giovedì 21 gennaio 2021

#SullaStrada: Porto

 vista dal ponte Luís I.
Questo articolo è per chi dice che in questo periodo storico non si può partire, e per chi ha paura di farlo. Il weekend lungo che ci siamo fatte a dicembre nell'affascinante Porto è la prova che, con le giuste precauzioni e con la consapevolezza che non si sta viaggiando in un periodo storico normale, si può fare pressoché di tutto.

Siamo felici che il Portogallo sia stato per un po' di mesi uno dei pochissimi paesi visitabili in Europa e nel mondo, l'impossibilità di poter andare dove ci pare ha permesso a noi (e a tante altre persone) di rivalutare uno Stato che non è quasi mai la meta principale nelle liste dei paesi da visitare.

mercoledì 20 gennaio 2021

#Musica: Imagine

Come ben sapete noi di 4Muses amiamo andare nella profondità del tutto. E se continuate a voler leggere i nostri articoli è perché anche a voi piace, amate addentrarvi in quelle profondità assieme a noi. Forse una parte rimane ancora scettica, o non riesce a lasciar andare certe convinzioni. Sapete cosa? Va benissimo così. Accettate quella parte, sul serio. Accoglietela mentre andate avanti in questa lettura


Oggi vogliamo parlarvi di una canzone storica: Imagine, di John Lennon. Pubblicata nel 1971, mezzo secolo fa, questa canzone ha stupito l’umanità intera per il testo semplice, ma profondo, che Lennon ha voluto donarci. La impariamo alle medie – ringraziamo ancora tantissimo i nostri professori di musica o di inglese che ce l’hanno fatta cantare e ricantare - la intoniamo dopo ogni attentato, o evento catastrofico, ma abbiamo mai interiorizzato le parole?

Prima di proseguire, se potete, ricercate la canzone su YouTube o Spotify. Fatela vostra, ascoltatela con le cuffiette, a occhi chiusi. Vivete le sue note, siate la voce di John. Osservate il mondo com’è andato avanti dal settembre 1971 ai giorni nostri. Poi, quando sarete pronti, continuate con la lettura.

“Imagine there’s no heaven/it’s easy if you try/no hell below us/above us only sky/imagine all the people living for today.”

“Immagina che non ci sia il paradiso/è facile se ci provi/nessun inferno sotto di noi/sopra noi stessi, solo il cielo/immagina tutte le persone vivere per l’oggi”. Non vogliamo giudicare, e John stesso non voleva farlo, le vostre credenze personali. Le parole, che hanno sempre una potenza inimmaginabile, vi chiedono di visualizzare un mondo dove non esiste il Paradiso (la speranza per il futuro) o l’Inferno (la condanna per i peccati commessi, il passato). Vi si chiede di pensare a un mondo dove l’unica cosa che conta è il presente. È difficile?

“Imagine there’s no countries/it isn’t hard to do/nothing to kill or die for/and no religions too/imagine all the people living life in peace”

“Immagina non ci siano Paesi/non è difficile da fare/nulla per cui uccidere o morire/e neanche nessuna religione/immagina tutte le persone vivere la vita in pace”. È in questo momento che vi si chiede di immaginare un mondo senza religioni, ma con la spiritualità. Non esistono confini, lotte di espansione. Non esistono religioni, non esistono guerre per accaparrarsi una ragione assoluta. Ci si immagina un mondo dove le persone, libere dai legami di possedimento (le nazioni) o di autoaffermazione, (io credo in…) possano veramente vivere in pace. Senza confini, o teorie assolute, l'uomo non deve dimostrare niente a nessuno. Non deve far vedere di avere una casa più grande, né deve dimostrare che la propria filosofia sia giusta. Vive per la vita, semplicemente.

“Imagine no possesions/I wonder if you can/no need for greed or hunger/a brotherhood of man/imagine all the people sharing all the world”

“Immagina non ci siano possedimenti/mi chiedo se tu ci riesca/nessun bisogno di avidità o fame/una fratellanza di uomini/immagina tutte le persone che condividono l’intero mondo”. Pensate a un mondo dove l’abbondanza e la ricchezza sono alla portata di tutti. Dove tutti hanno la possibilità dei pasti quotidiani, di una casa, dell’ultimo modello di cellulare… che mondo verrebbe fuori? Se tutti potessero avere sul serio questa opportunità, esisterebbe ancora il concetto di bramosia? Se tutti potessimo strofinare la lampada di Aladino, desidereremmo ancora sminuire l’altro con l’illusione di far brillare la nostra luce?

