Perché abbiamo lasciato il titolo in italiano? Semplicemente perché è così che lo abbiamo conosciuto e oggi vogliamo parlarvi dell’opera completa, facendo crollare un mito: no, non ci sono state censure da parte di Mediaset. In più dobbiamo ammettere che è solo intonando la sigla di Cristina D’Avena che torniamo alle primissime emozioni che Yū (Yuri) e Miki ci hanno suscitato. Se non l’avete ancora fatto, ascoltate la versione cantata assieme a Ermal Meta su Duets, è da brividi.
“Sai
Yū, tu assomigli alla marmellata d’arancia. Dentro sei amaro… ma
nessuno ci fa caso perché viene ingannato dalla tua apparenza dolce. Ti
chiamerò Marmalade Boy! Ti sta a pennello, non credi?”
Era la primavera del 1994 quando Canale5 trasmise per la prima volta “Piccoli problemi di cuore”. Un anime (che all’epoca chiamavamo “cartone”)
che ha tenuto incollate bambine e adolescenti. Forse è anche arrivato
il momento di riconoscere che nonostante la feroce chiusura emotiva
dell’ultimo decennio del Novecento da parte dei maschietti, anche loro non riuscivano a scollarsi dalla televisione, puntata dopo puntata.
Sarà forse stata la trama così simile a Beautiful,
o i versi così maturi cantati dell’eterna Cristina, fatto sta che
guardandolo ci sentivamo molto più grandi. Si parlava di amore, di
sentimenti, di emozioni, di relazioni… i nostri fratelli maggiori
avevano Beverly Hills, con il triangolo Dylan, Kelly e Brenda. Noi potevamo dire di avere Yū, Miki, Ginta, Arimi e tantissimi altri.
Nella
versione originale Miki Koishikawa è una studentessa del secondo anno
del liceo. Allegra, spensierata, amante del tennis, con una cotta non
ricambiata dai tempi delle medie per Ginta. Sembra avere la tipica vita
di un’adolescente. Tutto, però, viene sconvolto quando i suoi genitori
le comunicano la notizia del loro imminente divorzio. Ok, forse la fine
di un matrimonio non è così sconvolgente.
Il fatto è che durante una vacanza alle Hawaii, i genitori di Miki hanno incontrato i loro ex partner, ora sposati: i coniugi Matsura.
In quei giorni spensierati, tutti e quattro si rendono conto di aver
sbagliato e decidono di divorziare per scambiarsi di coppia. Come se ciò
non bastasse, comunicano a Miki che vivranno tutti insieme. Lei si vede
costretta a condividere la casa non solo con due adulti sconosciuti, ma
anche con il loro figlio, suo coetaneo, Yū.
Tra
l’altro l’anime è pieno di sottotrame, inganni, tradimenti... I due
sono ostacolati più volte da vari ragazzi e ragazze, dai genitori
stessi, quando si pensa che Yū sia fratello di sangue di Miki. Insomma,
uno di quegli anime da vedere con un gelato in mano singhiozzando tutte
le lacrime di questo mondo. Non vogliamo dirvi molto, perché pensiamo
che se non avete visto l’anime e avete una voglia vintage di farlo, vi
rovinereste molto. Ovvio che andrebbe guardato con gli occhi degli anni
Novanta.
Tra il 2013 e il 2018 è uscito il sequel: Marmalade Boy little, che narra le vicende di Rikka Matsuura e Saku Koishikawa, i figli tredicenni nati dalle nuove coppie e quindi fratelli di Miki e Yū. Sono usciti anche dei videogiochi tratti dall’anime, dove il giocatore muove il personaggio di Miki e può decidere con quale dei tre personaggi può fidanzarsi. E voi, potendo essere in lei, chi avreste scelto?
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