo parlando dell’amore che dovremmo condividere)
when we find it, to try our best to hold it there with our love.
(quando lo troviamo, dobbiamo fare del nostro meglio per tenerlo con il nostro amore.)
With our love, we could save the world, if they only knew.
(Con il nostro amore, noi potremmo salvare il mondo, se solo tutti lo sapessero.)

Try to realise it’s all within yourself
(Cerca di comprendere che è tutto dentro di te)
no one else can make you change
(nessun altro può farti cambiare)
and to see you’re really only very small
(e nota che sei davvero molto piccolo)
and live flows on within you and without you.
(e guarda la vita che scorre dentro di te e senza di te.)


Ed eccoci al momento in cui approfondiamo meglio il concetto di prendere il distacco da quello che è tangibile, senza però cedere nell’essere cinici o menefreghisti.


Noi siamo amore. Noi siamo nati per dare e trasmettere amore. Tutto quello che ci viene chiesto, nelle continue esperienze che facciamo, è rendere amore.
Abbiamo tutti i nostri traumi, le nostre ferite emotive, i nostri abbattimenti emotivi. Tutto ciò non deve divenire una scusa per seminare odio, rancore, turbamenti e trasmetterli al mondo.

Viviamo in un periodo di maxi conflitti e il mondo delle illusioni ci dice che dovremmo per forza prendere una parte, come se le due fossero davvero così distinte. Nella Verità noi siamo tutte le fazioni, perché nell’Uno non esistono divisioni, ma vige – come dovrebbe già suggerire il nome – solo l’unità.

Prima di puntare il dito su qualsiasi altro pensiero o modo di comportamento, bisognerebbe ricordarci che neanche noi siamo perfetti e quello che facciamo potrebbe urtare la sensibilità di qualcun altro. Solo la vera accoglienza di quello che non comprendiamo o accettiamo può farci vedere che siamo esattamente come l’altro che abbiamo di fronte.

E quando questo è ben visibile, si scopre anche che ogni discussione non ha più motivo di esistere.

Il divide et impera è la tecnica migliore per governare, per rinchiuderci nella paura di quello che c’è oltre al nostro misero pensiero. Se riuscissimo a uscire dalla nostra prigione mentale scopriremmo che in realtà ogni nostra convinzione è uguale a nulla.     
Facciamo un esempio: la nostra anima nel 1300 poteva essere fortemente convinta di far parte dei Guelfi o dei Ghibellini. A che pro utilizzare questa opinione fino a provocare la morte di altri, se una volta nata nel 2023 non ha più senso di esistere? Allo stesso modo, a che pro avere una qualsiasi certezza se tra cento anni sarà del tutto superata? Perché sprecare tempo nell’urlare la propria idea, quando l’unico modo per cambiare davvero il mondo è quello di sostenere il nostro vicino più prossimo, qualsiasi esso sia?


Ecco che se cominciassimo a vivere seguendo questo ragionamento, scopriremmo che ogni pensiero egoico è davvero piccolo rispetto all’immensità della nostra anima che è solo amore e che la vita scorre proprio seguendo questa energia, sia che ci sia il nostro Ego che non.

We were talking about the love that’s gone so cold
(Stavamo parlando dell’amore che è andato e divenuto così freddo)
and the people who gain the world and lose their soul
(e delle persone che guadagnano il mondo e perdono la loro anima)
they don’t know
(loro non sanno)
they can’t see
(loro non possono vedere)
are you one of them?
(sei uno di loro?)

Il motivo per cui amiamo George Harrison è che con una domanda ci mette in totale crisi. È bello predicare la pace e l’amore, ma siamo davvero sicuri di non far parte delle persone che guadagnano il mondo perdendo la propria anima?


Andiamo a vedere cosa vuol dire “guadagnarsi il mondo”. Essere attaccati alla propria carriera, inseguire un obiettivo sfruttando ogni mezzo, seguire alla cieca le tappe imposte dalla società, essere schiavi del consumismo o di qualsiasi altra pulsione… tutto questo è guadagnarsi il mondo.

Ancora, nessuno sta dicendo che bisognerebbe prendersi un eremo e rinchiudersi dentro: George Harrison ha avuto una signora carriera, i Beatles sono ancora i pilastri della musica internazionale, tutti hanno avuto i loro matrimoni con figli e guadagni stellari. Qual è la differenza, allora?

Il tutto sta nella scelta che abbiamo voluto fare quando abbiamo scritto “attaccati”, “inseguire”, “alla cieca” e “schiavi”. Va bene avere uno scopo, va più che bene utilizzare i propri talenti e carismi, purché lo facciamo con consapevolezza.
Immaginiamo di stare in un buffet, davanti a noi abbiamo ogni tipo di leccornie, ma anche alimenti velenosi, piatti ricchi di insetti e animali ripugnanti. Immaginiamo ora di avere occhi e naso liberi, sappiamo con coscienza cosa mangiare e nessuno di noi si azzarderebbe a prendere quello che può farlo stare male.
Ma immaginiamo ora di avere occhi bendati e naso attappato. Andremmo a caso, potrebbe dirci bene, quanto male.

Ed è qui la differenza: finché non abbiamo un livello di coscienza elevato, faremo sempre parte di quelli che vogliono guadagnarsi il mondo, allontanandoci giorno dopo giorno da quello che è il nostro unico scopo, dare amore.

When you’ve seen beyond yourself then you may find
(Quando avrai visto dietro te stesso allora forse capirai)
peace of mind is waiting there
(che ti sta attendendo la pace mentale)
and the time will come when you see we’re all one
(e verrà il momento in cui capirai che siamo tutti uno)
and life flows on within you and without you.
(e la vita scorre dentro di te e senza di te.)

Nel buio più totale, altro non possiamo fare che affidarci al non tangibile, perché la luce che risplende in continuazione è proprio all’interno della nostra anima.


Va da sé che quando cominciamo ad abbandonarci al divino, quando ci togliamo la benda dagli occhi e stappiamo il nostro naso, difficilmente vorremmo tornare al punto di partenza, perché iniziamo a conoscere quel senso di pace interiore che permane la nostra vita, impariamo ad amarlo e di conseguenza ad amare noi stessi e gli altri.

Allora vedremo che chi predica odio sta solo camminando nel buio, non sa quello che fa, proprio come un bambino capriccioso, impaurito, sperduto, inascoltato… non amato. Come poterlo calmare se non dandogli tutto il nostro amore?

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