“You may say i’m a dreamer/But I’m not the only one/I hope some day you’ll join us/And the world will live as one”

“Potresti dire che sono un sognatore/ma non sono l’unico/spero che tu possa unirti a noi, un giorno/e che il mondo viva come l'Uno”. Certamente siamo anche noi delle sognatrici: sogniamo di scrivere, di mostrare la profondità dell’arte con semplicità, di vivere un giorno in una Comunità che sia Una.

Un messaggio così profondo parte sempre da una mente sola, e poi arriva a quante più persone possibili. Le difficoltà esistono ed esisteranno sempre, non lo mettiamo in dubbio, ma cosa accade se nutriamo dubbi? Raccogliamo instabilità. Cosa succede se non nutriamo dubbi? Raccogliamo certezze.

Ecco. Noi siamo certe che prima o poi questo mondo verrà fuori. Che tornerà l’età dell’oro così tanto acclamata in passato – e che Orwell descrive bene nel libro "La fattoria degli animali" -. E se è vero che la storia serve per imparare, così come il nostro passato, forse è ora di apprendere sul serio dagli errori già commessi.
 
Un’ideologia è sbagliata quando porta alla morte, ma non per questo va eliminata e sotterrata chissà dove. Va rivista, rivisitata, con tutta la consapevolezza dei secoli, o anni, trascorsi. Si riplasma, portando alla luce ogni sua parte ombra.

Nel 1971 John Lennon si definiva sognatore, ma noi più volte vi abbiamo fatto notare che un sogno rimane utopia quando non lo si concretizza. Un sogno attuato diventa obiettivo. Forse è momento di puntare la freccia al nostro arco e centrare quell’obiettivo.

martedì 19 gennaio 2021

#Libri: Middlegame

Quando fantasy e fantascienza si incontrano, il primo istinto di molti sarebbe quello di diffidare, perché è difficile creare e muovere dei personaggi all’interno di una storia con dei presupposti davvero agli antipodi. Eppure questo non ha scoraggiato né noi di 4Muses nella lettura, né l’autrice Seanan McGuire nel suo libro “Middlegame”.

In questo romanzo, ci vengono presentati due ragazzini, Roger e Dodger, entrambi geniali: Roger adora e padroneggia sin da piccolo le parole, mentre Dodger i numeri. Sono gemelli, divisi alla nascita e mandati ognuno al capo opposto degli Stati Uniti, eppure qualcosa li lega: uno strano legame mentale. Creati con l’alchimia, i due fratelli dovranno far di tutto per attivarsi come “divinità in Terra” senza che il loro malvagio creatore possa mettere le mani su quell’incredibile potere.

lunedì 18 gennaio 2021

#SullaStrada: Amalfi

Amalfi, la cui costiera amalfitana è interamente Patrimonio Unesco, è un comune italiano in provincia di Salerno che conta poco meno di cinquemila abitanti, ma che racchiude una storia e una bellezza a dir poco affascinanti.


Anche se la sua fondazione viene fatta risalire ai Romani, le sue radici affondano nel periodo degli Etruschi, Greci e Fenici. Sono quest’ultimi, infatti, i primi ad aver fatto arrivare su queste terre spezie, tessuti e conoscenze dall’Oriente. Grazie un gioco di correnti e per la conformazione della costa, Amalfi è sempre stata considerata come un porto sicuro per le popolazioni provenienti dall’Asia Minore.

Con il passare del tempo, da porto sicuro e sede di prime insediamenti di guerrieri, predatori e mercanti, Amalfi diventa una vera e propria potenza che spingerà il suo commercio fino in Siria, Palestina, Egitto e Marocco. Fonda una colonia a Costantinopoli e apre sedi commerciali ad Antiochia e Gerusalemme. Ed è proprio dall’Oriente che i principi longobardi di Benevento prendono spezie, pietre preziose e tessuti.

La potenza della cittadina inizia nel IX secolo, per arrivare all’apice nell’XI. Le città marinare (Genova, Venezia, Pisa e Amalfi) cambiano del tutto il concetto di navigazione, a partire dalla costruzione delle navi: partono dalla costruzione dello scheletro, poi viene inchiodato il fasciame della chiglia. Questa variazione rende le navi più solide e più facili da manovrare, il che fa delle città marinare la vera potenza del Medioevo.

Come accennavamo prima, Amalfi diviene il centro più importante per il contatto tra Oriente e Occidente. E a questa importanza si aggiunge, nel 1095, la convocazione per la Prima Crociata da parte di Papa Urbano II. Amalfi vi partecipa, e in soli pochi anni verranno fondati quattro Stati crociati in Terra Santa, che saranno difesi per ben due secoli.

La fusione tra la cultura romana e quella bizantina si nota dalla cattedrale di Sant’Andrea, anche se ciò che vediamo è una ricostruzione del 1861, quando la facciata collassò durante una violenta tempesta. Di originale resta solo il campanile, edificato tra il 1108 e il 1276. La struttura nasce con la fusione di due edifici: il primo del IX secolo, e il secondo sorto nel 987.

