Ricordare il nostro passato è un ottimo modo per ringraziare il presente e tenere al sicuro il futuro da errori atroci che difficilmente possono essere perdonati; ecco perché è fondamentale ascoltare le parole di chi è stato bambino, ragazzo e adulto prima di noi cercando di non rimanere asettici nell’ascolto, ma empatizzando a tal punto da immedesimarsi nella persona che sta parlando.
È ciò che cerchiamo di fare il più possibile, proprio per conoscere le molteplici sfumature dell’essere umano, ed è un “esercizio” che abbiamo sviluppato fin da ragazzini. La prima volta che ci siamo imbattuti in “prima persona” negli anni della Seconda Guerra Mondiale, l’abbiamo fatto, un po’ come tutti, con Anna Frank e il suo diario. Eppure, per quanto la guerra ha riguardo anche l’Italia, ci siamo sentiti un po’ distanti, ecco perché abbiamo cominciato a domandare il più possibile ai nostri nonni, ai loro amici e persino ai vecchietti sconosciuti incontrati nei bar o ai parchi.
All’epoca non conoscevamo “Una bambina e basta” di Lia Levi, ma fortunatamente abbiamo recuperato.
È ciò che cerchiamo di fare il più possibile, proprio per conoscere le molteplici sfumature dell’essere umano, ed è un “esercizio” che abbiamo sviluppato fin da ragazzini. La prima volta che ci siamo imbattuti in “prima persona” negli anni della Seconda Guerra Mondiale, l’abbiamo fatto, un po’ come tutti, con Anna Frank e il suo diario. Eppure, per quanto la guerra ha riguardo anche l’Italia, ci siamo sentiti un po’ distanti, ecco perché abbiamo cominciato a domandare il più possibile ai nostri nonni, ai loro amici e persino ai vecchietti sconosciuti incontrati nei bar o ai parchi.
All’epoca non conoscevamo “Una bambina e basta” di Lia Levi, ma fortunatamente abbiamo recuperato.