martedì 4 aprile 2023

#Libri: Dipendenza

Certe volte mi sembra di non sopportare nessuno. È come se in tutto il mondo vedessi solo me stessa”.

Dipendenza” è un romanzo della scrittrice danese Tove Ditlevsen, il libro viene pubblicato oggi in traduzione italiana edito dalla Fazi Editore, che ringraziamo per averci permesso di leggerlo in anteprima.

Questo romanzo chiude la trilogia autobiografica della scrittrice (gli altri due romanzi che la compongono sono “Infanzia” e “Gioventù”).

Tuttavia il romanzo “Dipendenza” può essere letto e apprezzato come opera a se stante, racchiude in sé un inizio e una fine coerenti tra loro e diventa sempre più travolgente al volgere delle pagine.

Pagina dopo pagina ci immergiamo nei pensieri di Tove, facendoli nostri in una narrazione che non risulta mai banale. Nonostante la scrittrice abbia utilizzato le proprie esperienze personali per scrivere questo libro, in molti possono identificarsi con le diverse dinamiche relazionali che regolano la vita di Tove.

Il libro si apre con un’esperienza al giorno d’oggi abbastanza comune: la descrizione minuziosa di una routine sempre uguale scaturita da un matrimonio infelice. Tove acquisisce una vera e propria nausea nei confronti della propria vita, ma nonostante ciò, la scrittrice-protagonista fa fatica ad attraversare l’ignoto per rinunciare alla stabilità acquisita. Tutto è banale, tutto è vergognosamente monotono e privo di stimoli. Ma la sicurezza data da questo ambiente domestico ha qualcosa di irresistibile. Una sorta di stasi che per quanto opprimente risulta protettiva e sicura.

Tuttavia, questo è solo l'inizio della storia e la vita di Tove è destinata a farsi sempre più travolgente. La protagonista riesce ad affermarsi come scrittrice di romanzi e poetessa, scrivere per lei (almeno inizialmente) risulta l’unico modo per elaborare il proprio malessere e affrontare la realtà.

Tove sente la tensione tra la ricerca di una propria indipendenza e il bisogno di qualcuno (o qualcosa) al suo fianco.

L’indole dipendente della protagonista si manifesta dapprima nelle relazioni romantiche che instaura, nel modo di viverle ed elaborarle.

Tove vuole sicurezza e vuole anche indipendenza, e mal riesce a coniugare queste due sue esigenze.

La prima parte è caratterizzata da uno sguardo innocente sulla vita (e forse un po’ naif), a volte triste e a volte felice. Vi sono eventi caratterizzati da vette emotive, ma senza mai particolari eccessi che travalicano la vita di un essere umano.

Nonostante il modo di vivere le sue relazioni possa risultare tossico, è comunque qualcosa in cui chiunque ci si può ritrovare a un certo punto della propria esistenza.

Ironico, però, vedere come la sicurezza tanto agognata e lodata si sgretoli violentemente per azioni e decisioni compiute dalla protagonista stessa.

La seconda parte del libro è una vera e propria corsa verso la morte, la narrazione diventa più oscura e inquietante e dei toni di innocenza non v’è più traccia alcuna.

Succede tutto all’improvviso, per circostanze che non stiamo qui a rivelare. La dipendenza di Tove trova sfogo nelle soluzioni più tossiche in assoluto. Tove diventa dipendente dai principi attivi di alcuni farmaci, delle vere e proprie droghe.

Una forte sensazione di mestizia e disagio pesa sul cuore di chi legge, specialmente dopo aver letto la prima parte del romanzo. La Tove che abbiamo conosciuto svanisce, si annichilisce e i suoi pensieri diventano inconsistenti e monotematici.

Voglio vivere sempre così, fa che non debba mai più fare esperienza della realtà”.

La corruzione psico-fisica incede pagina dopo pagine, un’enorme forza sovrasta la volontà della protagonista, il cui unico desiderio è procurarsi le sostanze di cui ha bisogno, e lo fa escogitando i modi più originali.

La malattia dell’anima ricade sull’aspetto di Tove, che decade velocemente sotto gli effetti delle sostanze che assume.

Inesorabile, pagina dopo pagina, la narrazione provoca una sensazione asfissiante, portandoci al bisogno di continuare la lettura aspettando impotenti una sorta di climax.

“Dipendenza” è dunque un libro autobiografico che porta il lettore all’introspezione. Identificarsi con Tove ci aiuta a comprendere meglio noi stessi, a imparare dai suoi errori affinché si possa riuscire a evitare il triste baratro che ha caratterizzato la sua vita.


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