Parliamo oggi di un brano dei Beatles… anni ’90! Era infatti il 1995 quando i Beatles fecero uscire “Free as a Bird”, singolo preso da un demo scritto e registrato da John Lennon nel 1977.
Diciotto anni dopo Paul McCartney, George Harrison e Ringo Starr ci lavorarono su, aggiungendo i loro arrangiamenti, altri strumenti e le voci dei cori.
Il brano venne pubblicato nella raccolta Anthology 1, a cui si aggiungeva il documentario The Beatles Anthology.
Piccolo passo che potrebbe non interessare: ho pianto scrivendo questo articolo.
Quando i Beatles viventi decisero di riunirsi a metà anni Novanta per lavorare ancora insieme al progetto di Anthology, si resero conto che non sarebbero stati davvero in grado di farcela come ai vecchi tempi, in quanto mancava un membro. Decisi che mai avrebbero rimpiazzato anche solo uno di loro, Paul McCartney chiese a Yoko Ono se ci fossero alcuni lavori di John ancora non pubblicati. Arrivato a New York, la vedova Lennon gli consegnò diverse registrazioni, da cui poi furono estrapolate anche “Real Love”, “Grow Old With Me” e “Now and Then”, oltre al brano di cui parliamo oggi: “Free as a Bird”.
Ascoltandole attentamente anche con Sean, Paul chiese deciso se per entrambi fosse ok utilizzare un lavoro del defunto marito e padre. Quando entrambi acconsentirono, Paul si fece ulteriormente coraggio, pregando fortemente Yoko Ono affinché non mettesse pressioni, né limiti. Lavorare a un pezzo di John sarebbe stato molto difficile, soprattutto emotivamente e spiritualmente, il resto della band doveva avere la libertà di poterlo fare senza alcun paletto. Loro avrebbero comunque ascoltato il brano in anteprima e, se non fosse stato di loro gradimento, avrebbero potuto negare la pubblicazione.
Visto che all’epoca George Martin aveva problemi d’udito, non poté produrre il brano – ma produsse comunque la serie Anthology – così i Beatles dovettero cercare un produttore che ne fosse all’altezza. Qui arriva in soccorso il diplomatico e per niente despota George Harrison che con tutta la tranquillità del mondo se ne uscì dicendo che avrebbe partecipato al progetto solo se fosse stato prodotto da Jeff Lyne, con il quale aveva già lavorato nel 1987, per l’album Cloud Nine. Così, ovviamente, è e nel febbraio 1994 si riuniscono tutti – insieme agli ingegneri del suono Geoff Emerick e Jon Jacobs – nello studio a casa di Paul McCartney.
Per la tecnologia di metà anni Novanta era impossibile separare la voce di John con il pianoforte che stava suonando, così quella traccia dovette rimanere per forza insieme. Paul, George e Ringo – che per tutto il tempo stavano facendo finta che John stesse in pausa pranzo – registrarono una nuova base sui vuoti musicali che aveva il brano.
Fu di George anche l’idea di mettere in coda, insieme al banjo ukulele il tormentone del comico George Formby: “Turned out nice again!” (trad. “È venuto bene anche questa volta”) ma riprodotto al contrario. Sorprendentemente e in modo non del tutto così inquietante, a registrazione finite e con il suo mix definitivo, la frase in originale suona molto come “Made by John Lennon”.
Il risultato finale, comunque, è approvato da tutti. I Beatles rimasti si erano davvero divertiti a suonare di nuovo insieme, era come se tutti quegli anni non fossero mai passati davvero.
Stando a metà anni Novanta, i Beatles pensano anche a un video ufficiale, prodotto da Vincent Joliet e diretto da Joe Pytka. Il video è molto toccante: dalla casa d’infanzia di John Lennon a Liverpool, vediamo tutta la storia dei Beatles dal punto di vista di un uccello che vola attraverso luoghi e momenti che hanno fatto la storia della musica inglese, e non solo. I veri fan, guardando il video, hanno stimato dagli ottanta ai cento indizi che alludono alla storia della band, non solo delle loro canzoni, ma anche sulla vita privata, soprattutto la più legata all’infanzia.
Il video vinse il Grammy 1997 come Miglior Video Musicale in forma breve.
Fatto divertente: l’uccello non viene mai mostrato in video perché nessuno di loro si riusciva a mettere d’accordo sul tipo di volatile che dovesse essere.
Quando il brano esce, nel dicembre del 1995, raggiunge subito il secondo posto nella classica inglese e il sesto nella Billboard Hot 100 degli Stati Uniti. In diversi paesi europei, in Australia e Canada entra nella top ten. È un brano che, anche se postumo del gruppo, vince il Grammy Award 1997 per la Miglior Performance Pop di un duo o un gruppo vocale.
In occasione dell’uscita di Anthology 4 e con le tecnologie più precise, nel 2025 è stata pubblicata una versione rimasterizzata in cui viene estratta la voce di John Lennon.
Diciotto anni dopo Paul McCartney, George Harrison e Ringo Starr ci lavorarono su, aggiungendo i loro arrangiamenti, altri strumenti e le voci dei cori.
Il brano venne pubblicato nella raccolta Anthology 1, a cui si aggiungeva il documentario The Beatles Anthology.
Piccolo passo che potrebbe non interessare: ho pianto scrivendo questo articolo.
