“Ascoltare il proprio cuore” sembra essere quasi più una frase fatta che un vero e proprio consiglio. Può esser intrepretato in milioni di modi, ma forse non ci si è mai concentrati abbastanza da riuscire a sentire il proprio battito. Oscar è costretto a farlo, sente il ritmo del suo cuore direttamente nel proprio orecchio. È quasi un monito, un costante avvertimento che gli parla in spagnolo o usa testi di vecchie canzoni per suggerirgli sagace risposte. Ma il nostro protagonista è troppo incentrato a metter insieme i cocci della propria vita per poter essere davvero in grado di ascoltarlo. Lo considera quasi un fastidio che vorrebbe metter a tacere tra un controllo del proprio conto in banca e il successivo.
Oscar, nato dalla penna di Luisella Mazza, ci porta all’interno della propria coscienza. Il libro è, infatti, scritto in prima persona quasi come se fosse un flusso continuo di pensieri. Il discorso indiretto la fa da padrone perché dobbiamo cercare di concentraci sulle sue emozioni, le stesse che non riesce ad ascoltare. La sua vita è in pezzi, successivamente alla rottura con la sua ragazza. I due avevano aperto una scuola di tango, avevano cercato di espandersi e di assumere nuovi istruttori per nuovi corsi. Poi, un giorno, lei decide di scappare proprio con uno dei maestri che avevano appena assunto. Così Oscar si ritrova da solo, costretto a dover chiudere quella scuola e a dover cambiare appartamento perché non riesce più a pagare l’affitto. Il buco nello stomaco è la seconda cosa a fargli compagnia, insieme al ritmo intrusivo del proprio cuore.
Al suo fianco c’è la sua vecchia amica Bianca che, tra una lezione di yoga e un’altra, cerca di aiutarlo a rimettersi in sesto. Ma Oscar è più predisposto a lasciarsi vivere dalla vita che affrontarla.
Il testo, quindi, ci spinge a riflettere sull’importanza di ascoltare il ritmo del proprio cuore. Un consigliere che potrebbe spingerci oltre le soglie della nostra zona comfort nonostante sia stato fatto a pezzi. L’unico organo che ci permette di agire anche con un pizzico di sano egoismo così da poter riuscire a lasciare andare un sentimento che non c’è più. In questo viaggio tra i sentimenti, quindi, il lettore vive questo flusso di pensieri e di ricordi, lasciandosi trasportare dal tango che è la vita.
La scrittura è densa di tutti quei dettagli che ci fanno comprendere quanto difficile possa essere arrivare a fine mese, trovare un affitto, riuscire a risollevarsi. La responsabilità delle spese unita a quell’indipendenza che si era persa in funzione della coppia. Perché, diciamocelo, per buona parte del racconto siamo portati a vivere col peso di questa relazione fantasma. Oscar non fa altro che tornare alla mente a lei, a Maria, e a tutte le cose non fatte per poter riuscire ad appagare la sua volontà. Quella piccola gabbia fatta di abitudini, di insoddisfazione e di quasi dipendenza dall’altro. Il cuore di Oscar, al contrario, lo vorrebbe decisamente più libero e più temerario.
Muovendoci, dunque, in questa altalena, la scrittura di Luisella Mazza ci accompagna con l’idea dell’importanza che dovrebbe avere ascoltare noi stessi.
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