Avete presente quando negli articoli precedenti sui brani dei Beatles sono stata attenta a sfatare ogni mito su dediche relative alla droga? Ebbene, eccoci a confermare ogni possibile voce, che in realtà non c’è stata, parlando di “Got to Get you Into my Life”, brano presente nell’album “Revolver”.
Scritto principalmente da Paul McCartney, ma al solito accreditato Lennon/McCartney, nel brano non si parla di una storia d’amore o del profondo impulso di volere una persona nella propria vita, no. Si parla proprio di marijuana.
Eppure ai tempi non era così chiaro, tanto per confermare la teoria che alla gente piace parlare tanto per…
Questo è uno di quei brani che si è scritto nel corso del tempo, ma invece di lievitare in solitudine, è stato un processo che ha coinvolto tutti i musicisti presenti negli studi di Abbey Road dal 7 aprile al 17 giugno 1966.
Iniziato a registrare solo con l’harmonium, la chitarra acustica e una voce a cappella di Paul, John e George che ripetevano “I need your love” (trad. “Ho bisogno del tuo amore”), il brano risulta fin da subito molto difficile da arrangiare, passando diversi suoni, da quello più hippie in origine arrivando a quello R&B.
La svolta arriva quando vengono introdotti i fiati in stile soul, che Paul ascoltava da artisti come Joe Tax, Wilson Pickett e Sam & Dave. Gli ottoni vengono introdotti per la prima volta in un brano dei Beatles e questo è piaciuto subito, tanto da rendere la voce solista di Paul molto più squillante.
“Revolver” è un album perno nella carriera dei Beatles, che sicuramente segna un prima e un dopo, iconico ancora oggi pur non essendo il migliore in assoluto perché pubblicato a metà della loro carriera.
“Got to get you into in my life” ha un carattere unico, un brano che invita a ballare, ma che esprime rabbia, impazienza e supplica più o meno tutte represse. Ecco perché è difficile collegarlo solo alla lode alla marijuana che Paul ha voluto fare, quando potrebbe essere persino dedicata a un amore non ricambiato e che bramiamo di avere. Il fatto che l’abbia scritta Paul, poi, che solitamente ha brani più positivi e delicati, fa capire quanto McCartney possa davvero scavare in sé.
Se al momento dell’uscita nell’album, il brano non ha avuto – forse – il giusto riconoscimento, ci pensa l’uscita del singolo avvenuta però negli Stati Uniti e soli dieci anni più tardi. Pubblicato come singolo per la raccolta beatlesiana Rock ‘n’ Roll Music (1976), il brano raggiunge la prima posizione nella Billboard Hot 100. È l’ultimo brano a farlo, almeno fino al 1995, quando poi esce “Free As A Bird”.
Scritto principalmente da Paul McCartney, ma al solito accreditato Lennon/McCartney, nel brano non si parla di una storia d’amore o del profondo impulso di volere una persona nella propria vita, no. Si parla proprio di marijuana.
Eppure ai tempi non era così chiaro, tanto per confermare la teoria che alla gente piace parlare tanto per…
I was alone, I took a ride
(Ero solo, ho fatto un giro)
Didn't know what I would find there
(Non sapevo cosa avrei trovato lì)
Another road where maybe I
(Un’altra strada dove forse)
Could see another sign there
(Avrei potuto vedere un altro segno lì)
(Ero solo, ho fatto un giro)
Didn't know what I would find there
(Non sapevo cosa avrei trovato lì)
Another road where maybe I
(Un’altra strada dove forse)
Could see another sign there
(Avrei potuto vedere un altro segno lì)
“Got to Get You into My Life l’ho scritta quando ero stato appena introdotto all’erba... quindi in realtà è una canzone su quello, non su una persona.”
- Paul McCartney
Questo è uno di quei brani che si è scritto nel corso del tempo, ma invece di lievitare in solitudine, è stato un processo che ha coinvolto tutti i musicisti presenti negli studi di Abbey Road dal 7 aprile al 17 giugno 1966.
Iniziato a registrare solo con l’harmonium, la chitarra acustica e una voce a cappella di Paul, John e George che ripetevano “I need your love” (trad. “Ho bisogno del tuo amore”), il brano risulta fin da subito molto difficile da arrangiare, passando diversi suoni, da quello più hippie in origine arrivando a quello R&B.
La svolta arriva quando vengono introdotti i fiati in stile soul, che Paul ascoltava da artisti come Joe Tax, Wilson Pickett e Sam & Dave. Gli ottoni vengono introdotti per la prima volta in un brano dei Beatles e questo è piaciuto subito, tanto da rendere la voce solista di Paul molto più squillante.
“Di nuovo una canzone di Paul. Penso che fosse una delle sue migliori, anche perché il testo è buono e non l’ho scritto io. Capisci? Quando dico che avrebbe potuto scrivere ottimi testi se si fosse impegnato, ecco un esempio. In realtà descrive l’esperienza di prendere l’acido. Credo che di questo stia parlando. Non potrei giurarlo, ma penso che ne sia il risultato.”
- John Lennon
“Revolver” è un album perno nella carriera dei Beatles, che sicuramente segna un prima e un dopo, iconico ancora oggi pur non essendo il migliore in assoluto perché pubblicato a metà della loro carriera.
“Got to get you into in my life” ha un carattere unico, un brano che invita a ballare, ma che esprime rabbia, impazienza e supplica più o meno tutte represse. Ecco perché è difficile collegarlo solo alla lode alla marijuana che Paul ha voluto fare, quando potrebbe essere persino dedicata a un amore non ricambiato e che bramiamo di avere. Il fatto che l’abbia scritta Paul, poi, che solitamente ha brani più positivi e delicati, fa capire quanto McCartney possa davvero scavare in sé.
Se al momento dell’uscita nell’album, il brano non ha avuto – forse – il giusto riconoscimento, ci pensa l’uscita del singolo avvenuta però negli Stati Uniti e soli dieci anni più tardi. Pubblicato come singolo per la raccolta beatlesiana Rock ‘n’ Roll Music (1976), il brano raggiunge la prima posizione nella Billboard Hot 100. È l’ultimo brano a farlo, almeno fino al 1995, quando poi esce “Free As A Bird”.

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