giovedì 12 settembre 2024

#SullaStrada: Sermoneta

Facevo le scuole medie la prima volta che andai a Sermoneta, comune (città dal 2021) di appena quarantacinque chilometri quadri situato in provincia di Latina, tra l’Agro Pontino e i monti Lepini.


Non sono mai stata avvezza ai piccoli centri, provenendo da Roma, ma ricordo che rimasi piacevolmente sorpresa dalla bellezza del posto tanto che già sul pullman del ritorno pensavo a tornarci.
Sono passati circa venticinque anni da quell’unica gita e non vi ho più messo piede, almeno fino a quest’estate…
 
Poco e niente è cambiato a Sermoneta, che continua a mantenere la sua eleganza e fascino medievale.

La sua storia è più che antica. Nell’Eneide di Virgilio viene citata la città Sulmo, che si pensa sorgesse proprio nei territori ora occupati da Sermoneta, ma per l’ufficialità di territorio e nome bisogna aspettare l’XI secolo, anche se che il luogo fosse abitato lo capiamo dalla presenza dell’Abbazia di Valvisciolo, edificata nellVIII secolo dai monaci greci e restaurata nel XIII secolo dai templari, fino ad arrivare al XIV secolo, quando passò in mano ai cistercensi.

È proprio dal XIII secolo che abbiamo le primissime notizie documentate della città, che dal dominio degli Annibaldi passò a quella dei Caetani, circa nel 1297.
All’epoca la città era molto importante dal punto di vista geografico, perché sorgeva lungo la via Pedemontana che collegava il Nord e il Sud Italia. Così la famiglia Caetani, già nota all’epoca per il suo grandioso lavoro nella città di Gaeta, si insediò senza problemi e nel 1299 Pietro Caetani divenne il primo Signore di Sermoneta.
Il castello Caetani, costruito in precedenza dalla famiglia Annibaldi come fortezza militare, è tenuto ancora oggi in perfetto stato, ed è aperto al pubblico che lo può visitare senza problemi.

La dinastia Caetani procede senza problemi, almeno fino a Guglielmo (1475-1519) perché nel 1499 papa Alessandro VI lo sequestra per venderlo alla figlia Lucrezia Borgia. Poco dopo nasce il primo figlio di lei: Rodrigo d’Aragona che nel 1501, a soli due anni, riceve dal nonno e papa il titolo di duca di Sermoneta, governato nel frattempo da Francesco Borgia, cardinale di Cosenza. È sotto il periodo Borgia che il castello viene ristrutturato, mantenendolo così come è oggi. Ma, come tutte le cose belle, l’era Borgia finisce presto, con la morte di Alessandro VI nell’agosto del 1503. A questo punto il ducato torna in mano ai Caetani.

La decadenza dell’importante centro, però, è alle porte. Il XVI secolo segna importanti lavori alla bonifica dell’Agro Pontino e la via Appia torna a essere agibile. I Caetani colgono l’occasione per spostarsi più vicini a Roma, a Cisterna di Latina.

Nel frattempo, proprio a Sermoneta, nasce Girolamo Siciolante (1521-1580), pittore italiano allievo di Leonardo da Pistoia e molto in voga a Roma nella metà del Cinquecento, quando entra nella bottega di Perin del Vaga, partecipando alle decorazioni dell’appartamento farnesiano a Castel Sant’Angelo.     
Sono tante le sue opere sparse per l’Italia, a Roma possiamo menzionare: il “Battesimo di Clodoveo e Remigio” nella cappella interna della chiesa di San Luigi dei Francesi, la “Vita della Vergine” nella chiesa di San Tommaso ai Cenci, una “Crocifissione” nella basilica di San Giovanni in Laterano e un’altra alla chiesa di Santa Maria in Monserrato degli Spagnoli; ancora “Trasfigurazione” alla basilica di Santa Maria in Ara Coeli, “Natività” alla chiesa di Santa Maria della Pace, “Martirio di Santa Caterina” nella basilica di Santa Maria Maggiore. Altre opere possono trovarsi a Bologna, alla basilica di San Martino Maggiore; ad Ancona, alla chiesa di San Bartolomeo e a Palazzo Orsini a Monterotondo.

La sua prima opera, in origine deposta nell’abbazia di Valcisciolo, è ora conservata al Castello Caetani.

Altro noto pittore nato a Sermoneta è Antonio Cavallucci (1752-1795) che studia a Roma grazie al mecenate Francesco Caetani, XI duca di Sermoneta (1738-1810).
Il suo primo insegnante è Stefano Pozzi (1699-1768), per poi passare a Gaetano Lapis (1706-1773) e concludere gli studi all’Accademia di San Luca dal 1769 al 1771.
Tante sono le sue opere, perciò citerò le più importanti: a Roma troviamo “Sant’Elia e il Purgatorio” a San Martino ai Monti; a Città del VaticanoQuo vadis?” alla Sagrestia di San Pietro e “Presentazione di sant’Andrea a Gesù”, Tesoro di San Pietro, Cappella dei Beneficiati. A RovigoRitratto di Girolamo Silvestri”, tenuto alla Pinacoteca dell’Accademia dei Concordi a Palazzo Roverella. “Presentazione della Vergine” alla Cattedrale di Spoleto; “Investitura di S. Bona”, alla Cattedrale di Pisa; “Principe del Belvedere” al Museo Nazionale di Capodimonte, Napoli; a CataniaPresentazione a San Benedetto dei discepoli Placido e Mauro”, “San Benedetto nel deserto libera un uomo dalle catene” entrambe presenti alla chiesa di San Nicolò l’Arena; “Sacra Famiglia”, invece, è al Museo diocesano. Finiamo con Urbino, dove al Duomo possiamo vedere il suo “San Giovanni Evangelista” e con Assisi, dove alla basilica di Santa Maria degli Angeli è presente il suo “San Francesco annuncia il Perdono alla folla”, nella Cappella di San Diego d’Alcalà.

Per Sermoneta l’inizio del Novecento segna l’ufficiale declino, con gli abitandi che, a causa dell
’ultima bonifica dell’Agro Pontino si spostano in centri più attivi come Cisterna di Latina, Latina e Roma. Se da una parte il numero della popolazione scende, dall’altra sale il turismo, perché Sermoneta è ancora oggi meta ideale per una gita fuori porta o per prendersi qualche giorno di riposo, grazie anche alle continue attività culturali che il borgo offre.

Possiamo ammirare la Festa dei fauni (il 18 marzo), in estate ci sono il Festival Pontino di Musica e il Festival Internazionale Sermoneta in Folklore. L’autunno inaugura la Secolare Fiera di San Michele e ogni seconda domenica di ottobre vi è la Rievocazione storica della Battaglia di Lepanto.

Così come Roma, anche Sermoneta si presta a essere un ottimo set a cielo aperto. Tra i film più importanti girati troviamo: “La Ciociara” (1960), “Totò contro il pirata nero” (1964), “Non ci resta che piangere” (1984) e “I Borgia” (2012).

Nessun commento:

Posta un commento