Come sempre accade quando vado, se sto in prossimità dell’appartamento del mio amato papa Borgia, anche conosciuto come Alessandro VI, accelero il passo e sparisco dai radar. Chi mi conosce sa che mi troverà poi alla Cappella Sistina, a volte anche a terra perché mi viene automatico svenire ogni volta che vi entro.
Così sparisco dai radar di Gianluca a un passo dall’appartamento di colui che definisco mio marito, ma lui riesce a ritrovarmi dopo qualche minuto chiedendomi: “Ti sei mai accorta che c’è un van Gogh?” Un van Gogh? A Roma? Cosa? Così torno indietro – chi è stato ai Musei Vaticani sa che è tipo supervietato indietreggiare – ed eccolo là: Pieta, di Vincent van Gogh. What?! Ma da quanto tempo sta qui? Da tipo il 1973, come dono da parte della Diocesi di New York, oh, well thank you. Attenzione: non sono un’esperta di arte, ne so poco di niente, perciò parleremo dell’opera alla mia maniera.
Leggendo la spiegazione posta accanto al quadro, sia io che Gianluca notiamo che van Gogh ha dipinto “Pietà” pochi mesi prima la sua morte, avvenuta a luglio del 1890.
Il pittore era un fervido credente, possiamo definirlo anche ossessionato dalla Parola di Dio. Non mancava di parlare di Lui, di predicare persino e di insegnare catechesi ai meno fortunati. Questo suo amore per la Fede trova la conferma nell’umiltà di non sentirsi degno di raffigurare nulla di Sacro, spendendoci veramente poco tempo.
Nel 1889, però, quando è ricoverato nell’ospedale psichiatrico e preda delle sue più grandi crisi, si ritrova una litografia della Pietà di Eugène Delacroix. Ha subito in mente di dipingere una tela ispirata proprio a quella, dando colore all’immagine che vede e di regalarla alla sorella Willemien, con la quale aveva un rapporto più stretto perché era la sua più grande sostenitrice.
Willemien aveva uno spirito libero: non si sposò, amava viaggiare per il mondo, amava l’arte, la letteratura e fu tra le prime femministe del tempo. Per tutti questi motivi veniva considerata dalla società come una pazza, disturbata, una persona da cui stare alla lontana, ed è per questo che Vincent, così simile a lei, riusciva anche a vedere tutta la sua sofferenza, la stessa della Madonna che con il suo unico figlio morto sulla Croce, non vuole rimanere affranta, ma anzi lo offre al mondo.
La figura del Cristo, sebbene sia sempre sulla base di Delacroix, per alcuni può essere un autoritratto dello stesso Vincent, probabilmente perché i colori lo ricordano e perché l’opera è stata eseguita nel periodo dei suoi grandi autoritratti.
Questa, però, non è l’unica versione. La prima, più grande e dai toni più accesi, la regalò al fratello Theo ed è ora esposta al Van Gogh Museum, ad Amsterdam.
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