venerdì 22 novembre 2024

#NellaCittà: Laudate Sie! Natura e scienza. L’eredità culturale di frate Francesco

Uno dei tantissimi errori, comune sia nei credenti che nei non, in cui incappiamo quando parliamo di religione è la convinzione che questa non possa mai andare d’accordo con la scienza.     
Le due facce della stessa medaglia vengono viste distanti, come se l’una non potesse esistere quando vi è l’altra, dimenticando che – dal punto di vista di chi crede – uno dei sette doni dello Spirito Santo è proprio la scienza, insieme a: sapienza, intelletto, consiglio, fortezza, pietà e timore di Dio.
Se possiamo pensare che tutto questo sia bello solo a parole, Roma ci dà una grandissima opportunità per vedere con i nostri occhi quanto ci sbagliamo.

In occasione dell’ottavo centenario della composizione del Cantico delle Creature di san Francesco d’Assisi, Roma ospita la mostra Laudato Sie: Natura e Scienza. L’eredità culturale di frate Francesco.     
Al Museo di Roma, situato a Palazzo Braschi, fino al 6 gennaio 2025 possiamo ammirare per la prima volta nella Capitale, la più antica copia del Cantico delle Creature insieme ad altre 93 opere tra manoscritti e libri del Fondo antico della Biblioteca Comunale di Assisi, conservati presso il Sacro Convento della città stessa. 


La mostra è divisa in nove sezioni, in un percorso metafisico che ci proietta verso i più grandi misteri della natura umana e non. Iniziamo con il più grande ancora irrisolto: il Creato. Con lo stesso stupore del santo d’Assisi ci immergiamo nelle grandi domande che attanagliano la mente dell’uomo fin dall’alba dei tempi e con esse proseguiamo verso la sala dedicata agli studi francescani sulla Bibbia e le due materie correlate: teologia e filosofia.

Proseguiamo con le prime catalogazioni dei frati, spinti dalla voglia di racchiudere in un unico volume tutto il sapere dell’epoca. Questo darà poi vita alle enciclopedie che ora conosciamo e il nostro stupore accresce quando ci ritroviamo davanti alla teca che conserva la Biblioteca Universale sacro-profana, Venezia 1701 del frate minore conventuale Vincenzo Coronelli, considerata la prima grande enciclopedia di lingua italiana.

Lo sguardo comincia a volgersi all’alto quando entriamo nella sala dell’astronomia, con tutte le nozioni dell’epoca sulla scienza omonima ma anche sulla matematica, la fisica, la chimica e la medicina. Incredibile l’accuratezza dei frati e degli studenti di appuntare accanto ai paragrafi i loro pensieri, e di considerare anche il movimento degli astri per curare certi malanni…

La matematica e la fisica continuano in altre stanze, con una maggiore contemplazione dell’ottica – o scienza della luce, studiata sia dal punto di vista fisico-matematico, sia fisiologico – e delle teorie aristoteliche dei maestri delle università medievali.

Il lato ribelle dei francescani arriva con la sala dedicata all’alchimia, scienza che ai tempi era vietata dalla Chiesa, ma che con il profondo studio francescano sulle varie trasformazioni di minerali e metalli ha dato delle solide basi per il pensiero scientifico moderno.

Non solo teorici, i francescani mettevano in pratica quanto studiato nel corso della vita, e lo troviamo nella sala dedicata alla medicina, all’anatomia e alla chirurgia.

Ciò che stupisce è l’accuratezza con cui sono state studiate tutte le materie, in secoli dove per congettura popolare regnava la più ricca ignoranza. I testi, le nuove idee venivano scritte e messe a favor di tutti, con simboli ed espressioni semplici e chiari, tanto da farci chiedere: dove sono finite tutte queste profondità e umanità del sapere italiano? Personalmente sono rimasta esterrefatta quando ho visto con i miei occhi i disegni sull’astronomia, la chimica, o la fisica e sulle loro spiegazioni così vicine, praticamente identiche alle scoperte degli ultimi due secoli…
Insomma, uscire dalla mostra ci dà una nuova consapevolezza: credere in Dio non equivale a essere ignorante, anzi.

Se non riuscite a vederla a Roma, non temete, perché riaprirà ad Assisi, presso le sale del Sacro Convento dal 7 aprile 2025 al 12 ottobre 2025.

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