giovedì 1 dicembre 2022

#Pensieri: Dietro le quinte

Più volte, qui sul blog o in radio, parliamo di come l’arte sia a tutti gli effetti una vocazione, una chiamata. Dentro ogni artista c’è una voce che ci spinge a creare, a mettere nel mondo materiale immagini e parole che abbiamo in testa e che non vanno via finché l’atto non raggiunge la sua perfezione nel compiersi.

Nella vita di tutti i giorni, tra una passeggiata, una chiacchierata ed eventi lavorativi, mi capita di osservare gesti e azioni che mi stringono il cuore e che nel corso delle ore, delle settimane, mi ritornano in mente, contornati da nuovi scenari, fatti da altre persone e so che mi daranno il tormento finché non le metterò per iscritto, in un racconto, in un articolo o anche in un disegno.
Quando sono andata dalla psicologa, lei è stata da subito chiara con me, chiedendomi se fossi brava a scrivere perché sono a tutti gli effetti un’artista. Mi ha spiegato come funziona la mente umana e come funziona poi quella delle persone ricche di creatività. Sono rimasta affascinata, ma non ho mai preso sul serio le sue parole, almeno finché non mi sono ritrovata nel mezzo di amicizie con artisti di ogni genere.

Non scrivo questo articolo per superbia, né per risultare indisponente. Vedete, in realtà lo scrivo rivolgendomi a coloro che amano l’arte e vorrebbero vivere per l’arte. A tutti quelli che si chiedono se ne sono degni o no, e anche a chi ha un artista tra le proprie amicizie e proprio non sa come prenderlo.

mercoledì 30 novembre 2022

#Racconti: Suona

Un giovane vaga confuso e senza ricordi. Intorno a lui non c'è niente. Spazio bianco, pagina vuota. Un carillon in mezzo al nulla. Il giovane, incuriosito, prima osserva l'oggetto, poi inizia a parlarci.

#Pensieri: It's my life

Da buona fan del rock, in ogni mia playlist non posso di certo far mancare i Bon Jovi.

Nel 2000 il gruppo fa uscire il singolo: “It’s my life”, che li fa tornare in auge anche per le nuove generazioni, per lo più europee. Il successo fu così popolare tanto che il ritornello ha risuonato su tutte le radio per i primissimi anni del Duemila.

A metà ottobre, mentre ero seduta su una panchina di un parco pubblico di Roma, mi sono imbattuta in molteplici stormi di rondini che migravano verso sud. Mi sono chiesta: “Loro sanno a cosa andranno incontro? Fame, stanchezza, pericoli… lo sanno? Ma davvero mi interessa saperlo? Lo sanno o non lo sanno, non cambia il fatto che attraversano metà del nostro Pianeta per continuare a vivere.” È come se avessero un sentore, una voce che dicesse loro: “Ecco, è il momento, parti”. Ed è lì che la mia mente mi ha riportata alla canzone. 

martedì 29 novembre 2022

#Pensieri: Macchine e minatori

La gente parla di qualità, ma non so se l’umanità possa essere già pronta. Ancora legato a questa sedia immaginaria (che è più reale di quanto pensiate) scrivo. Non mi interessa se non mi capite, io scrivo.

Inizia una nuova era nel sogno condiviso che chiamiamo realtà. Ebbene, sono troppo sveglio per delirare, ma sono troppo stanco per fare altro. Devo scrivere.

No, non è bastato il quarto articolo, perché adesso sono in ritardo, e devo farne altri quattro per questa settimana.

#Libri: Vorrei che fossi qui

In questa premessa parlerò in prima persona, perché ci tengo particolarmente.
Vorrei che fossi qui”, di Jodi Picoult, non è stato tra i libri che ho scelto personalmente, sarebbe dovuto andare a un’altra persona, ma come sempre accade nella vita, sono le situazioni più inaspettate quelle a essere considerate le migliori.     
Anche se la Fazi Editore, che ringraziamo sempre di cuore, lo ha mandato in anteprima, ho potuto leggerlo solo qualche giorno dopo la sua uscita, il 25 ottobre 2022.    

Ebbene, nonostante sia appena iniziato novembre mentre sto scrivendo questo articolo e manchino quindi due mesi, sei o sette libri da leggere, posso dire con orgoglio che il libro della Picoult ha vinto il mio personalissimo premio di “miglior libro del 2022”, e nell’articolo spiego il perché.

Voglio anche ringraziare chi ha dovuto rinunciare a leggere il libro, così da portelo fare io. Grazie, davvero!

lunedì 28 novembre 2022

#Disney: Strange World - Recensione

La Disney firma un altro piccolo capolavoro dell’animazione, portando in sala adulti e piccini dal 23 novembre per il suo: Strange World – Un mondo misterioso. Una pellicola che, come ha sostenuto il regista, è mirata al pubblico di ogni fascia d’età, da ogni parte del mondo, perché ci spinge a sognare una piccola utopia.

Attraverso le pagine pulp di un fumetto, conosciamo le grandi avventure compiute dai Clade. Padre e figlio sono due grandi avventurieri: il primo ha concretizzato come scopo della propria vita il cercare di scoprire cosa ci sia al di là delle montagne che circondano la città nella quale vivono; il secondo è più incentrato nella ricerca e nella scoperta inerente alla flora. Uno scontro generazionale che spinge i due protagonisti a raffreddare il loro rapporto e a perdersi di vista nel corso degli anni. Searcher Clade, una volta separatosi dal padre in città non fa altro che cercare di avviare la propria fattoria. Si distacca, dunque, dalle orme del padre vivendo per venticinque anni con la voglia di non diventare come chi lo ha cresciuto. La propria famiglia, infatti, prospera grazie alla sua scoperta del Pando: una pianta che, con le sue proprietà elettriche, dà energia a tutta la città. Searcher, per la comunità, è un eroe esattamente come lo è stato quell’esploratore del padre disperso dopo la loro ultima avventura.

#Mitologia: Vuoto

Forse non è il titolo più adatto, ma scrivendo questo articolo ci siamo figurati l’essere umano come un recipiente vuoto che può decidere quotidianamente di cosa riempirsi.

Dopo aver affrontato i temi della morte e del dolore, oggi parliamo della sensazione di tristezza che deriva dopo un qualsiasi lutto (che sia la morte di una persona cara o la fine di una qualsiasi fase della nostra vita). Vogliamo concentrarci meglio sul morire mentre si sta vivendo, sul decidere di rimanere ancorati al passato invece di andare avanti.

In latinovuoto” deriva dal participio passato del verbo “vocēre”, che vuol dire “esser libero”. È proprio questo il significato che abbiamo voluto dare al senso dell’articolo: dopo una fase dolorosa della vostra vita, dovete sentitevi liberi di esprimervi come meglio credete, ma se non riuscite a trovare una debole speranza, forse potremmo aiutarvi.