Nel corso dei secoli, molti pittori si sono ispirati ai grandi miti del passato per la loro produzione artistica. Uno dei personaggi della mitologia che ha da sempre affascinato gli autori è il mito di Narciso. Abbiamo già parlato dell’opera di Caravaggio, mentre oggi vogliamo analizzare quella di Salvador Dalí, chiamata “La metamorfosi di Narciso”, realizzata tra il 1936 e il 1937.
Il mito racconta di questo ragazzo bellissimo, in grado di catturare l’interesse sia degli uomini che delle donne. Nessuno sembrava, però, colpire di rimando il giovane, che si limitava a lasciare una scia di cuori infranti al suo passaggio. Per via del suo cuore gelido, gli dèi decisero di punirlo, facendo sì che si innamorasse del suo stesso riflesso su uno specchio d’acqua. Incapace di toccare qualcosa di intangibile come un riflesso, Narciso morì - qui i miti divergono, chi dice che morì affogato nel tentativo di raggiungere se stesso e chi racconta invece che si lasciò morire di stenti. Nel luogo dove esalò l’ultimo respiro, nacquero dei fiori bellissimi, i narcisi, appunto.