Dal 24 novembre, su Prime Video, arriva un nuovo film di Natale tutto italiano.
Il respiro è quello internazionale e ciò vuol dire che ci si svincola, finalmente, dai soliti canoni che hanno segnato il nostro cinema festivo.
L’ispirazione arriva dai grandi cult americani per il pubblico di ragazzi. Pensate, quindi, a “Elf Me” come più vicino ai “Gooneis” o ai “Gremlins” piuttosto che a qualche cinepanettone.
Il respiro è quello internazionale e ciò vuol dire che ci si svincola, finalmente, dai soliti canoni che hanno segnato il nostro cinema festivo.
L’ispirazione arriva dai grandi cult americani per il pubblico di ragazzi. Pensate, quindi, a “Elf Me” come più vicino ai “Gooneis” o ai “Gremlins” piuttosto che a qualche cinepanettone.
Addentriamoci, quindi, nel periodo natalizio seguendo le avventure di Elia (Federico Ielapi). Lui è un ragazzino che sta vivendo al separazione dei suoi genitori: il padre è pressoché assente e la madre (Anna Foglietta) cerca d nascondergli la verità per poter preservare la sua innocenza. Elia, però, sta crescendo e i problemi con gli altri ragazzini iniziano ad accavallarsi con quelli familiari, tali difficoltà gli stanno facendo perdere un po’ la bellezza e la magia del periodo delle feste. Questa è una delle cose che più rattrista sua madre, visto che lo sta spronando a non perder la voglia di sognare.
Mamma Ivana, dal canto suo, è una donna che difficilmente si arrende. Nonostante la distanza che è stata posta all’interno della relazione col marito, continua a sperare che l’uomo torni per poter stare con Elia. Allo stesso tempo deve affrontare i problemi nel tentare di tener aperto un negozio di giocattoli che rifugia i moderni orpelli. Dentro l’attività di Ivana, infatti, vengono rivenduti i giocattoli più classici, quelli che si possono condividere e che alimentano i sogni. E la donna è disposta a chiudere piuttosto che rivendere dei giochi figli di momentanee mode che poi vengono dimenticati in un angolo il giorno dopo.
Giochi e vendite per mero profitto che, invece, alimentano l’avidità di Ciocca (Claudio Santamaria): un uomo che insegue il vile denaro e che ha tutto l’atteggiamento di Scrooge. L’uomo, infatti, è solito destreggiarsi in truffe e raggiri. Inoltre, per le feste, è totalmente concentrato sul cercare di vendere quanti più “Buddy Buddy”: una delle ultime novità riguardo i giocattoli parlanti.
Necessità, quindi, un miracolo e per compierlo – accidentalmente – arriva l’elfo Trip (Lillo Petrolo) direttamente dal villaggio di Babbo Natale. Il suo incontro con Elia fungerà da richiamo all’avventura e l’inizio di una storia all’insegna della magia natalizia.
Davanti a queste premesse c’è ben poco da poter aggiungere. Il film è dinamico e divertente. La sua narrazione funziona e tiene ben ancorati allo schermo. Una pellicola che, dunque, può esser consumata sul divano con tutta la famiglia davanti a una buona tazza di cioccolata calda.
Nel corso della sua storia si affrontano tematiche importanti e ci si concentra sulle piccole cose che la nostra modernità tende a relegare sul fondo della nostra lista di priorità. Si ritrova, in questo modo, il legame con la famiglia e con la magia che il Natale dovrebbe portare con sé. Un elemento che si distacca molto dall’idea consumistica del possedere l’ultimo gioco uscito, ma si lega al voler fare squadra per potersi supportare.
Elia scoprirà il proprio coraggio e la propria forza, affronterà le sue difficoltà e la sua dislessia proprio grazie a Trip e anche agli amici. Si torna a sognare, un atto che fin troppo spesso viene dimenticato, e lo si fa sorridendo delle disavventure che i protagonisti sono costretti a vivere. Si affrontano i mostri provenienti da avidità e consumo. E si arriva a Natale con tutta la voglia di stare insieme e di condividere dei momenti importanti, seppur piccoli.
“Elf Me” è un film che ci ha creduto. Una pellicola fatta da sognatori per sognatori e questo lo si vede anche da tutto il talento che Gabriele Mainetti è riuscito a compiere rivelandosi un vero tuttofare. Il regista di “Freaks Out” ha co-sceneggiato, co-prodotto le musiche e rivestito il ruolo di produttore supportando la direzione dei due registi Niccolò Celaia e Antonio Usbergo. I riferimenti cinematografici, quindi, sono ben chiari e visibili e restano delle chicche da poter cogliere nel corso della visione.
A noi non resta far altro che continuare a sognare!
A noi non resta far altro che continuare a sognare!
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