Nella facciata vediamo raffigurati i due apostoli e fratelli: San Pietro e Sant’Andrea. Il primo evangelizzò Roma, simboleggia quindi l’Occidente; il secondo è il patrono di Costantinopoli, dove ha predicato durante il primo secolo, quando la città era ancora conosciuta con il nome di Bisanzio. Le sue spoglie sono state conservate lì fino al XII secolo, successivamente viene portato ad Amalfi e ne diventa il patrono.

Anche il Chiostro del Paradiso fonde le due diverse culture: la struttura e il campanile sono in stile moresco, mentre le colonne e i capitelli appartengono allo stile “gotico amalfitano”. Attorno al Duecento vi sorgeva il cimitero della nobiltà locale, che ospitava i sarcofaghi di cittadini illustri. In tali sarcofaghi sono raffigurati i miti di Peleo e Teti, l’Unione di Marte con Rea Silvia e il ratto di Proserpina.

Sempre nel Chiostro possiamo osservare gli affreschi e ciò che colpisce è che ogni figura è priva del volto, tranne quello dell’arcangelo Gabriele. Viene facilmente da chiedersi il perché di tale singolarità. Probabilmente perché i pirati saraceni, per rispetto alla loro religione musulmana che vieta raffigurare il volto delle divinità, a eccezione dell’arcangelo Gabriele, li hanno asportati tutti durante le varie invasioni.

Oltre la storia, Amalfi conserva ancora il suo fascino orientale. Abbiamo avuto la fortuna di visitarla quest’estate e non ci sembrava neanche di stare in Italia. I suoi vicoli, le strade, le strutture delle case, tutto ricorda molto il Medio Oriente, o alcuni paesi della Sicilia. 
 
È proprio grazie all’integrazione con altri popoli, allo scambio e al commercio durato secoli, che l’Italia è ricca di storia e cultura. Perché la vera ricchezza sta nell’apprendere dagli altri; cosa sarebbe oggi l’Italia senza la cultura greca, normanna e medio orientale?

sabato 16 gennaio 2021

#Costume&Società: Mystic Messenger (parte 2)

logo di Mint Eye
Se ancora pensate dopo la prima parte dell'articolo che in Mystic Messenger non ci sia altro che superficialità, forse questa seconda parte dovreste proprio leggerla.

Con l'analisi degli ultimi tre personaggi (Rika, Unknown e V) ci ritroviamo immersi fino alle scarpe nelle malattie mentali, nel plagio mentale, nel mondo delle droghe, negli abusi.
Verremo pian piano a conoscenza della storia di Min Eye e di questi tre personaggi con l'avanzare dei giorni di gioco, se stiamo giocando alla Casual Story o alla Deep Story, o ne scopriremo la vera natura quasi subito, se stiamo giocando all'Another Story.
In qualsiasi caso ci sembrerà di mettere tutti i pezzi al loro posto, sembrerà di capire il perché di molte strane conversazioni o avvenimenti.

Nella prima parte vi abbiamo accennato come all'inizio dell'Another Story, Unknown ci vorrà "lì con lui" per testare il gioco; bene, "lì" sono i quartieri generali di Mint Eye, che inizialmente ci verranno presentati come gli studi di sviluppo del gioco. Inutile dire che la scusa utilizzata dal presunto "creatore del gioco" durerà ben poco e crollerà dopo pochi giorni.

venerdì 15 gennaio 2021

#Pensieri: L'arte del Perdono

 

Su 4Muses non parliamo solo di recensioni, monumenti, città, opere… ampliamo il tutto con i nostri pensieri. Sia su questa etichetta, Pensieri, appunto, sia su Costume&Società, parliamo delle nostre esperienze con l’intento di fare luce in zone che troppo spesso rimangono nell’ombra.


Ho già parlato di bullismo, nell’articolo “Vince chi non diventa come chi ci ha fatto soffrire”. Scrivendo quell’articolo mi sono ritrovata a tendermi la mano, ad aiutarmi psicologicamente. Ho creato la forza di accettarmi e andare avanti.

