Sapete perché amiamo vivere a Roma? Perché ci dà l’opportunità di respirare l’arte ovunque. E non parliamo solo dei musei, delle chiese o dei teatri, ma anche degli artisti di strada, o in questo caso di metropolitana. Sì, perché abbiamo avuto il privilegio di conoscere Adriano Bartoccini proprio mentre ci stavamo recando alla riunione di redazione del sabato pomeriggio. Galeotta è stata “All my loving”, canzone che amiamo alla follia e che ci ha spinte a richiedere un’intervista.
Innanzitutto, grazie per aver accettato l'intervista. Partiamo subito da una domanda "semplice": tre aggettivi che meglio ti descrivono.
Ciao a tuttə e grazie a voi! Sì, beh, partiamo proprio con quella domanda stile casting per la casa del Grande Fratello... Non so rispondere, scusatemi.
Come è nata la passione per la musica?
Non saprei dirlo sinceramente. Penso sia una cosa cresciuta col tempo. Da piccolo volevo fare il calciatore, figuriamoci. Poi a 14 anni ho lasciato il calcio e ho cominciato a prendere lezioni di batteria. Però posso raccontarvi di una sera di quando ero piccolo. Ero in braccio a uno dei miei genitori ad una fiera, credo, e ricordo benissimo la sensazione della pancia che vibra con il suono della grancassa. Credo sia il mio primo ricordo musicale oltre le ninnananne di mia madre.
Quanto è stato difficile, soprattutto le prime volte, prendere coraggio e andare a cantare per la strada, o per la metro?
Devo dire che come la maggior parte delle cose nella vita basta fare il primo passo. Ho degli amici che già da un po' suonavano in metro (si chiamano Supermetrobros su Instagram, vi invito a seguirli perché sono fortissimi) e mi dicevano continuamente di provarci anche io, così una mattina ho detto "okay vado" e da allora non ho ancora mai smesso. Inoltre non è troppo differente dal suonare su un palco, tranne che non c'è il palco e che sei tu ad andare dalla gente e non viceversa e c'è sempre il rischio che non sia gradito.
Quali sono i lati positivi, invece?
Il contatto umano, potersi gestire il proprio tempo e fare pratica quotidiana con quel pizzico di pressione che la voglia di fare buona impressione infonde. Questi sono i maggiori lati positivi, poi non si può negare che sia bello veder riconosciuti i propri sforzi a livello economico.
Abbiamo avuto la fortuna di ascoltarti cantare e suonare "All my loving", una delle nostre canzoni preferite in assoluto. Come nasce l'idea della scaletta?
Eh la risposta si trova già un po' nella preambolo della domanda. Nel corso dei mesi ho sperimentato la reazione delle persone a diverse canzoni e in fin dei conti, poiché mi trovo a suonare una canzone a vagone, ho optato per canzoni che rispecchino sì i miei gusti e il mio stile, ma siano anche conosciute dalle persone, così da coinvolgerle anche durante un ascolto "disinteressato". Da qui i Beatles...
Scrivi anche tuoi testi?
Sì assolutamente, ho diversi progetti attivi, principalmente alla batteria, ma c'è anche il mio progetto solista di cui vi lascio il link bandcamp e dove testi e musica sono totalmente originali. Poi vi invito anche a cercare 3EESUS su Spotify se volete sentire qualcos'altro.
Crediamo che la vita possa salvare la vita delle persone, a quale genere o artista ti senti più vicino?
Ne ha salvate tante, sì, ma ne ha fagocitate altrettante. Per quanto mi riguarda il macrogenere che preferisco da sempre è il rock anni 90, dalle sfaccettature noise a quelle più puramente grunge e alternative, ma nel corso degli ultimi anni mi sono appassionato anche al jazz e alle radici black in generale. Tra gli artisti ho un debole per Nick Drake, ascolto tanto Tom Waits ma forse l'artista che ho ascoltato di più in vita mia potrebbe essere Mark Lanegan. Mi piacciono le atmosfere cupe.
Come ti vedi tra tre anni?
Con un paio di dischi all'attivo in più.
E noi te lo auguriamo di tutto cuore. In seguito vi lasciamo i contatti social, se volete seguirlo!
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