mercoledì 16 ottobre 2024

#TheBeatles: Please Please Me

Anche se “Please Please Me” non è di certo all’altezza dei successivi brani firmati da John Lennon – o per rimanere in tema Beatles da Lennon/McCartney – è nella mia top 10 delle migliori canzoni dei Beatles.
Contenuta nell’omonimo album uscito nella primavera del 1963, insieme a “Love me do” è il brano che conferma i Beatles non più come fenomeno del momento, ma come complesso che sa come fare musica, sa come tenere il ritmo sul palco ma soprattutto come parlare ai giovani e far perdere loro la testa…

Per la prima volta gli adolescenti hanno potuto confrontarsi con artisti che parlavano proprio a loro e che non avevano paura di dire: “Hey, sapete? I giovani, adolescenti o non sposati fanno sesso, e noi ve lo cantiamo pure”.
Che la beatlemania con conseguente rivoluzione sessuale e giovanile degli anni Sessanta abbia inizio!
 
Last night I said these words to my girl
(Ieri sera ho detto queste parole alla mia ragazza)
I know you never even try, girl
(So che non ci provi nemmeno, ragazza)
Come on (come on) come on (come on)
(Dai (dai) dai (dai))
Come on (come on) come on (come on)
(Dai (dai) dai (dai))
Please, please me, whoa yeah, like I please you
(Per favore, soddisfami come io soddisfo te)

You don’t need me to show the way, love
(Non c’è bisogno che ti mostri come, amore)
Why do I always have to say, love
(Perché devo sempre dirlo, amore)
[RIT]

I don’t want to sound complaining
(Non voglio sembrare lamentoso)
But you know there’s always rain in my heart
(Ma sai che nel mio cuore c’è sempre la pioggia)
I do all the pleasing with you
(Fatto di tutto per compiacerti)
It's so hard to reason with you
(È così difficile ragionare con te)
Whoa yeah, why do you make me blue?
(Perché mi rendi triste?)

Non è stato facile rendere in italiano il gioco di parole in “Please please me”. Certo, può riferirsi a una supplica di far innamorare di sé la donna tanto desiderata, come può riferirsi alla voglia del ragazzo di farsi ascoltare e dar retta dalla fidanzata forse troppo presa da sé… o ancora al semplice ma sempre funzionante sesso orale, perché si sa che “sex sells” (il sesso vende), eccome se ha venduto...


Torniamo indietro nel tempo, a un John adolescente che scriveva le prime canzoni strimpellando insieme a Paul nella casa di zia Mimi.
E ancora più indietro, quando un John ragazzino sentiva la madre Julia cantare “Please”, il grande successo di Bing Crosby del 1932, con il celebre verso: “Please lend your ears to my pleas” (trad. “Per favore, ascolta le mie suppliche”).
E forse era proprio su questo tema che il giovane John voleva farsi ascoltare. La prima composizione, infatti, aveva toni lenti, piagnucolosi, tipici di chi ha il cuore sempre pieno di pioggia, proprio come il carattere di John, e non sa come farsi sentire.

In soccorso arriva il quinto beatle, il produttore George Martin che decide di accelerarne il ritmo, al come può pensarci Paul McCartney che ispirandosi agli Everly Brothers armonizza il brano che piace fin da subito anche a George Harrison e Ringo, tanto da registrarlo con così tanta energia che la frase di Martin a fine incisione risulterà profetica: “Signori, avete appena finito di incidere il vostro Numero Uno!

L’album vincerà il disco d’Oro in Australia e Canada, mentre si aggiudicherà il Disco di Platino in: Argentina, Danimarca, Regno Unito e Stati Uniti, ma di questo abbiamo già parlato.
All’uscita del brano, questo raggiunge la terza posizione nella classifica Hot 100 Billboard.

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