Questa è una delle settimane tra le più amate per noi di 4Muses. Halloween è alle porte e, nonostante il caldo inaspettato, le foglie iniziano a imbrunire e a cadere. L’autunno, con il suo presagire l’inverno, tinge tutto con le sue atmosfere oscure. Di conseguenza non possiamo fare a meno di addentrarci nei meandri dell’orrore per poter cercare di esorcizzare le nostre paure, prima che queste prendano il sopravvento. Quello che vogliamo fare con questo articolo, dunque, non è altro che cercare di evidenziare quanto le differenti tecniche artistiche comunichino col nostro inconscio e siano in grado di lasciare segni evidenti del loro passaggio.
Dal disegno, ancor prima della pittura, possiamo notare come il nostro immaginario abbia avuto la necessità di esprimersi. Concepiamo il mondo attraverso le immagini che, successivamente, sono divenute parole e suoni. La scrittura, infatti, non è altro che un susseguirsi di simboli in grado di poter trasmettere un concetto che appartiene dapprima a un singolo individuo. Segni e simboli che, in un modo o nell’altro, diventano comuni ai più e si influenzano in un moto circolare perenne.
Il percorso che, quindi, vogliamo tracciare non può non partire da uno dei temi caldi dell’horror: la femminilità. Molte delle maschere tipiche che incarnano le turbolenze dell’animo umano, del resto, hanno a che fare con il cambiamento. E cos’altro esiste di più traumatico del ciclo femminile con annessa la perdita delle verginità? Considerando come nel corso del tempo il tutto sia stato trattato all’interno della nostra società. E se a ciò aggiungiamo anche la maternità ecco come la donna riesce a integrare in sé tutti gli aspetti del sacro e del profano. Se, infatti, da una parte troviamo la donna angelo decantata dai poeti di tutti i tempi, dall’altra non possiamo fare a meno di trovare la mostruosità legata al sangue e al peccato. La seduzione è donna, tanto quanto malevoli ne possano essere i suoi frutti. In questo modo possiamo trovare in fretta i parallelismi riconducibili a mostri sacri dell’orrore come Dracula o Frankenstein: il primo interessato alle sangue verginale, il secondo figlio della rinascita.
Possiamo anche sottolineare come l’accoppiamento tra donne e vampiri porti alla nascita di un essere in grado di farsi strada tra le membra femminili privando della vita la propria madre. In particolare possiamo vedere che, alcuni registi, hanno tratto ispirazione dalle atmosfere del pittore svizzero Joahnn Henrich Fussli per poter metter in scena l’abbandono delle loro donne sul proprio giaciglio. Un chiaro esempio lo è il film “Gotich” di Ken Russell che proprio in alcune scene ricorre all’arte pittorica emulando la posizione della donna. Anche se, in un certo senso, potremmo anche dire che ciò rappresenta perfettamente l'incubo della paralisi del sonno.
Un altro esempio di cupa femminilità può esser tratto dal più recente remake di It. La storia tratta dal romanzo di Stephen King è stata riadattata da Andrés Muschietti. Il regista ha dichiarato che ha ripescato dalla sua infanzia un ricordo traumatico per poter conferire la giusta atmosfera al suo film. Uno dei dipinti di Modigliani, tenuto in casa dai suoi genitori, sarebbe stato di ispirazione per una delle personificazioni della “cosa” kinghiana. Muschietti, da ragazzino, era terrorizzato dall’idea che la donna dipinta nel quadro in corridoio potesse prendere vita. I tratti allungati del volto realizzato dall’artista possono decisamente esser considerati inquietanti. E la fantasia di un bambino, che non conosce di per sé l’opera dell’artista, può correre verso altri lidi conferendole il potere di popolare i propri sogni.
La casa, altro luogo archetipico dell’horror, trova la sua più grande icona nell’opera di Hitchcock. La villetta usata per le riprese di “Psycho” continua a essere meta per molti turisti appassionati del genere, ma è innegabile come essa sia simile all’opera “House by the Railroad”. Il dipinto trasmette la stessa inquietante idea che sottilmente viene suggerita dall’hotel di Norman Bates: un edificio dal quale tutti possono essere visti. Paradossale come questa sia stata poi ripresa dai Simpson per delineare ancor di più il rapporto tra il preside Skinner e sua madre.
Infine, vogliamo concludere questo viaggio nell’immaginario con una delle opere più inquietanti e suggestive di sempre: Saturno che divora i suoi figli. L’opera di Goya che, nel corso del tempo, ha subito diverse letture sul suo significato, ha dato vita all’uomo pallido protagonista in alcune scene del “Labirinto del Fauno” di Guillermo del Toro. Saturno, nel suo raptus cannibalesco, dilania i giovani corpi dei suoi figli. Un’opera che segna sia il passaggio del tempo, visto che per i greci lo stesso Dio era identificato con Crono, ovvero il tempo. Per tanto, in molti, vi hanno letto la diatriba tra gioventù e vecchiaia. Tornando, però, all’opera del regista Messicano è innegabile che il senso di inquietudine sia stato perfettamente traslato tra le due opere. L’uomo pallido divora le fatine che lo circondano e cerca di aggredire la protagonista in preda alla sua irascibile gola, esattamente come fa il Saturno di Goya.
Ci sono moltissime altre opere che hanno influenzato altri registi o sceneggiatori, ma ve ne parleremo più avanti. Intanto fateci sapere se ci sono altri esempi che vi sovvengono alla mente così da poterli approfondire insieme!
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