mercoledì 25 settembre 2024

#Racconti: Il principe decaduto

Dove un tempo sorgeva la valle più fiorita, svettava il castello più grandioso di tutti i tempi. Il regno era prospero, gli abitanti non conoscevano povertà. Il sole scaldava il volto di tutti e concedeva la sua benevolenza anche di notte. Una volta tramontato, una luna perennemente piena rifletteva la sua luce. Quella luna illuminava l’intera piana, facendo riluccicare i fiori più delle stelle del firmamento.


Ora il mondo è cambiato, il sole ha smesso di sorgere e la luna s’è nascosta. Del castello rimane qualche rovina sparsa. Il principe non è riuscito a bloccare l’avanzata degli invasori, che non solo depredarono il regno, ma promossero anche un culto oscuro che finì per portare rovina all’intera umanità.


“Il principe decaduto vaga
tra le rovine della corte,
né il sangue e né la spada
l'han salvato dalla morte”

Un tempo erede al trono, ora è solo un dannato che anela la fine delle proprie sofferenze. Intrappolato nella valle sterile e costretto a vivere in eterno, il principe ogni giorno osserva il luogo che non ha potuto salvare. Dei suoi gentili lineamenti è rimasto davvero poco, la sua carne è ora violacea e parte del suo corpo è coperto da una melma oscura, che sembra in parte controllarlo. Ora è un principe in rovina in un mondo dombre vuote.

Ricordi ormai confusi e lontani lo perseguitano come fantasmi. Ricorda il volto dei suoi sudditi, gente allegra e di buon cuore che aveva giurato di proteggere. È passato lungo tempo, ma ancora non riesce a placare i propri rimorsi. Dopo quella che sembra un’eternità, i suoi pensieri sono interrotti da una nuova presenza in quella valle. Esiste ancora vita? Possibile? Il rumore di passi è inequivocabile, ma il principe non riesce a comprendere da dove questi vengano.

Un miraggio? La figura che è appena comparsa dinnanzi al principe in disgrazia è scarna ed emaciata, sembra condividerne lo stesso morbo. Tornato dopo eoni dall’oltretomba, ecco il sacerdote oscuro che fece sorgere la maledizione su questo mondo. Sono passati tanti anni, ma ancora il principe riesce a riconoscere quella rozza figura; anche da morto è impossibile dimenticare chi ha posto fine alla tua vita.

Il principe nel rivedere il suo avversario lo ricorda ancora umano, lo sguardo crudele è ancora immutato.

Tempo fa, durante una giornata di pioggia, il regno era in fiamme e il principe si trovò dinnanzi a questa macabra figura. Un ghigno perverso era disegnato sul viso dell’avversario che con veemenza sguainava la propria spada per porre fine alla vita del principe. Fu una lunga battaglia, tra il clangore delle spade e la forza di volontà di entrambi. Il principe tuttavia ebbe la peggio, fu disarmato e trafitto dallo stesso uomo che in pochi giorni fece sprofondare il mondo nell’oscurità.

Al riaffiorare di quei ricordi, la sorpresa del principe si tramuta subito in rabbia e disgusto. Il suo avversario arranca, ma mostra la volontà di aggredire nuovamente ciò che rimane nemico.

Il principe raccoglie uno stocco arrugginito impalato sul torace di un cadavere, il sacerdote guerriero lo attacca con la sua spada. La volontà del principe è ormai molto più flebile rispetto a un tempo. Altri ricordi ora investono la mente dell’erede al trono.

Ha chiaramente ricordato quando smise di vivere e i secondi che precedettero un sonno che parve eterno. Effettivamente passò solo qualche ora e il principe si risvegliò in un corpo senza più vita. Il suo primo pensiero fu quello di prendersi una rivincita, ma era divenuto schiavo di altre forze e di altri vizi, incapace di tramutare in azione la sua volontà. Assoggettato ormai ai sortilegi degli invasori, il principe si rivolse contro i suoi sudditi. Il principe si sente ora in colpa a ricordare chiaramente quel sopruso, anche se controllato da forze esterne, non riesce a non ritenersi responsabile di ciò che fece.

Le spade dei due avversari si scontrano, entrambi riescono a vedere e parare i colpi del proprio nemico. Nonostante i pensieri intrusivi del principe, egli continua a lottare per annientare lo stregone che l’ha ucciso.

Nonostante la rabbia e la mente offuscata, il principe focalizza i movimenti del nemico, studiando una strategia per abbattere le sue difese. Nota che l’avversario si concentra su attacchi potenti e mirati, ma questo tipo di attacchi minano le sue capacità difensive, lasciando diverse aperture.

Il nemico alza con entrambe le braccia la spada al cielo, per caricare un attacco colmo di rabbia e di odio. Il principe, conscio che non avrebbe avuto la forza di parare o schivare quell’attacco, ne approfitta e depone le sue ultime energie in un solo attacco. Il principe, dunque, si serve dell’apertura mirando al petto del nemico. In un attimo il nemico si paralizza e lascia cadere l’arma: la spada del principe ha trafitto il nemico, lasciandolo sgomentato. Lo sguardo pieno d’odio dello stregone diviene vacuo ed esanime, e il suo corpo si sgretola lentamente in cenere.

Il principe ora si sente leggero, uno stato di quiete lo pervade. Si sente pronto a lasciare questo mondo, sa di aver spezzato una maledizione che attanagliava l’intero regno.

Ora il principe si abbandonerà, sereno, in un sonno eterno, nella liberazione che attendeva da tempo. Nel mondo, col tempo, ritornerà prima l’acqua e l’erba e poi si ripopoleranno i boschi. Sorgerà nuovamente il sole, per preparare l’avvento di una nuova vita su questo pianeta.

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