A Roma le chiamiamo "chiesette de quartiere"; sono tante, tantissime le chiese che nel corso dei secoli sono sorte sul suolo capitolino - per essere leggermente più precisi, sono più di novecento -, dalla Basilica di Santa Pudenziana in Roma (del IV secolo avanti Cristo, ubicata nell'attuale Via Urbana 160 nel rione Monti) alla Parrocchia di Sant'Agostino Vescovo (del 2017, in Via Federico Bazzini 313 nel quartiere di Ostia).
A Roma le chiamiamo "chiesette de quartiere", perché noi abbiamo la fortuna di vivercele ogni giorno e spesso le diamo anche per scontate (a Roma vi capiterà di sentire spesso la frase "tanto stanno là, mica se spostano"), ma alla fin fine siamo ben consapevoli della meraviglia e del patrimonio storico, artistico e culturale che abbiamo a portata di mano.
Oggi la nostra attenzione va alla Basilica di Santa Francesca Romana, situata nell'omonima piazza nel rione Campitelli, tra il Tempio di Venere e il Foro Romano.
A Roma le chiamiamo "chiesette de quartiere", perché noi abbiamo la fortuna di vivercele ogni giorno e spesso le diamo anche per scontate (a Roma vi capiterà di sentire spesso la frase "tanto stanno là, mica se spostano"), ma alla fin fine siamo ben consapevoli della meraviglia e del patrimonio storico, artistico e culturale che abbiamo a portata di mano.
Oggi la nostra attenzione va alla Basilica di Santa Francesca Romana, situata nell'omonima piazza nel rione Campitelli, tra il Tempio di Venere e il Foro Romano.
La chiesa fu eretta da Papa Leone IV nel IX secolo, accanto a un oratorio dell'ottavo secolo dedicato ai Patroni di Roma e le fu originariamente dato il nome di Santa Maria Nova; successivamente, nel X secolo, le dimensioni della chiesa vennero ampliate, e a essa venne unito un monastero - affidato originariamente ai Canonici Regolari di San Frediano di Lucca e successivamente ai Canonici Lateranensi -.
Il suo nome fu cambiato nel 1440 in "Santa Francesca Romana", quando la santa (che proprio in questa chiesa nel 1425 consacrò la sua vita a Dio) morì e fu sepolta nella cripta.
Il suo nome fu cambiato nel 1440 in "Santa Francesca Romana", quando la santa (che proprio in questa chiesa nel 1425 consacrò la sua vita a Dio) morì e fu sepolta nella cripta.
La basilica nel corso dei secoli è stata soggetta varie volte a lavori di restauro che l'hanno portata a essere quella che vediamo oggi.
Tra la metà del XII secolo e il XIII secolo, con il sostegno di Papa Alessandro III, furono edificati il chiostro e il campanile, e nell'abside venne inserito un mosaico, una Madonna con Gesù Bambino. Sempre nel XIII secolo, precisamente nel 1216, il tetto crollò a causa di un incidente e fu ricostruito sotto comando dell'allora neo Papa Onorio III, nel 1371 il Papa Gregorio XI fece aggiungere al monastero un chiostro, nel 1615 fu realizzata una nuova facciata della chiesa e per finire, nel 1916-1917 fu restaurato il campanile del XII secolo.
Realizzata in pieno stile romanico, la basilica presenta una sola navata, tre cappelle a destra, quattro a sinistra e un soffitto a cassettoni dipinto nel 1612 su disegno dell'architetto Carlo Lambardi.
A sinistra della già sopracitata abside mosaicata, troviamo: una cappella dedicata alla Natività (con al suo interno una pala raffigurante la Natività di Gesù di Carlo Maratta e un olio su tela raffigurante San Bernardo Tolomei e il diavolo, dipinta da Domenico Maria Canuti), una dedicata a San Gregorio Magno (con una pala d'altare raffigurante San Gregorio Magno, dipinta da Angelo Caroselli), una dedicata alla Madonna Addolorata (con una pala d'altare raffigurante Sant'Emidio, dipinta da Pietro Tedeschi e proveniente dal monastero olivetano della chiesa di Sant'Angelo Magno ad Ascoli Piceno) e una a San Bernardo Tolomei (con una pala d'altare raffigurante San Bernardo Tolomei impegnato nell'atto di assistere degli appestati, dipinta da Giuseppe Pirovani).
