"Questo brano l'ha scritto interamente Luciano, dedicato a sua figlia Linda, e lui ha voluto sentirlo cantare da una mamma. Luciano è un artista a trecentosessanta gradi, è anche uno scrittore, per questo credo gli venga spontaneo mettersi così tanto nei panni degli altri, scrive per altre anime e altre voci come se fossero la sua, e racconta storie e sentimenti come pochi altri sanno fare, non solo in Italia. Questa volta è il rapporto profondo tra madre e figlia. Io ritengo che questo sia uno di quei brani "incantabili" perché ti commuovi dopo le prime righe e non riesci ad andare avanti... Come mamma lo senti molto, quando descrive bene il difficile ruolo del genitore che cresce i propri figli: vorrebbe proteggerli tutta la vita e tenerli lontani dal dolore e dai problemi, ma che in fondo sa bene che dovrà lasciarli andare per la loro strada un giorno"
"A modo tuo" è una canzone scritta da Luciano Ligabue per la cantante Elisa e pubblicata nel 2014 come singolo, una canzone che accarezza e rassicura come solo un genitore sa fare, una canzone in cui la voce dolcissima della cantante arriva dritta al cuore.
L'amore. Quella cosa che in una giornata come San Valentino viene sbandierata al vento spudoratamente e in modo anche piuttosto becero.
Non lo diciamo perché - come ci è stato rimproverato più volte nel corso degli anni - siamo fredde e non vogliamo dimostrare l'amore che proviamo per le persone che ci stanno intorno, ma semplicemente perché guardandoci intorno e guardando quali sono le coppie che festeggiano il 14 Febbraio abbiamo detto un grande, gigantesco grazie ma no grazie.
Anche perché, tra le altre cose, la collettività tende purtroppo a parlare di amore romantico e quasi mai di amore amicale, di amore familiare, di amore per l'umanità intera o di amore per la natura e l'universo in generale.
Nell'articolo di stamattina, "Amare", abbiamo parlato di quelle cose che ci fanno amare l'altro nonostante (nonostante il caratteraccio, nonostante i modi di fare fastidiosi, nonostante le ferite emotive...), mentre adesso parliamo di chi dal momento in cui ci mette al mondo ama sempre nonostante.
Anche se non sembra, anche se non ce ne rendiamo conto.
Anche se non sembra, anche se non ce ne rendiamo conto.
"Sarà difficile diventar grande
Prima che lo diventi anche tu
Tu che farai tutte quelle domande
Io fingerò di saperne di più
Sarà difficile
Ma sarà come deve essere
Metterò via i giochi
Proverò a crescere
[...]
A modo tuo
Andrai a modo tuo
Camminerai e cadrai, ti alzerai
Sempre a modo tuo
A modo tuo
Vedrai a modo tuo
Dondolerai, salterai, cambierai
Sempre a modo tuo"
Per imparare il mestiere di genitore non esiste libretto d'istruzione o un manuale, l'abbiamo già detto. Genitori, dopo essere stati figli per una vita, si diventa e basta.
Diventare genitori dopo essere stati figli per trentadue anni - età in cui la cantante ha avuto Emma Cecile Rigonat - e dopo aver a malapena imparato a essere figli (perché essere figli è un lavoro altrettanto impegnativo), ma soprattutto imparare a essere genitori quanto viene visto come una sorta di obbligo esserlo, in realtà è una vera e propria impresa.
Riuscire a mettere via i giochi, accettare che è il momento di diventare adulti per poi imparare crescere un piccolo essere umano che sai già prima o poi ti lascerà indietro e ti farà entrare nella sua vita sempre meno; in questa canzone c'è tutto il dolore che un genitore prova nel vedergli fare le sue scelte, nel vederlo sbagliare e nel non poter fare niente per fermare il corso naturale delle cose, c'è la difficoltà che si prova nella consapevolezza di non poter mettere bocca perché nonostante l'istinto materno (o paterno, ricordiamoci che Ligabue è padre) un figlio non può essere protetto a vita.
C'è la paura di rimanere indietro e quella di essere dimenticati, quella di lasciare un essere originariamente perfetto a "un mondo che è quel che è", quella di chi potrà diventare in futuro la persona che hai messo al mondo, di chi farà felice e di chi invece ferirà a morte, c'è l'eterno domandarsi quali insegnamenti rimarranno e quali no.
Se dovessimo descrivere questa canzone con una parola, quella parola sarebbe "agàpe" (ἀγάπη).
L'agàpe è l'amore più puro e incondizionato esistente, quello consapevole, che nasce con il dare amore all'altro, che non opprime e che sa tirarsi indietro quando è necessario e non quando gli fa più comodo.
È quell'amore che tutti dovrebbero avere la possibilità di provare, almeno da un genitore.
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