C’è una cosa, però, che non ho scritto. Secondo me è un tassello fondamentale per chiunque abbia sofferto in passato: il senso di colpa. Ho scritto che non mi sono mai sentita una vittima, ed è vero. È proprio per questo che in certi momenti tendo a colpevolizzarmi per aver vissuto quel che ho vissuto.

giovedì 14 gennaio 2021

#Costume&Società: Zuckerberg vs Trump - ecco chi ha ragione

 

Il 2020 è stato un anno che passerà alla storia per i tanti eventi che l’hanno caratterizzato e il 2021, già nella prima settimana di gennaio, sembra non voler essere da meno. Abbiamo visto cos’è successo il giorno dell’Epifania, quando un gruppo di sostenitori di Trump ha fatto irruzione a Capitol Hill, la sede del Parlamento americano, per boicottare l’ufficializzazione a nuovo preseidente degli States a Joe Biden. Un gruppo di sostenitori, con un innegabile aiuto delle forze armate americane, si è introdotto nel parlamento, rubando pezzi d’arredamento, sventolando bandiere pro-Trump. Il bilancio è stato di quattro morti e di una cinquantina tra feriti più o meno gravi. Subito si è parlato di un attacco alla democrazia e il primo colpevole è risultato da subito il Presidente uscente Donald Trump, ancora restio a cedere alla sconfitta. Lui, forte dell’appoggio americano, ha sempre esortato i suoi supporters ad atti di violenze. Su ordine, poi, di Joe Biden, ha dovuto chiedere ai suoi di ritirarsi, ringraziandoli per l’amore verso di lui riposto. Ovviamente l’ex presidente non si è mai sentito in dovere di rimanere in silenzio e, come da quattro anni, ha continuato a lanciare le sue invettive e urla di broglio attraverso due piattaforme: Twitter e Facebook. Mark Zukerberg, in seguito alle violenze di Capitol Hill, ha deciso di bloccare i vari account dell’ex presidente Trump almeno fino al 20 gennaio, data in cui Joe Biden farà il suo discorso presidenziale e diventerà a tutti gli effetti il 46° presidente americano (sì, nonostante tutto, fino al 19 gennaio i poteri sono ancora in mano a Trump).

Questo è un breve resoconto dei fatti per farvi capire dove vogliamo arrivare: la censura.

L’azione, compiuta da Mark, davvero può essere ritenuta censura?

Partiamo da un concetto base: cos’è la censura?


Parliamo di censura quando la voce di qualcuno viene messa a tacere in maniera preventiva per vietare la pubblicazione di qualsiasi pensiero. Venivano, ante guerra, censurati libri, giornali, brani e tanto altro ancora.

In Italia la libertà di stampa è assicurata dall'Art. 21 della Costituzione. L’Art. 19 afferma: "Ogni individuo ha il diritto alla libertà di opinione e di espressione, incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere.
In America è il primo emendamento a garantire la libertà di parola e di stampa. Con queste premesse, sembra che Mark Zuckemberg abbia commesso un illecito, ma è veramente così?

Nessuno, iscrivendosi a questo o a quel sito o scaricando un’applicazione, legge mai i termini di utilizzo. Facebook recita:
Le persone creano community su Facebook solo se si sentono al sicuro. Facebook impiega team dedicati in tutto il mondo e sviluppa sistemi tecnici avanzati per rilevare usi impropri dei propri Prodotti, comportamenti dannosi nei confronti di altri e situazioni in cui potrebbe essere in grado di aiutare a supportare o proteggere la propria community. In caso di segnalazione di contenuti o condotte di questo tipo, Facebook adotta misure idonee, ad esempio offrendo aiuto, rimuovendo contenuti, bloccando l'accesso a determinate funzioni, disabilitando un account o contattando le forze dell'ordine.

In pratica, Facebook mette al bando gli illeciti e aggiunge:
Facebook sviluppa sistemi automatizzati per migliorare la propria capacità di individuare e rimuovere attività offensive e pericolose che potrebbero mettere a rischio la community di Facebook.

Se il social network liberamente sceglie che quel determinato account o prodotto è nocivo, si prodiga a bloccarlo o a rimuoverlo. Se scegliamo di mettere i nostri dati su una determinata piattaforma, dobbiamo attenerci alle leggi della medesima, esattamente come quando ci troviamo in uno Stato nostro o straniero.

Donald Trump ha per anni fomentato odio e diffuso fake news attraverso i social di Mark Zukerberg e di Jack Dorsey e più volte è stato silenziato per i medesimi motivi. Quante volte venivano cancellati suoi post in cui venivano incitati all’odio i suoi sostenitori? Certo, nessuno vieta a Trump di lanciare questi messaggi alla tv, per mezzo radio o per mezzo stampa – anche se fomentare l’odio per la sconfitta è combattere la democrazia di cui l’America si è sempre autoimposta il bisogno di esportarla. In questo modo l’ex presidente andrebbe incontro ad altri tipi di cause legali, ma non è questa la sede per parlarne e noi di 4Muses non abbiamo le competenze della giurisdizione americana per discuterne.

In conclusione, nessuno vieta a Trump di parlare liberamente e di esprimere le sue opinioni su presunti brogli elettorali, ma semplicemente non potrà farlo sui social network e quest’ultimi non hanno commesso alcun illecito di censura.