Noi siamo profondamente legati a questo posto, anche se lo abbiamo davvero scoperto da poco.
“Non est in toto sanctior orbe locus” (trad. “Non c’è in tutto il mondo luogo più santo di questo”, recita la scritta sopra l’altare e oggi andiamo a vedere il perché.
Non si hanno date certe sulla sua edificazione, ma il primo restauro è del 1216-1227, sotto papa Onorio III, per poi essere totalmente ricostruita nel 1278 da papa Niccolò III.
Ancora oggi la chiesa è conosciuta con il nome di Sancta Sanctorum (Santo dei Santi) perché si dice che nei secoli passati fossero custoditi i tesori più importanti della fede cristiana come: il prepuzio di Gesù bambino, i Suoi sandali, le teste di Pietro e Paolo… molte di queste reliquie sono oggi andate scomparse, ma ciò che rimane, dal XVI secolo, è la Scala Santa, con i suoi gradini saliti da Gesù per raggiungere l’aula dell’interrogatorio di Ponzio Pilato. Fu trasportata da papa Sisto V e quotidianamente vengono saliti anche da numerosi fedeli provenienti da tutto il mondo.
Il suo interno è decorato dai Cosmati, con affreschi del XIII
secolo. Essi raffigurano i Quattro Evangelisti, Niccolò III che mostra il
progetto a Pietro e Paolo, i martiri di San Pietro, San Paolo e San Lorenzo,
La Lapidazione di Santo Stefano e la decapitazione di Sant’Agnese. Alla base di
tutti questi affreschi è presente una loggia, probabilmente edificata sotto
Sisto V, e progettata dai pittori Cesare Nebbia e Giovanni Guerra.
Nella chiesa, sotto l’altare, sono conservate le spoglie di papa Leone III, assieme a un braccio di san Cesario di Terracina.
Sotto il pontificato di Stefano II l’immagine venne innalzata in processione per l’intera città per scongiurare l’arrivo dei Longobardi.
È nel XIII secolo, sotto papa Innocenzo III, che attorno alla sacra figura venne messa una lamina d’argento.
Ancora oggi, comunque, non è nota la sua origine, anche se probabilmente è bizantina del VIII secolo.
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