martedì 5 novembre 2024

#Libri: Maledette feste

Uscito il 22 ottobre 2024 ed edito Fazi Editore, “Maledette Feste” di Isabella Pedicini è il regalo che dobbiamo fare a noi stessi e poi a chi più amiamo in vista delle feste che tanto vengono dibattute.


Tutto inizia sotto Halloween con i due schieramenti: pro e contro streghette, zucchette, dolcetti e scherzetti. Fa già abbastanza ridere come una festa possa essere vista come l’ascesa dell’anticristo, neanche stessimo sotto Santa Inquisizione, ma fa ancora più ridere la tesi secondo la quale: “Halloween non va festeggiato perché non è tradizione italiana”. Poi arriva novembre, tutto si dimentica e si va incontro a una festa, il Natale, che ha soppiantato la più pagana delle pagana: Sol Invictus con tradizioni moderne che non solo non appartengono all’Italia, ma che sono state create per puro scopo commerciale.

Ma anche qui, sotto sotto sotto troviamo i due schieramenti: chi deve festeggiare in poppa magna, al via il 24 dicembre a cena per finire di mangiare il 6 gennaio sera, per poi passare qualche giorno di digestivo fino al Carnevale, ma questo è un altro discorso. Dall’altra parte troviamo i Grinch, quelli che: “Il Natale è bellissimo, se passato sotto le coperte, da soli, a guardare Mamma ho perso l’aereo”.

Qualsiasi sia il vostro schieramento, “Maledette feste” fa per voi…

Agata è originaria dell’Irpinia ma si è trasferita a Napoli a diciotto anni, per frequentare l’università e lì è rimasta. Si è sposata con un uomo francese, lavora a un museo di arte contemporanea ed è madre di due bambini piccoli.
La vita a Napoli, come quella in ogni città, è frenetica, scandita da orari e traffico, così è solo grazie alla vetrina di una cartoleria di zona, che vede ogni giorno passandoci per accompagnare i figli a scuola, che comprende lo scorrere del tempo, tra decorazioni che cambiano a seconda delle feste.
Quando arriva il Natale quasi non è più nella pelle, perché ama viverlo in famiglia. Quest’anno, dopo anni, la casa in Irpinia si riempirà dell’intero albero genealogico vivente. A capo dell’organizzazione e della cucina c’è Eugenia, la madre di Agata, almeno finché un imprevisto fa scombussolare i piani e sarà proprio Agata, che mai ha amato cucinare, a doversi sorbire il peso della riuscita. Può una cena essere davvero fondamentale per il Natale?

Io non amo molto le feste comandate. O meglio, non amo il lato consumistico della faccenda. Non faccio regali (a meno che non debba aiutare Babbo Natale con i più piccoli) né li desidero, anche se so che c’è chi ama farne. Mi piace riunirmi con parenti e amici, ma fosse per me starei benissimo anche con una minestrina, purché ci sia del vino rosso. Capito, madre? Nel caso tu stia leggendo: del vino rosso alla Vigilia sarebbe gradito, grazie.
Ma devo dire la verità: i più bei Natali della mia vita sono stati quelli che ho trascorso a letto, con la febbre e i grandi classici (Piccole donne, A Christmas Carol, Il Grinch, qualche film della Disney…) a tenermi compagnia.

A volte credo che tutti noi eccediamo con il Natale per non rispondere alla grande domanda che non vogliamo porci: se potessimo dimenticarci del consumismo, delle convenienze e del dovere, cosa faremmo? Se ricordassimo il Natale solo per quello che è: una festa religiosa per chi crede e la celebrazione dell’inverno e del sole che torna a illuminare più a lungo le giornate per chi non crede, come lo passeremmo?

Con l’ironia pungente e veritiera di Isabella Pedicini proviamo a rispondere a tutte queste domande, ricordandoci, in fondo, che il Natale è la scoperta della luce anche nell’angolo più oscuro della nostra anima e che davvero basta stare insieme a chi si ama per rendere omaggio a questa festa, senza dover passare ore in cucina o spendere un patrimonio per far felici gli altri. Capito, madre?

Sogno un estremo atto di disobbedienza alle imposizioni delle festività di ogni mese e di ogni natura. Datemi la possibilità, anche solo per una volta, di giocarmi un bonus, una carta di libertà che mi dispensi dai banchetti infiniti, dalle visite, dai convenevoli. Sembrerò triste davanti al grande tribunale dei festeggiamenti e insensibile rispetto a chi non ha nessuno con cui festeggiare, ma vivrò quel giorno con animo leggero per aver trasgredito alla legge implacabile del divertimento.

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