La Verità è una scultura in marmo di Gianlorenzo Bernini ed è possibile ammirarla all'interno della Galleria Borghese a Roma.
Salta subito all’occhio che l’opera non sia mai completata, come se la forma non fosse mai uscita totalmente dal marmo.
L’opera rappresenta una donna che perde le vesti, metaforicamente questa figura incarna la verità, da qui il titolo dell’opera.
Nei disegni preparatori, Bernini mostrò che nella scultura, una volta completata, avrebbe dovuto esserci anche Crono, ossia il tempo, colui che avrebbe dovuto tirare via il velo alla verità.
Non essendo stata mai scolpita la figura di Crono, la figura femminile sembra essere svestita da una forza invisibile.
Tra le sue dita troviamo ancora giunzioni di marmo che non furono mai sistemate.
L’opera lascia vagare la nostra immaginazione, permettendoci di intuire vagamente come sarebbe stata una volta ultimata. Ma un ulteriore elemento di fascino sta nella “leggenda” che essa porta seco. Davvero sarebbe dovuta essere ultimata? O fu uno sfogo e/o esercizio di stile dello scultore?
Si racconta che l’opera non fu commissionata da nessuno, fu lo stesso Bernini a decidere di creare in autonomia la scultura. Non solo, più che un Bernini ispirato, ci si immagina un Bernini frustrato, per via dell’abbattimento di uno dei campanili che lui stesso progettò per la Basilica di San Pietro.
Questo che c’entra con l’opera? Pazientate e ci arriveremo…
In quel periodo, inoltre, Borromini fu preferito a Bernini come colui che si sarebbe occupato del progetto.
Si racconta che le conoscenze architettoniche di Bernini non fossero alquanto sviluppate, infatti il suo campanile fu abbattuto per problemi strutturali.
Ma Bernini, dall’alto della sua sicumera in materia, si sfogava scolpendo “La Verità”. Un modo per esprimere la sua frustrazione ai suoi contemporanei, sfogandosi con ciò che gli riusciva meglio: la scultura.
Dunque possiamo interpretare la scultura anche come un surrogato di una frase e di un concetto, come se Bernini volesse dire: “Sappiatelo, i posteri un giorno mi daranno ragione, perché la verità sarà svelata dal tempo”.
Purtroppo per lo scultore, ancora oggi si ritiene che le sue conoscenze architettoniche fossero esigue e che il campanile da lui progettato avesse dei difetti strutturali.
Ma in fondo allo scultore non è andata così male: le sue opere sono una meta per i turisti di tutto il mondo e anche la sua “incompiuta” verità è esposta in uno dei musei più importanti della capitale.
Nessun commento:
Posta un commento