Free as a bird
(Libero come un uccello)
It’s the next best thing to be
(È l’alternativa migliore che ci sia)
Free as a bird
(Libero come un uccello)
Home, home and dry
(A casa, a casa e al riparo)
Like a homing bird, I’ll fly
(Come un piccione viaggiatore, volerò)
As a bird on wings
(Come un uccello con le sue ali aperte)
(Libero come un uccello)
It’s the next best thing to be
(È l’alternativa migliore che ci sia)
Free as a bird
(Libero come un uccello)
Home, home and dry
(A casa, a casa e al riparo)
Like a homing bird, I’ll fly
(Come un piccione viaggiatore, volerò)
As a bird on wings
(Come un uccello con le sue ali aperte)
“Dissi a Yoko: “Non imponici troppe condizioni, è davvero difficile fare questo, a livello spirituale. Non sappiamo, potremmo odiarci dopo due ore in studio e andarcene. Quindi non mettere condizioni, è già abbastanza complicato. Se non funziona, puoi porre il veto.” Quando dissi a George e Ringo che avevo accettato, dissero: ‘Cosa? E se ci piacesse?’ Fortunatamente non è andata così.”
- Paul McCartney
Quando i Beatles viventi decisero di riunirsi a metà anni Novanta per lavorare ancora insieme al progetto di Anthology, si resero conto che non sarebbero stati davvero in grado di farcela come ai vecchi tempi, in quanto mancava un membro. Decisi che mai avrebbero rimpiazzato anche solo uno di loro, Paul McCartney chiese a Yoko Ono se ci fossero alcuni lavori di John ancora non pubblicati. Arrivato a New York, la vedova Lennon gli consegnò diverse registrazioni, da cui poi furono estrapolate anche “Real Love”, “Grow Old With Me” e “Now and Then”, oltre al brano di cui parliamo oggi: “Free as a Bird”.
Ascoltandole attentamente anche con Sean, Paul chiese deciso se per entrambi fosse ok utilizzare un lavoro del defunto marito e padre. Quando entrambi acconsentirono, Paul si fece ulteriormente coraggio, pregando fortemente Yoko Ono affinché non mettesse pressioni, né limiti. Lavorare a un pezzo di John sarebbe stato molto difficile, soprattutto emotivamente e spiritualmente, il resto della band doveva avere la libertà di poterlo fare senza alcun paletto. Loro avrebbero comunque ascoltato il brano in anteprima e, se non fosse stato di loro gradimento, avrebbero potuto negare la pubblicazione.
Visto che all’epoca George Martin aveva problemi d’udito, non poté produrre il brano – ma produsse comunque la serie Anthology – così i Beatles dovettero cercare un produttore che ne fosse all’altezza. Qui arriva in soccorso il diplomatico e per niente despota George Harrison che con tutta la tranquillità del mondo se ne uscì dicendo che avrebbe partecipato al progetto solo se fosse stato prodotto da Jeff Lyne, con il quale aveva già lavorato nel 1987, per l’album Cloud Nine. Così, ovviamente, è e nel febbraio 1994 si riuniscono tutti – insieme agli ingegneri del suono Geoff Emerick e Jon Jacobs – nello studio a casa di Paul McCartney.
Per la tecnologia di metà anni Novanta era impossibile separare la voce di John con il pianoforte che stava suonando, così quella traccia dovette rimanere per forza insieme. Paul, George e Ringo – che per tutto il tempo stavano facendo finta che John stesse in pausa pranzo – registrarono una nuova base sui vuoti musicali che aveva il brano.
Fu di George anche l’idea di mettere in coda, insieme al banjo ukulele il tormentone del comico George Formby: “Turned out nice again!” (trad. “È venuto bene anche questa volta”) ma riprodotto al contrario. Sorprendentemente e in modo non del tutto così inquietante, a registrazione finite e con il suo mix definitivo, la frase in originale suona molto come “Made by John Lennon”.
Il risultato finale, comunque, è approvato da tutti. I Beatles rimasti si erano davvero divertiti a suonare di nuovo insieme, era come se tutti quegli anni non fossero mai passati davvero.
Stando a metà anni Novanta, i Beatles pensano anche a un video ufficiale, prodotto da Vincent Joliet e diretto da Joe Pytka. Il video è molto toccante: dalla casa d’infanzia di John Lennon a Liverpool, vediamo tutta la storia dei Beatles dal punto di vista di un uccello che vola attraverso luoghi e momenti che hanno fatto la storia della musica inglese, e non solo. I veri fan, guardando il video, hanno stimato dagli ottanta ai cento indizi che alludono alla storia della band, non solo delle loro canzoni, ma anche sulla vita privata, soprattutto la più legata all’infanzia.
Il video vinse il Grammy 1997 come Miglior Video Musicale in forma breve.
Fatto divertente: l’uccello non viene mai mostrato in video perché nessuno di loro si riusciva a mettere d’accordo sul tipo di volatile che dovesse essere.
Quando il brano esce, nel dicembre del 1995, raggiunge subito il secondo posto nella classica inglese e il sesto nella Billboard Hot 100 degli Stati Uniti. In diversi paesi europei, in Australia e Canada entra nella top ten. È un brano che, anche se postumo del gruppo, vince il Grammy Award 1997 per la Miglior Performance Pop di un duo o un gruppo vocale.
In occasione dell’uscita di Anthology 4 e con le tecnologie più precise, nel 2025 è stata pubblicata una versione rimasterizzata in cui viene estratta la voce di John Lennon.

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