Licantropi e vampiri
non sono creature immaginarie tipiche degli altri Paesi europei, né hanno
origine recente. Affondano le loro radici già nell’antica Grecia, passando poi
per la cultura Romana.
I vampiri, per i Romani,
erano una sorta di demoni donne che si dividevano in lame ed empuse.
Le prime rapivano e
uccidevano i neonati, strappandoli dalle braccia della madre. Erano streghe
attirate dalla morbidezza della loro carne, dalla purezza del sangue, ma
soprattutto dal dolore che la perdita avrebbe provocato alle madri.
Il nome deriva da
Lamia, figlia del re di Libia Belo, e una delle tante amanti di Zeus. La dea
Era era abituata ai tradimenti del marito, ma non tollerava che le amanti gli
dessero dei figli. Alla notizia del parto di Lamia, Era scatenò la sua ira sui
bambini appena nati, strangolandoli. Si salvò solo Scilla. Da quel momento
Lamia impazzì dal dolore e divenne gelosa tutte le madri felici. Si trasformò
in un mostro, con il compito di divorare i bambini appena nati, godendo per le
urla strazianti delle madri.