Non scherziamo, né esageriamo, quando diciamo che abbiamo atteso mesi, forse anni, per poter scrivere questo articolo. Sentivamo che non era mai il momento adatto, c’era sempre qualcosa che ci bloccava dal metterci seduti e lasciare che il flusso dell’inconscio mettesse mano su “Peter Pan”, canzone di Enrico Ruggeri tratta dall’omonimo album del 1991.
Prima di cominciare la nostra analisi (del tutto soggettiva, dal nostro punto di vista), vi lasciamo con un estratto di un intervista al “Corriere della Sera” dello stesso Ruggeri sul brano:
“L'ho scritta senza ben rendermi conto di chi stessi parlando, tant'è vero che nel testo non c'è nessun riferimento diretto a Peter Pan. Solo il giorno dopo, rileggendola, mi sono reso conto.
L'immagine di Peter Pan la porto con me da sempre, dai tempi del seggiolone, per intenderci. Era mia madre che mi raccontava questa storia che non mi stancavo mai di ascoltare. E con Peter Pan sognavo. Trovo la sua figura affascinante e probabilmente la presenza di un bambino accanto a me ha risvegliato ancor più quel ricordo. Ma è soprattutto un gioco della fantasia, nella quale mi rifugio ogni volta che voglio sfuggire dalla realtà.”