Oggi parliamo di uno dei miei brani preferiti dei Beatles, contenuto nel White Album (1968): Dear Prudence.
Accreditato Lennon/McCartney, ma scritto interamente da John, è – secondo il mio modesto parere – il brano più profondo e dolce che sia uscito dalla sua mente; forse perché scritto durante il ritiro spirituale in India, forse perché dedicato a una grande amica del gruppo, per me dovrebbe avere un posto speciale nel cuore di tutti noi.
La storia del brano è forse tra quelle più note: i Beatles stavano in India per un ritiro di meditazione trascendentale assieme ad altri volti più o meno noti del panorama artistico dell’epoca, tra cui l’attrice Mia Farrow e sua sorella Prudence, a cui è dedicato il brano.
Prudence veniva da un periodo terribile, era sotto stress e aveva preso così seriamente il ritiro da non uscire praticamente mai dalla sua stanza, impegnata nelle lunghissime ore di meditazione.
Passò tre intere settimane in isolamento, nonostante George e John cercassero sempre di farla uscire, almeno per pochi minuti.
I due avvertivano sia un senso di timore per la sua salute, sia di ammirazione perché era davvero disposta a tutto pur di proseguire nel ritiro e ritrovare dentro di sé quel senso di pace che le mancava da tempo.
Il brano arrivò proprio in quei giorni, tant’è che John, George e Paul glielo cantarono persino fuori la sua porta. Lo incisero poi nell’agosto del ’68 – senza Ringo Starr, alla batteria andò Paul McCartney, che nel brano suona anche il piano e il flicorno – per pubblicarlo nel White Album.
La struttura del brano assume il genere di rock psichedelico, anche grazie ai cori – alle tre voci dei Beatles si aggiungono anche quelle del manager e musicista Mal Evans, del chitarrista e cantante Jackie Lomax e del cugino di Paul, John McCartney – ma soprattutto allo stile chitarristico, insegnato a John da Donovan: grande cantautore scozzese, anche lui presente al ritiro in India. Tale stile è caratteristico nel White Album e sarà ripreso anche nei brani “Julia” e “Happiness is a Warm Gun”.
È proprio questo il grande genio dei Beatles: accogliere tutti gli stili emergenti al tempo e renderli unici.
Accreditato Lennon/McCartney, ma scritto interamente da John, è – secondo il mio modesto parere – il brano più profondo e dolce che sia uscito dalla sua mente; forse perché scritto durante il ritiro spirituale in India, forse perché dedicato a una grande amica del gruppo, per me dovrebbe avere un posto speciale nel cuore di tutti noi.
Dear Prudence, won’t you come out to play?
(Cara Prudence, non vuoi uscire a giocare?)
Dear Prudence, greet the brand new day
(Cara Prudence, salute il nuovo giorno)
The sun is up, the sky is blue
(Il sole è alto, il cielo è blu)
It’s beautiful and so are you
(È bellissimo e lo sei anche tu)
Dear Prudence, won’t you come out to play?
(Cara Prudence, non vuoi uscire a giocare?)
Dear Prudence, open up your eyes
(Cara Prudence, apri i tuoi occhi)
Dear Prudence, see the sunny skies
(Cara Prudence, guarda il cielo soleggiato)
The wind is low, the birds will sing
(Il vento è basso, gli uccelli canteranno)
That you are part of everything
(Che sei parte del tutto)
Dear Prudence, won’t you open up your eyes?
(Cara Prudence, non vuoi aprire gli occhi?)
Look around, round (round, round, round…)
(Guarda intorno, torno, torno, torno…)
Look around, round, round (round, round)
(Guarda intorno, torno, torno, torno…)
Look around
(Guarda intorno)
Dear Prudence, let me see you smile
(Cara Prudence, fammi vedere il tuo sorriso)
Dear Prudence, like a little child
(Cara Prudence, come una bambina)
The clouds will be a daisy chain
(Le nuvole saranno una catena di margherite)
So let me see you smile again
(Quindi fammi vedere che sorridi di nuovo)
Dear Prudence, won’t you let me see you smile?
(Cara Prudence, non mi lascerai vedere il tuo sorriso?)
(Cara Prudence, non vuoi uscire a giocare?)
Dear Prudence, greet the brand new day
(Cara Prudence, salute il nuovo giorno)
The sun is up, the sky is blue
(Il sole è alto, il cielo è blu)
It’s beautiful and so are you
(È bellissimo e lo sei anche tu)
Dear Prudence, won’t you come out to play?
(Cara Prudence, non vuoi uscire a giocare?)
Dear Prudence, open up your eyes
(Cara Prudence, apri i tuoi occhi)
Dear Prudence, see the sunny skies
(Cara Prudence, guarda il cielo soleggiato)
The wind is low, the birds will sing
(Il vento è basso, gli uccelli canteranno)
That you are part of everything
(Che sei parte del tutto)
Dear Prudence, won’t you open up your eyes?
(Cara Prudence, non vuoi aprire gli occhi?)
Look around, round (round, round, round…)
(Guarda intorno, torno, torno, torno…)
Look around, round, round (round, round)
(Guarda intorno, torno, torno, torno…)
Look around
(Guarda intorno)
Dear Prudence, let me see you smile
(Cara Prudence, fammi vedere il tuo sorriso)
Dear Prudence, like a little child
(Cara Prudence, come una bambina)
The clouds will be a daisy chain
(Le nuvole saranno una catena di margherite)
So let me see you smile again
(Quindi fammi vedere che sorridi di nuovo)
Dear Prudence, won’t you let me see you smile?
(Cara Prudence, non mi lascerai vedere il tuo sorriso?)
La storia del brano è forse tra quelle più note: i Beatles stavano in India per un ritiro di meditazione trascendentale assieme ad altri volti più o meno noti del panorama artistico dell’epoca, tra cui l’attrice Mia Farrow e sua sorella Prudence, a cui è dedicato il brano.
Prudence veniva da un periodo terribile, era sotto stress e aveva preso così seriamente il ritiro da non uscire praticamente mai dalla sua stanza, impegnata nelle lunghissime ore di meditazione.
Passò tre intere settimane in isolamento, nonostante George e John cercassero sempre di farla uscire, almeno per pochi minuti.
I due avvertivano sia un senso di timore per la sua salute, sia di ammirazione perché era davvero disposta a tutto pur di proseguire nel ritiro e ritrovare dentro di sé quel senso di pace che le mancava da tempo.
Il brano arrivò proprio in quei giorni, tant’è che John, George e Paul glielo cantarono persino fuori la sua porta. Lo incisero poi nell’agosto del ’68 – senza Ringo Starr, alla batteria andò Paul McCartney, che nel brano suona anche il piano e il flicorno – per pubblicarlo nel White Album.
La struttura del brano assume il genere di rock psichedelico, anche grazie ai cori – alle tre voci dei Beatles si aggiungono anche quelle del manager e musicista Mal Evans, del chitarrista e cantante Jackie Lomax e del cugino di Paul, John McCartney – ma soprattutto allo stile chitarristico, insegnato a John da Donovan: grande cantautore scozzese, anche lui presente al ritiro in India. Tale stile è caratteristico nel White Album e sarà ripreso anche nei brani “Julia” e “Happiness is a Warm Gun”.
È proprio questo il grande genio dei Beatles: accogliere tutti gli stili emergenti al tempo e renderli unici.
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