mercoledì 8 settembre 2021

#SullaStrada: Sciacca, il quartiere San Leonardo

Sciacca è un paese, nella provincia di Agrigento, alla quale noi di 4Muses siamo molto legate. Tra le sue storie e le sue leggende c'è un quartiere che da sempre ha una nomea particolare. Una zona franca dalla quale era disdicevole passare, perchè non ci si poteva far vedere. Una zona della città che collega il centro, con la parte alta (la zona di San Michele), che al suo interno ha la più grande casa di tolleranza di tutta la Sicilia. 
Un luogo, dunque, che per la sua particolarità, nonostante sia in pieno centro, è stato da sempre molto soggetto all'incuria e al degrado. Punto nevralgico nel quale, oggi, gli anziani vivono e i giovani cercano di rivalutarlo facendolo rivivere e dandogli una nuova dignità. 

Parliamo del quartiere di San Leonardo, nome che deriva sia dalla chiesetta presente alle sue porte, ma anche dalla via principale che costituisce il suo antico ingresso. Oggi è più facile accedervi dalla scalinata che dà su via Licata, la seconda via principale - parallela alla piazza Angelo Scandaliato - del centro cittadino. Accedervi dalla scalinata è più usuale perchè via Licata è la zona dei pub, uno dei punti nevralgici sia per lo shopping che per la movida e, il collegamento con il quartier di San Michele, è fondamentale per raggiungere punti più interni del centro, ma anche per il mercato che prende vita il sabato mattina. 


Durante il periodo di Natale è usanza cittadina percorrere le vie del centro storico per poter visitare le chiese e i presepi che vengono esposti al loro interno per notare le differenze e la maestosità degli stessi. Si forma, così, un pellegrinaggio che per forza di cose spinge le persone a passeggiare proprio per il quartiere di San Leonardo continuando a far vivere le leggende che pregnano quelle mura. 

Prima di addentrarci in una delle sue storie, vogliamo soffermarci sulla bellezza della chiesetta di San Leonardo. Una chiesa che venne fondata nel 1393 da Paolo Argomento e dedicata, in un primo momento, a S. Maria delle Neve; successivamente, dal 1572, fu dedicata a San Leonardo. Venne ingrandita nel 1599, trasformata poi con una navata a cinque altari.
Questa chiesta è conosciuta anche per il nome dell'opera che dal 1646 è presente al suo interno: l'Opera degli Agonizzanti. Infatti, al suo interno, sono presenti due raffigurazioni: la prima dedicata alla Madonna degli Agonizzanti e la seconda a San Leonardo stesso. 

Ma come già detto, questo è un quartiere è ben noto a tutti per la sua storia. Dovrebbe esser quello a luci rosse nella quale ci sono ancora le lucciole. I ragazzini, tutt'oggi, si sfidano nel suonare alle porte degli abitanti delle casette di quelle vie alla ricerca di qualcosa di proibito, da poter banalmente schernire o di cui poter ridere presi dall'adrenalina di essere scoperti. 

Si narra, dunque, una leggenda che riguarda proprio la casa di tolleranza citata all'inizio di questo articolo. La storia della Bambolina, una ragazzina fatta di pura bellezza che viveva la sua vita tra un cliente e l'altro. Una ragazzina alla quale l'ossessione di un cliente è costata carissima perchè lei voleva continuare a fare il suo lavoro, lei voleva essere libera, lei tra quelle mura in realtà stava bene. Ma da quelle mura è stata strappata dalla gelosia... la gelosia di un cieco amore che le ha impedito di vivere il resto dei suoi giorni. Il cliente, abitudinario, innamorato, geloso, non voleva che lei avesse altri uomini al di fuori di lui e forse, in cambio di questa richiesta, non aveva altro da offrirle che il suo denaro. La bellezza, la perfezione, però sono stati pagati a caro prezzo perchè il cliente, pur di averla solo per sé, decise di toglierle la vita e di strappare questa giovinezza al mondo. E sì... questa è solo una leggenda che in pochi conoscono e che in ancor meno raccontano, ma quanto vera sembra essere? 
Per quanto tempo l'ossessione del possesso da parte di un uomo ha privato della vita le "bamboline" di tutto il mondo? 
Quanto ancora lo si fa in nome di un cieco amore, sotto il profilo di un altro lavoro o di un altro controllo?

Grazie all'associazione Ritrovarsi, questo luogo sta assumendo un ruolo completamente diverso. Ci si muove ancora tra ostilità e curiosità, ma l'arte e la cultura stanno prosperano come piccole rose. Si conoscono le storie e le leggende di questi appartamenti stretti, piccoli e sovrapposti gli uni agli altri. La casa, protagonista di questa leggenda, nel corso delle ultime edizioni del festival, ha assunto un nuovo aspetto. Nel 2018, contrariamente a quanto ci si potesse aspettare, intorno a questo palazzone sono state esposte delle foto di corpi di donne nudi. Un modo, ignoto, con la quale le donne stesse ai tempi facevano pubblicità al proprio lavoro. Nel 2019, invece, la sua facciata è stata ricoperta da tantissimi colori, simbolo di un'altra tipica festa della cittadina: il Carnevale. Una commissione ha, infatti, permesso di ricoprire questi colori con delle rose nate dagli scheletri di metallo, anime dei movimenti dei carri che si muovono nel centro durante il periodo che precede la Quaresima. 


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