venerdì 25 marzo 2022

#Arte: Jean-Michel Basquiat

Noi di 4Muses crediamo sia fondamentale conoscere l’origine delle cose, che sia di una corrente letteraria, di un evento storico, di una parola… lo crediamo così tanto che se non sappiamo come e da dove prende origine una determinata cosa, non riusciamo nemmeno a iniziare un discorso o a informarci sugli eventi in corso.
Insomma, avete presente quella famosa citazione di Oscar Wilde: “A volte è meglio tacere e sembrare stupidi che aprir bocca e togliere ogni dubbio”? Ecco, secondo noi tutti dovrebbero ragionare così, il mondo sarebbe un posto migliore per tutti.

Visto che ci rendiamo conto che sembra un attacco assolutamente fuori contesto, ci teniamo a spiegarvi da cosa è scaturito.
L’altro giorno scorrendo su Facebook, abbiamo visto un post; c’era una foto di “Aopkhes” (dipinto nel 1984) di Jean-Michel Basquiat e la domanda era molto semplice: “Voi lo considerate arte?”. Ora, al contrario di quello che si potrebbe pensare, non è stata tanto la domanda in sé a farci storcere il naso (anche perché sarebbe potuta iniziare una conversazione interessante), quanto le risposte delle persone sotto al post, una tra tutte: “No, è un disegno fine a se stesso”.
Non pretendiamo che tutti trovino tutto bello, ci mancherebbe, ci rendiamo conto che siamo noi a essere delle ottimiste croniche che vedono il bello in ogni singola cosa - e persona - che si trovano davanti, non pretendiamo soprattutto che un appassionato di arte debba amare tutta l’arte - anche perché ovviamente anche noi abbiamo le nostre preferenze -, ma siamo fermamente convinte del fatto che sia incredibilmente sbagliato sputare sentenze che non lasciano spazio a nessun tipo di conversazione. Soprattutto quando si parla di cose così soggettive come l’arte.

Tornando comunque al discorso iniziale, andiamo a vedere a cosa ha dato origine allo stile di questo artista (morto a soli ventisette anni) e perché la sua arte non è affatto fine a se stessa.

giovedì 24 marzo 2022

#Metafisica: All’alba sorgerò

 

È da tempo che non pubblichiamo un articolo sull’etichetta metafisica, forse perché ormai i messaggi occulti li infiliamo più o meno in tutti i nostri articoli. Oggi, però, ci è venuto in mente un ricordo: abbiamo scelto di aprire questa etichetta per parlare de: “All’alba sorgerò” (titolo originale “Let it go”), celebre canzone del cartone Disney “Frozen - Il Regno di Ghiaccio”; e di tutto abbiamo parlato, tranne che della canzone. È arrivato così il tempo di farlo.

Per i pochi che non lo sapessero, Frozen – Il Regno di Ghiaccio, più comunemente conosciuto come solo Frozen, è il cinquantatreesimo classico Disney, uscito nelle sale nel 2013. È un film da MustTo, in quanto è divenuto il film d’animazione con maggior incasso nella storia del cinema, superato al momento solo dal suo sequel: Frozen II - Il segreto di Arendelle. Tra i titoli vinti: due premi Oscar come miglior film d’animazione e miglior canzone (Let it go, appunto); il Golden Globe e il BAFTA, sempre per il miglior film d’animazione.

Solitamente, quando parliamo dei testi Disney, ci riferiamo alle versioni in italiano, per due motivi principali: ci siamo cresciute, ma soprattutto, quelle nostrane hanno un testo molto più maturo rispetto alle versioni originali anglofone. In questo caso, però, Let it go originale è molto più vicina alla maturità del testo italiano, che utilizziamo solo per questioni affettive. 

#Cinema&SerieTv: Assassinio sul Nilo - Recensione

Vi abbiamo già parlato di Assassinio sull’Oriente Express, oggi vogliamo addentrarci all’interno del secondo capitolo - presente adesso nelle sale italiane - dei film tratti dai libri di Agatha Christie: Assassinio sul Nilo.

