La politica del live action, degli ultimi tempi, è ormai nota ai più. La Disney sta scrivendo i suoi grandi classici prendendo per lo più delle cantonate infrangendo, in questo modo, i sogni di intere generazioni cresciute con la sua animazione. L’originale è datato 1953 e, come in molti sanno, il film era tratto dal personaggio nato dalla penna dello scrittore britannico J.M. Barrie nel 1902. Tra tutti i film d’animazione è, sicuramente, quello invecchiato peggio, tanto che, seguendo la recente new wave, la sua didascalia all’interno della piattaforma di streaming parlava chiaro: una rappresentazione non adatta alla sensibilità odierna. E sì, un piccolo fondo di verità c’è perché al di là di tutte le più profonde letture dell’opera, ciò che veniva messo in scena era discutibilmente discriminatorio. Giglio Tigrato e Wendy erano del tutto marginali al racconto e molto spesso erano confinate in posizioni decisamente strane.
Nella sua rilettura datata 2023, arrivata sulla piattaforma lo scorso 28 aprile, Disney si è data da fare per poter riuscire ad approfondire ulteriormente i suoi personaggi. Si è così riusciti, probabilmente per la prima volta, a creare un live action che fosse emozionante e decisamente attuale. E no, non stiamo parlando della scelta etnica compiuta per Trilly o per Peter stesso, sono decisioni marginali nell’economia del racconto. Anche se resta innegabile la mancanza dei tipici tratti inglesi nell’eterno bambino. Quindi sì, vogliamo abbandonare per un attimo tutto il nostro astio nei riguardi del politicamente corretto e concentrarci su altri aspetti messi in luce in questa pellicola.