sabato 18 dicembre 2021

#Pensieri: Oltre l'orizzonte

Come al solito quando scrivo su Pensieri, so benissimo che il discorso vale per me ma anche per le altre. Se ho scelto di mettere questo articolo nella categoria più intima del blog è perché credo che ciò che ho passato possa aiutare molte persone. Quando ho visto “Oceania” per la prima volta non nego che ho pianto. Non tanto per la trama o per la profondità del film d’animazione, ma per la canzone “Oltre l’orizzonte”.

Era il 2017, un anno dopo la sua uscita, e proprio come la protagonista Moana -solo in italiano il nome è Vaiana- io vivevo una vita che agli occhi degli altri era perfetta, ma che per me era una prigione. Piccolo riassunto per chi non avesse il film: Vaiana è l’erede dell’isola Motunui, dove agli abitanti è sempre stato proibito andare oltre l’orizzonte del mare, nonostante il passato (sconosciuto alle nuove generazioni) da navigatori. Vaiana è sempre stata attratta dall’esplorare il mare e, anche se il sentimento è rimasto latente per anni, prossima all’elezione come capo villaggio, si libera da quella costrizione. Il testo della canzone descrive pienamente come mi sono sentita per anni e oggi voglio analizzarlo qui, perché come la voce di Chiara Grispo (Vaiana nelle canzoni) mi ha dato la forza di reagire, allo stesso modo mi auguro possa farlo con voi. Aggiungo solo che la versione originale ha come titolo: “How far I’ll go”, ora, chiedo pietà, ma secondo il mio modestissimo parere, la Disney in italiano è molto più matura rispetto alla versione originale inglese. Quindi ecco spiegato il perché voglio riportare il testo italiano. 

#Musica: Dovrai

Per quanto le canzoni contemporanee considerate comunemente "commerciali" ci piacciano, ci facciano cantare, piangere e ridere, e per quanto facciano parte delle playlist che ascoltiamo quotidianamente, non è facile che ci facciano anche venir voglia di dedicargli un articolo qui su 4Muses.
Non perché la "musica commerciale" sia priva di significato o valore (come in molti tendono a pensare), ma perché solitamente per quanto emozionante, un brano non ci fa venir voglia di scrivere una pagina (e mezzo, a volte) di articolo.

venerdì 17 dicembre 2021

#Cinema&SerieTv: La stanza - Recensione

L’horror è il genere per eccellenza che riesce a esorcizzare le paure del pubblico. Un modo controllato con il quale intraprendere una sorta di terapia d’urto, che ci mette faccia a faccia con ciò che molto spesso tendiamo a ignorare. E, nonostante i problemi con cui gli autori di questo genere devono confrontarsi all’interno del nostro paese, riusciamo ad avere pellicole interessanti che riescono a rileggere la nostra società. La pellicola di cui vi parleremo oggi è disponibile su Amazon Prime Video ed è diretta e scritta da Stefano Lodovichi; abbiamo avuto modo di incontrarlo durante l’Heroes Film Festival e ciò ci ha permesso di approfondire ulteriormente alcuni degli aspetti che sono stati trasposti all’interno della pellicola.

"La stanza" racconta la storia di Stella (Camilla Filippi), una madre, che si ritrova sull’orlo di un cornicione. Saltare vorrebbe dire metter fine a tutto, ma un suono le impedisce di portare a compimento tale gesto. L’uomo misterioso che ha bussato alla porta dice di esser un ospite, di aver prenotato una stanza e visto il tempo non sarebbe molto cortese esser mandato via. La stravolta Stella non sa cosa, effettivamente, sia corretto fare; ma alla fine decide di farlo entrar contattando il marito per avere maggior informazioni su tale affitto.

Sappiate che da questo punto in poi l’articolo scenderà nei dettagli e quindi conterrà spoiler sul film.

#Libri: Su un letto di fiori

[Larticolo contiene spoiler]
  
Leggere di uno scrittore giapponese è quasi sempre una forte esperienza interiore, per questo per molti questi libri possono non piacere. A volte mettersi a nudo, riconoscersi in alcune pagine non è per nulla semplice e per questo spesso meritano un’attenzione maggiore rispetto a qualsiasi altro romanzo. Lo abbiamo visto con i due libri di Murakami (“L'uccello che girava le viti del mondo” e “La fine del mondo e il Paese delle Meraviglie”) e con “Kitchen” di Banana Yoshimoto. Oggi vogliamo parlarvi di un altro libro di quest’ultima autrice, “Su un letto di fiori”, uscito nella collana “I narratori” della Feltrinelli nel settembre di quest’anno.

