Tra i film in concorso di Venezia80 troviamo una pellicola Danese dal titolo “Bastarden”. Siamo nel 1755 e lo squattrinato capitano Ludvig Kahlen (Mads Mikkelsen) parte alla conquista delle aspre e desolate lande danesi con l’obiettivo di costruire una colonia in nome del Re. La ricompensa, per tale missione, sarà un titolo nobiliare da lui disperatamente desiderato.
L’unico sovrano di quella zona è lo spietato Frederik De Schinkel (Simon Bennebjerg) ed è convinto che la brughiera gli appartenga; di conseguenza, si frapporrà con tutte le sue forze per impedire il raggiungimento tanto agognato da Ludvig.
Inizia così una battaglia impari dove da una parte troviamo schierati impegno e determinazione; dall’altra invece abbiamo ricchezza e follia. La determinazione, però, costerà cara a Ludvig: l’uomo, infatti, rischierà di perdere ogni singola cosa da lui posseduta per poter inseguire il suo sogno. Frederik, dal canto suo, non ha molto da perdere e può usare la sua potenza e la sua coercizione per poter alimentare la propria follia.
L’unico sovrano di quella zona è lo spietato Frederik De Schinkel (Simon Bennebjerg) ed è convinto che la brughiera gli appartenga; di conseguenza, si frapporrà con tutte le sue forze per impedire il raggiungimento tanto agognato da Ludvig.
Inizia così una battaglia impari dove da una parte troviamo schierati impegno e determinazione; dall’altra invece abbiamo ricchezza e follia. La determinazione, però, costerà cara a Ludvig: l’uomo, infatti, rischierà di perdere ogni singola cosa da lui posseduta per poter inseguire il suo sogno. Frederik, dal canto suo, non ha molto da perdere e può usare la sua potenza e la sua coercizione per poter alimentare la propria follia.
I due uomini si annienteranno lentamente. Mossi da motivazioni contrastanti, sono due facce della stessa medaglia. Due machiavellici combattetti che non si risparmiano reciproci colpi. Una guerra che si scontra con la reale imprevedibilità della vita che gioca brutti tiri mancini quando meno ce lo aspettiamo.
Il commento stesso del regista ci guida vero la lettura di quest’opera “Noi facciamo piani e Dio se la ride” perché, in fin dei conti, si dice “che sia fatta la Tua volontà” non la nostra. L’uomo può inseguire i suoi scopi, ma se sono poco nobili possiedono un contraccolpo non da poco. Il tutto, quindi, si alterna sulla scena con una drammaticità costante. Tutto il contraddittorio dell’animo umano prende scena tra intrighi e passioni, mentre gli amori nascono e sfioriscono lasciando il posto alla bieca ambizione. Due uomini che si muovono sul campo di battaglia non guardando i compagni che li circondano e quanto questi siano disposti al sacrificio per poterli sostenere.
Bastarden, con un’ottima regia e un’interessante storia, appassiona il suo pubblico. Si viene, così, trascinati all’interno della legge del caos e dominarla è pressoché impossibile. In questo modo, è stato delineato un western atipico che si distacca quel tanto che basta dai dettami del genere per poter creare qualcosa di inedito. Abbiamo il conflitto tra due uomini, una bella contesa, ma soprattutto una terra da dominare e coltivare, il tutto condito da folklore nordico e dai perfetti costumi che ci riportano indietro nel tempo. Un dramma in costume che si ibrida a tal punto da innescare interessanti dinamiche.
La regia di Nicola Arcel è invisibile: non giudica l’agire di nessuno dei suoi personaggi, ma mostra solo lo scopo per cui si muovono. Le sue inquadrature, così come l’intera narrazione, sono l’ordine assente dalla vita dei suoi protagonisti. In questo modo la recitazione di ogni singolo attore viene sapientemente condotta verso il bersaglio finale: il raccontare lo scontro e la sua potenza distruttrice.
La regia di Nicola Arcel è invisibile: non giudica l’agire di nessuno dei suoi personaggi, ma mostra solo lo scopo per cui si muovono. Le sue inquadrature, così come l’intera narrazione, sono l’ordine assente dalla vita dei suoi protagonisti. In questo modo la recitazione di ogni singolo attore viene sapientemente condotta verso il bersaglio finale: il raccontare lo scontro e la sua potenza distruttrice.
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