mercoledì 9 novembre 2022

#Libri: Partita con la morte

È con grande orgoglio che torniamo a recensire un libro di Nicola Rocca: “Partita con la morte”, oggi siamo più felici di farlo perché abbiamo avuto l’onore di leggerlo mesi prima la sua data di uscita e non possiamo fare altro che ringraziarlo davvero di cuore! È stata una gradita opportunità.

“Partita con la morte” fa parte della saga del detective Walker, (gli altri capitoli/casi di cui vi abbiamo parlato sono: “Gigolò”, “La morte ha l’oro in bocca” e “Il discepolo”) quindi già eravamo a conoscenza del genio e dell’estro del commissario che ormai reputiamo quasi un amico.

Il thriller è disponibile su Amazon a partire dal 6 novembre, oggi ve ne parliamo senza farvi troppi spoiler.

#TheBeatles: While my guitar gently weeps

Come vi abbiamo promesso in precedenza, non è nostra intenzione parlare solo ed esclusivamente della McLennon, ecco perché oggi abbiamo scelto di analizzare il capolavoro di George Harrison: “While my guitar gently weeps”, contenuta nel “White Album” (1968).

Lo sappiamo, il White Album è uno dei migliori del gruppo, e questo brano è sicuramente il migliore dell’album.
La canzone, secondo Rolling Stones, è al 136esimo posto tra le 500 più grandi canzoni di tutti i tempi e al settimo tra le 100 più grandi canzoni chitarristiche di tutti i tempi. Nonostante questo, però, John, Paul e Ringo non furono abbastanza collaborativi nel brano di George, per questo quest’ultimo dovette affidarsi al suo amico Eric Clapton per la chitarra solista.

Nell’articolo “Watching the wheels”, chi sta scrivendo l’articolo (Frè) vi ha raccontato di come la canzone le faccia pensare a John Lennon come se fosse il suo migliore amico. Ecco, lo stesso accade con George in “While my guitar gently weeps”. 

martedì 8 novembre 2022

#Cinema&SerieTv: Dampyr - Recensione

Il pubblico italiano ha diffidenza nei riguardi di prodotti cinematografici realizzati da maestranze italiane che riguardino il genere. Nonostante, infatti, per anni -in passato- siamo stati tra i principali creatori di miti e diffusori di un immaginario orrifico decisamente florido; oggi, quando viene annunciato un film nostrano, si reagisce sempre con timore. Quando abbiamo smesso di saper fare buon cinema? Quanto effettivamente il pubblico ormai è sfiduciato nei riguardi di questo tipo di prodotti?

#Racconti: il termosifone e il caldaista

È ormai novembre, ma nella dimora del caldaista la temperatura ambiente non è affatto fredda. Nella cucina sembra primavera e in bagno sembra di stare ai caraibi. La stanza da letto è addirittura calda, si può dormire senza coperte. Il caldaista non ci fa neanche troppo caso, almeno non finché viene chiamato in causa dal suo termosifone. Sì, il suo termosifone parla. No, non è un universo fantascientifico dove gli elettrodomestici parlano. Ma quel termosifone parla comunque.

lunedì 7 novembre 2022

#Musica: Gli occhi dell'Arno

Nella notte del 4 novembre 1966, dopo giorni continui di maltempo su tutta l’Italia, la Toscana fu colpita da quello che ancora oggi è uno degli eventi alluvionali più gravi che hanno colpito il nostro Paese.

Furono completamente sommersi dall’acqua i comuni di Firenze, Pisa, del Casentino, del Valdarno, del Mugello, della Maremma, Campi Bisenzio, Sesto Fiorentino, Lastra a Signa, Signa, Empoli, Pontedera, e Grosseto.
Strariparono non solo l’Arno, il Bisenzio, e l’Ombrone ma anche tutti i torrenti e fossi minori.
Nello stesso periodo anche il Veneto subì lo straripamento del Piave, del Brenta e del Livenza; il Friuli dovette arrendersi al Tagliamento e il Trentino all’Adige.

Noi ai tempi non eravamo nati, ma siamo venuti a conoscenza del disastro nel 2005, quando Marco Masini pubblica l’album “Il giardino delle api”. All’interno è contenuto il brano “Gli occhi dell’Arno”, dove Marco racconta l’accaduto con gli occhi dello stesso fiume, associandolo però al suo vissuto, in quanto aveva appena due anni.

Da lì è iniziata la sfilza delle domande poste ai nostri genitori, anche se erano troppo piccoli e distanti dalla Toscana per poter ricordare. Non tutti, però, perché la madre di una compagna di classe di Frè – che sta scrivendo l’articolo – all’epoca studentesse universitaria, partì come volontaria per aiutare chi ne avesse bisogno, facendo parte dell’esercito rinominato “angeli del fango”.

#StorieRomane: Rione Trastevere

L’autunno ci ha fatto tornare stabili a Roma, per questo abbiamo avuto modo di assaporarla di nuovo, di vivere le sue strade e di sentirci un po’ come Carrie Bradshaw quando aveva i suoi appuntamenti con la città.

Oggi vogliamo parlarvi di un quartiere popolare e signorile allo stesso tempo, storico quanto moderno, in continuo movimento e sicuramente conosciuto da chiunque, anche da chi a Roma non ha mai messo piede: parliamo del rione Trastevere, famosissimo e celebrato sia in film che in canzoni popolari.

Il rione ha dato il natale ad Alberto Sordi, ed è simbolo di fede – calcistica e morale – romana a tutti gli effetti. Il rione ha un suo stemma: un leone d’oro in campo rosso a simboleggiare la potenza e la maestà, qualità che non mancano ai trasteverini doc.

sabato 5 novembre 2022

#Racconti: Il cronista nero

In questa città non succede più niente. E di per sé non è qualcosa di negativo: nessun furto, nessun omicidio, nessun rapimento, non si sente parlare neanche di evasione fiscale.

Che l’amministrazione abbia finalmente trovato la chiave di volta per estirpare il male dalla città?