Quando ho scritto l’articolo sull’ipervisibilità dettata dai social, tramite le ricerche effettuate, ho notato come l’ultima generazione, quella nata dai 2010 in poi per intenderci, tenda a stare sui social in forma più anonima. Nessuna immagine del profilo, nessun post, e se condividono qualcosa lo fanno con account privati.
In un contesto sociale dove tutto deve essere visto affinché esista nella mentalità collettiva, la sempre più popolare scelta opposta, nata dai giovanissimi è solo una moda o una reazione culturale, tra filosofia e riscoperta del pudore?
La Gen Z ci ha abituati a contenuti facili, immediati, da condividere su TikTok, Instagram e Snapchat, abbandonando i lunghi post di Facebook e ampliando la propria cerchia di amici dai più stretti al mondo intero. Ma la Generazione Alpha, sebbene sia cresciuta con tutto questo, ha optato per decidere cosa mostrare e a chi, confermando quello che è chiaro dall’alba dei tempi: la generazione dopo migliora quelle passate.
In un contesto sociale dove tutto deve essere visto affinché esista nella mentalità collettiva, la sempre più popolare scelta opposta, nata dai giovanissimi è solo una moda o una reazione culturale, tra filosofia e riscoperta del pudore?
La Gen Z ci ha abituati a contenuti facili, immediati, da condividere su TikTok, Instagram e Snapchat, abbandonando i lunghi post di Facebook e ampliando la propria cerchia di amici dai più stretti al mondo intero. Ma la Generazione Alpha, sebbene sia cresciuta con tutto questo, ha optato per decidere cosa mostrare e a chi, confermando quello che è chiaro dall’alba dei tempi: la generazione dopo migliora quelle passate.