La conclusione del primo film, infatti, ci fa immediatamente comprendere come la basi per il secondo film fossero già poste. Poirot è stato chiamato per risolvere un omicidio in Egitto, anche se all’inizio del nuovo capitolo non ci è dato realmente sapere a che caso ci si riferisca. Specialmente perché, quando la narrazione parte, abbiamo modo di vedere Hercule seguire diverse vicende all’interno dello stesso crimine.

mercoledì 23 marzo 2022

#Arte: Fluxus

Manifesto di Fluxus, George Maciunas, 1963.
Noi di 4Muses, ormai l'avrete capito se ci seguite anche su RadioSapienza, siamo amanti degli anni '60 e, come avrete capito anche se non ci seguite in radio, siamo ancora più amanti dei Beatles.
I Beatles con quello di cui parleremo oggi c'entrano poco, ma dopo aver visto più e più volte "The Beatles: Get Back", ci è sorta una domanda: ma Yoko Ono oltre a fare da presenza (oggettivamente) inquietante all'interno degli studi di Twickenham e della Apple Records durante le sessioni di registrazione dei quattro, che ruolo ha avuto? Oltre a essere stata la moglie di John Lennon, che cosa ha fatto? E così - soprattutto in privato - abbiamo iniziato a parlarne quasi a profusione, per provare a capire.
Non abbiamo ancora capito, ma "studiando" il suo personaggio abbiamo conosciuto il movimento artistico Fluxus, di cui lei è un'esponente.

#Anime: Kotaro abita da solo

Tra gli anime suggeriti di Netflix ci è capitato recentemente “Kotaro abita da solo”, dove in dieci puntate seguiamo la vita del piccolo protagonista e di come, rapportandosi con gli adulti che lo circondano, riesca a crescere ma anche a far prendere coscienza della propria condizione anche le persone più grandi. È tratto dall’omonimo manga di Mami Tsumura e per molti è uno dei più commoventi fumetti giapponesi. Gli episodi sono davvero corti, durano una ventina di minuti, ma vi consigliamo di dargli un’occhiata: non potrete non innamorarvi del piccolo Kotaro. Attenzione, però: l’articolo contiene degli spoiler.

martedì 22 marzo 2022

#MustToWatch: The French Dispatch of the Liberty, Kansas Evening Sun

Attenzione, questo articolo contiene spoiler sulla pellicola.

Ormai è ben chiaro a tutti quanti quanto il Covid abbia stremato il mondo dell'arte: i musei sono stati chiusi per mesi, i concerti posticipati e in molti casi addirittura cancellati, i film rimandati.

The French Dispatch of the Liberty, Kansas Evening Sun” (o anche semplicemente “The French Dispatch”), scritto, diretto e prodotto da Wes Anderson, è una di quelle pellicole.

Il suo arrivo nelle sale - previsto per il 24 Luglio 2020 negli Stati Uniti - è stato posticipato per ben due volte finché nel Luglio del 2021 non è stato presentato alla settantaquattresima edizione del Festival di Cannes e non è uscito in tutte le sale americane il 22 ottobre 2021; in Italia, invece, il film è uscito l'11 Novembre 2021 e dal 16 Febbraio 2022 può essere visto su Disney+.

“Una lettera d'amore nei confronti dei giornalisti”
Così viene definita la pellicola dallo stesso regista e noi, in quanto tali, non possiamo non mettere “The French Dispatch” tra i Must to Watch.

#TheBeatles: The Word

Se avete ascoltato la puntata di Apollo Station del 14 Marzo o seguito la live di Twitch con i nostri fuorionda sapete di quanto ci siamo innervosite (quasi arrabbiate) parlando di determinati argomenti.
Come ormai sapete bene, quando possiamo parlare dei Beatles (che sia della loro musica o delle loro personalità) lo facciamo senza problemi, e le nostre puntate in radio non sono esenti in nessun modo da ciò.

Verba volant, scripta manent dicevano gli antichi romani, e noi ne siamo pienamente convinte; questo articolo potrebbe essere quindi una lieve ripetizione di ciò che è stato detto in puntata, ma non ce ne vogliate.