Il libro, di sole centoventotto pagine, segue la storia di Miki, che da neonata è stata trovata avvolta dalle alghe in riva al mare. Da quel momento la sua vita prende una strada fatta di amore incondizionato, dato da una famiglia allargata che, dopo averla trovata, le permette unesistenza spensierata, malgrado alcuni soggetti siano un po’ sopra le righe. Il nonno, infatti, era in grado di esercitare il potere dell’attrazione e di avere una gioia nella vita che riesce a trasmettere anche a sua nipote. Miki e la sua famiglia gestiscono un piccolo bed & breakfast, alle cui spalle sorge un casolare cupo e “stregato”.

giovedì 16 dicembre 2021

#Spettacolo: L'horror in Italia

Non ci stancheremo mai di dirlo: il genere horror in Italia dovrebbe esser più valorizzato. È una cosa nella quale noi di 4Muses crediamo fermamente, perché attraverso di esso si ha la capacità di esorcizzare aspetti intrinsecamente legati alla crescita della società. Esso si evolve, si modifica nel corso del tempo e trasporta sullo schermo i malesseri -più o meno latenti - della popolazione nella quale trae origine. Dopo Dario Argento, in pochi sono stati in grado di prendere tra le mani il testimone di questo genere cinematografico nutrendo la diffidenza da parte del pubblico.

Oggi, infatti, possiamo parlare proprio di questo: diffidenza. Ci è capitato tantissime volte di sentire la frase: non vado a vederlo perché è italiano, come se i cineasti italiani si fossero solo concessi la creazione di film comici, di commedia e i cinepanettoni (cosa che per lungo tempo è stata effettivamente così). La tendenza sta, per fortuna, cambiando. I nuovi registi, le nuove leve, hanno voglia di sperimentare e di esorcizzare i loro malesseri e timori attraverso la macchina da presa. Paolo Strippoli, Stefano Lodovichi e Alessio Liguori ne sono un esempio. I tre registi con i loro "A Classic Horror Story" (che Strippoli ha realizzato in collaborazione con Roberto de Feo); “La Stanza” e “Shortcut” hanno manifestato proprio questa loro voglia di sperimentazione.

L’Heroes International Film Festival ci ha dato l’opportunità di sentire i tre registi e di conoscere i loro pareri intorno questo mondo.

#Arte: L'urlo

"L'urlo" del 1910
Che sia per la dote artistica di un pittore che suscita meraviglia negli occhi di chi la guarda, che sia per un'opera non per forza convenzionalmente bella ma divenuta un simbolo nel corso dei secoli, che sia per la semplicità di un'immagine che riesce a dire tutto o, di contro, per un quadro così enigmatico che sembra non dire niente, è inevitabile che certi quadri entrino in un modo o nell'altro nel cuore della collettività.

"L'urlo" è proprio uno di questi esempi; provate a far vedere questa immagine a chiunque, noi possiamo assicurarvi che non incontrerete nessuno che non la conosca.
Ma voi sapete cosa si cela dietro questo dipinto?

mercoledì 15 dicembre 2021

#Libri: La regina proibita

Su Caterina di Valois storicamente si sa ben poco, tanto che è facile credere a ciò che non può essere confermato, ai tanti pettegolezzi che si sono susseguiti nel corso dei secoli, o ai video su TikTok dei suoi presunti discendenti.
Da amanti della monarchia inglese non abbiamo potuto fare a meno di acquistare il libro “La regina proibita”, di Anne O’Brien, romanzo ispirato proprio sulla storia della Regina Vedova.

Il libro è scritto in prima persona, dal punto di vista di Caterina. È come se lei ci stesse raccontando tutta la sua vita, e noi siamo lì a gioire, ma soprattutto a soffrire, per ciò che le accade.
Questo articolo, quindi, non contiene veri e propri spoiler, visto che narra vicende storiche, ma se volete conoscerla attraverso le “sue” parole, procedete alla lettura dopo aver terminato il libro.