L’articolo seguente è stato scritto da Camillo Cantarano a seguito della partita di Europa League Ajax-Maccabi Tel Aviv.
Approfitto di questa introduzione per ringraziarlo di cuore: il suo pensiero e il suo occhio attento sull’attualità sono tra i doni più belli nella mia vita, così quando li metto a disposizione di 4Muses e del web in generale, il mio cuore si riempie d’orgoglio.
Buona lettura.
Approfitto di questa introduzione per ringraziarlo di cuore: il suo pensiero e il suo occhio attento sull’attualità sono tra i doni più belli nella mia vita, così quando li metto a disposizione di 4Muses e del web in generale, il mio cuore si riempie d’orgoglio.
Buona lettura.
Non c’è più la copertura di una volta, signora mia.
«Mostrate solo quello che volete. Siete un megafono della propaganda israeliana, se guardaste quello che vediamo noi, avreste il quadro completo». Questo è il sunto delle conversazioni che ogni professionista ha quotidianamente con i suoi amici, arabi e non solo, sul suo lavoro. E ogni volta noi diciamo di no, che quella che seguono loro anche è informazione di parte, che abbiamo un sistema dei media sano e dinamico e che comunque non si può fare di tutta l’erba un fascio. Eppure…
Ieri c’è stata la partita di Europa League Ajax-Maccabi Tel Aviv. La partita è finita 5-0 per gli olandesi, ma sugli spalti la tensione era alle stelle. Ma su quello torneremo dopo. Alla fine della partita, sono scoppiate violenze orribili fra gruppi ultras, quel tipo di violenze a cui le polizie europee si stanno assuefando un po’ troppo: attacchi per strada, 10 tifosi israeliani feriti, un accanimento che non è degno di una città europea. Il governo israeliano (un governo che la Corte dell’Aia ha riconosciuto responsabile di azioni di apartheid) ha parlato di accanimento senza precedenti, ha mandato aerei per venire a prendere gli ultras e ha chiesto un’azione forte ai suoi omologhi olandesi; Gert Wilders, uno a cui l’apartheid tutto sommato non dispiace, ha detto che è il momento di bloccare la “feccia multietnica” (buona parte dei tifosi dell’Ajax sono di origine marocchina) responsabile di questo “pogrom antisemita che ha trasformato Amsterdam nella Gaza d’Europa”. Eppure…
Eppure nessun media italiano ha riportato i fatti del pomeriggio, quando il corteo dei tifosi del Maccabi in giro per la città ha gridato slogan contro la Palestina e alcuni ultras si sono addirittura arrampicati sui cornicioni delle case per staccare le bandiere e dargli fuoco in punblico. Inoltre, ci sono stati attacchi a case con spranghe e a un tassista che gli aveva chiesto di fermarsi. Sia chiaro, le autorità olandesi stanno indagando su singoli incidenti che non sono stati per forza commessi dai tifosi israeliani. Ma le violenze dei cortei e gran parte dei canti sono riconducibili a loro.
E qui arriviamo a noi. Un’informazione equilibrata e corretta riporterebbe sia l’incivile e inaccettabile aggressione di ieri sera che i tafferugli del pomeriggio precedente. Invece, cercando qualsiasi riferimento a vandalizzazione di bandiere palestinese, non trovo nulla in italiano. Repubblica titola «Tifosi israeliani aggrediti dopo Ajax-Maccabi: Netanyahu manda due aerei a recuperare gli ultrà. Cinque feriti. Wilders: “È stato un pogrom”», seguito da «Il tifo israeliano e il rischio di diventare un bersaglio in Europa». Considerando la centralità che il calcio ha nel quotidiano fondato da Eugenio Scalfari, una bella sorpresa. Domani usa l’aggressione come “copertina” per il live delle notizie sul Medio Oriente. Per seguirlo, basta cliccare su un articolo dal titolo «Tifosi del Maccabi attaccati ad Amsterdam. Herzog “pogrom antisemita”». Nemmeno il Fatto Quotidiano, tendenzialmente sempre su posizioni “antagoniste”, non ha citato l’accaduto dei giorni precedenti. Ma ci tiene a sottolineare che gli assalitori urlavano “Palestina Libera”. E questo senza citare i giornali del centrodestra o il Foglio (con un sobrissimo «Inseguiti e linciati in quanto ebrei: il pogrom contro i tifosi israeliani ad Amsterdam»).
Ora, la situazione è sicuramente gravissima, e nessuno vuole minimizzare la questione degli scontri fra ultras e le eventuali motivazioni antisemite che ci sono dietro. Quello che lascia perplessi è che chi sta scrivendo ora ha cercato la notizia in inglese. E ha trovato prima l’agenzia Anadolu che riportava i tafferugli (anche quelli in maniera sbilanciata, sia chiaro) e poi il Telegraph, non esattamente un giornale arabo o di estrema sinistra. E quindi, oltre alla paura della censura, ce n'è un’altra: l’ansa riporta, a grandi linee, tutti i contenuti di tutti gli articoli scritti dai principali giornali oggi (e che, teoricamente, i portali web potrebbero aggiornare in ogni momento). Non è che invece della censura, il problema delle redazioni ê la pigrizia?
Camillo Cantarano
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