Sua madre le aveva sempre detto che l’amore era un concetto così utopistico che poteva abbindolare solo le persone con scarsi sogni realizzabili. “Un giardiniere è ovvio che desideri una donna d’amare, non potendo desiderare altro” e lei si era così convinta che la vita di un giardiniere dovesse essere davvero atroce, se considerava la donna che aveva al suo fianco come il massimo a cui poteva aspirare. In più la moglie del signor Corsetti non era questo gran spettacolo né sotto il punto di vista esteriore, meno che mai interiore. Imprecava e sorrideva maliziosa ogni volta che Carola le passava accanto, ancora oggi era percossa dai brividi ogni volta che pensava a quella donna.
Così, certa che l’amore fosse un sentimento da associare solo al basso rango, o ai romanzetti rosa che la appassionavano fin dall’adolescenza, aveva accettato la proposta del marchese Arindo degli Scalchi.