Quando si parla di musica, molto spesso, si rischia di parlare semplicemente di tendenze o di fenomeni quasi meteoritici.
Quale singolo o quale cantante resterà negli annali storici è difficile saperlo e, per ogni singola novità, continua a esserci qualche zoccolo duro che non morirà mai.
In questo sito abbiamo un’etichetta dedicata alla buona musica, a quella band che nel corso della loro carriera sono stati in grado di rivoluzionare i generi creando uno stile unico e iconico. Del resto, nonostante tutto quello che hanno passato, i Beatles sono pronti a tornare con un nuovo “vecchio” singolo.
Quale singolo o quale cantante resterà negli annali storici è difficile saperlo e, per ogni singola novità, continua a esserci qualche zoccolo duro che non morirà mai.
In questo sito abbiamo un’etichetta dedicata alla buona musica, a quella band che nel corso della loro carriera sono stati in grado di rivoluzionare i generi creando uno stile unico e iconico. Del resto, nonostante tutto quello che hanno passato, i Beatles sono pronti a tornare con un nuovo “vecchio” singolo.
Oggi, però, vogliamo soffermarci su un brano che dal 1983 continua a essere presente nella scena pop. La canzone degli Eurythmics, gruppo musicale britannico, ancora oggi iconica all’interno dell’immaginario pop.
Scritto da David A. Stewart e Annie Lennox, il suo testo è stato più e più volte riarrangiato e inserito nei più svariati contesti.
Il singolare video, già all’epoca della sua uscita, gli fece guadagnare il secondo posto nella classifica dei singoli del Regno Unito; inoltre si aggiudicò anche il primo posto nella Billboard Hot 100 del 1983. Nonostante la produzione di altre canzoni, questa divenne il marchio della band perché persino negli Stati Uniti garantì loro un grande successo e un’importante riconoscibilità. Del resto, l’iconica chioma arancione e le movenze del videoclip, tutt’oggi, vengono riprese e imitate. C’è anche da aggiungere che questo brano viene ancora oggi eseguito dalla band in tutti i loro concerti.
Il singolare video, già all’epoca della sua uscita, gli fece guadagnare il secondo posto nella classifica dei singoli del Regno Unito; inoltre si aggiudicò anche il primo posto nella Billboard Hot 100 del 1983. Nonostante la produzione di altre canzoni, questa divenne il marchio della band perché persino negli Stati Uniti garantì loro un grande successo e un’importante riconoscibilità. Del resto, l’iconica chioma arancione e le movenze del videoclip, tutt’oggi, vengono riprese e imitate. C’è anche da aggiungere che questo brano viene ancora oggi eseguito dalla band in tutti i loro concerti.
Non crediamo che sia necessario citarne il testo, quanto più parlare dei prodotti che conseguenzialmente vennero creati su sua ispirazione. Nel 1995, per esempio, Marilyn Manson ne interpretò una cover per l’album “Smells Like Children”. Una cover che tutt’oggi continua a riscuotere un discreto successo. Stessa cosa fece Britney Spears che inserì nel suo album “Blackout” un campionamento di “Sweet Dreams”. Neja ne ha fatto una versione acustica, mentre Blue Star ne ha realizzato un remix in chiave house. I cantanti nostrani non sono stati da meno: nel 2018 Giorgia ha inciso una cover del pezzo per il suo album “Pop Heart”; mentre, nel 2020, Achille Lauro in duetto con Annalisa ha inciso una cover per l’album “1990”.
Possiamo, però, tener traccia del pezzo anche in diversi film come, per esempio, la performance registrata da Emily Browning che si è prestata alla creazione della colonna sonora di “Sucker Punch” pellicola diretta da Zack Snyder. Allo stesso modo in due più recenti uscite in sala, possiamo notare come il pezzo sia stato sapientemente inserito per poter dare una specifica connotazione alle scene in cui è presente. In “Dogman” di Luc Besson, la canzone è egregiamente usata per poter riuscire a comunicare l’emotività del personaggio al pubblico che sta fruendo di quel prodotto. Allo stesso modo, in “Trolls 3” è stata inserita per poter riuscire a descrivere le spregevoli azioni compiute dai due antagonisti.
“Qualcuno vuole usarti, qualcun altro vuole usare te. Qualcuno vuole abusarti, qualcun altro vuole abusare di te” recita la traduzione del ritornello. Allo stesso modo aggiunge anche che siamo fatti di “dolci sogni” e come possiamo non concordare con tale affermazione?
“Sweet Dreams”, nonostante i pochi esempi che abbiamo portato alla vostra attenzione, si è rivelata una canzone intergenerazionale che è in grado di comunicare sia con “l’effetto nostalgia” sia con “la scoperta del diverso”. Un connubio che le conferisce una tale potenza da poter essere semplicemente definita iconica. Un simbolo di un periodo storico per la musica pop, tanto quanto è visivamente riconoscibile il suo video.
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