Spostandoci sulla destra, invece, troviamo: una cappella dedicata al Santissimo Crocefisso (con raffigurati nella volta la Colomba dello Spirito Santo e degli angeli, Sant'Agostino, San Girolamo, San Gregorio Magno e Sant'Ambrogio, affrescati da Melozzo da Forlì e nella parete destra un olio su tela raffigurante San Bernardo Tolomei in preghiera, dipinto da Domenico Maria Canuti), una dedicata a San Benedetto da Norcia (con una pala d'altare una pala raffigurante San Benedetto da Norcia in cattedra tra Santa Francesca Romana e Sant'Enrico II, dipinto da Augusto Orlandi e sulla parete sinistra un olio su tela raffigurante San Bernardo Tolomei impegnato nell'atto di liberare un ossesso) e per finire, una dedicata a Santa Francesca Romana (con una pala d'altare raffigurante la Visione della Santa).
A sinistra della già sopracitata abside mosaicata, troviamo: una cappella dedicata alla Natività (con al suo interno una pala raffigurante la Natività di Gesù di Carlo Maratta e un olio su tela raffigurante San Bernardo Tolomei e il diavolo, dipinta da Domenico Maria Canuti), una dedicata a San Gregorio Magno (con una pala d'altare raffigurante San Gregorio Magno, dipinta da Angelo Caroselli), una dedicata alla Madonna Addolorata (con una pala d'altare raffigurante Sant'Emidio, dipinta da Pietro Tedeschi e proveniente dal monastero olivetano della chiesa di Sant'Angelo Magno ad Ascoli Piceno) e una a San Bernardo Tolomei (con una pala d'altare raffigurante San Bernardo Tolomei impegnato nell'atto di assistere degli appestati, dipinta da Giuseppe Pirovani).
Spostandoci sulla destra, invece, troviamo: una cappella dedicata al Santissimo Crocefisso (con raffigurati nella volta la Colomba dello Spirito Santo e degli angeli, Sant'Agostino, San Girolamo, San Gregorio Magno e Sant'Ambrogio, affrescati da Melozzo da Forlì e nella parete destra un olio su tela raffigurante San Bernardo Tolomei in preghiera, dipinto da Domenico Maria Canuti), una dedicata a San Benedetto da Norcia (con una pala d'altare una pala raffigurante San Benedetto da Norcia in cattedra tra Santa Francesca Romana e Sant'Enrico II, dipinto da Augusto Orlandi e sulla parete sinistra un olio su tela raffigurante San Bernardo Tolomei impegnato nell'atto di liberare un ossesso) e per finire, una dedicata a Santa Francesca Romana (con una pala d'altare raffigurante la Visione della Santa).
Accennandovi qualcosa di questo luogo di culto quasi nascosto e sopraffatto dalla maestosità del Colosseo e dei Fori Imperiali, dovreste averlo capito: la concentrazione di arte al suo interno non è affatto poca; e pensare che vi abbiamo parlato solo di una piccola parte di questa, ci sarebbero ancora la sacrestia, la cripta e i transetti da spiegarvi, così come il presbiterio e l'abside (che fino al 1949 ha nascosto al pubblico un segreto risalente al V secolo) e sì, sicuramente un po' di teoria è utile e non fa mai male, ma noi di 4Muses non vogliamo fare le veci di un libro di storia dell'arte medievale - ce ne sono moltissimi in giro più che validi -, il nostro obiettivo con questa rubrica di Storie Romane è farvi venir voglia di alzarvi dal divano e farvi visitare la città in cui siete nati e cresciuti (se siete romani) o di contro, darvi degli spunti per visitare quella che è, che è sempre stata e che sarà sempre la Città Eterna.
Nessun commento:
Posta un commento