I titoli di giornale di tutto il mondo non sono stati magnanimi con lei: “Simone Biles si ritira per problemi di testa”, “super-frustrata” e altri articoli simili. Detta così la salute mentale sembra solo uno scherzo. La ginnasta qualche tempo prima aveva ammesso di sentire il peso del mondo sulle spalle, una pressione psicologica non da poco, come potete immaginare. Sui social ha confermato di voler prendere in mano la propria salute mentale. Se non c’è la testa, la ginnastica artistica a quei livelli può diventare letale e la Biles lo sa bene. Dopo una performance non proprio brillante, ha scelto di ritirarsi sia per la competizione a squadre che per quella in singolo.
Lei era la super favorita di queste olimpiadi, che avesse la vittoria in tasca era ovvio per tutti quelli che seguono questo sport. Definita da tutti come imbattibile, è sempre stata mostruosamente brava. Nei mondiali degli ultimi anni aveva conquistato un totale di venticinque medaglie, di cui diciannove ori. Un record non da poco che sottopone l’atleta a una pressione che noi “comuni mortali” non possiamo immaginare. In queste Olimpiadi doveva vincere almeno quattro ori, la sconfitta non era ammessa. La mente, però, a volte diventa una trappola, le pressioni e le aspettative di altrui carnefici feriscono anche i migliori, non a caso abbiamo pubblicato l’articolo “La vita non è una gara”. Neanche la vita di Biles lo è e ha saggiamente scelto di prendersi una pausa.
L’ammissione della Biles non è per nulla scontata. La salute mentale è ancora oggi, nel 2021, un tabù, non se ne deve parlare perché al mondo dobbiamo consegnare l’immagine migliore di noi stessi. Dobbiamo essere perfetti, perché non dobbiamo mostrare la nostra fragilità. Ma non siamo macchine, non siamo esseri perfetti. Una vita spesa per puntare al risultato, pressioni psicologiche enormi e un’agenda fitta con gli sponsor da far invidia a un politico l’hanno portata a premere il pulsante “pausa” sulla sua carriera. Quando in una passione viene meno il divertimento, il fare le cose con piacere, forse è il momento di fermarsi un momento a riflettere su quello che vogliamo davvero. L'atleta questo ha fatto, ammettendo di non divertirsi più nella ginnastica artistica e non possiamo che farle i migliori auguri.
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