martedì 11 novembre 2025

#Metafisica: Tempo e destino – Viviamo liberi o seguiamo un disegno?

Se il tempo fosse un cerchio, chi sei ora potresti esserlo da sempre… e per sempre”.

È con questa frase che, in un giorno di temporale estivo, me ne sono uscita con un mio amico senza, fortunatamente, incappare nell’ansia egoica che porta a pensarci unici e rari.
Se per noi due, però, questo concetto è qualcosa di liberatorio, quasi poetico, per altri può dare un senso di vertigine: in che senso siamo sempre stati così? E che fine fa il cambiamento? O la nostra libertà? E il libero arbitrio?

Personalmente considero il libero arbitrio come la possibile scelta tra bene e male, e che quindi abbiamo solo un margine di libertà dipendente dalle conseguenze di quel bene o male scelto. Ma forse è meglio spiegarmi nell’articolo.  
  
Siamo portati a pensare che il tempo sia un qualcosa di lineare: nasciamo, cresciamo, moriamo. A scuola ci hanno insegnato a pensare alla storia come una linea temporale continua, dove gli eventi si susseguono uno dopo laltro; una linea retta che parte con la Creazione e continua infinita fino al momento in cui l’Universo cesserà di esistere. Questa, però, è solo la nostra concezione occidentale.
 
Per Sant’Agostino (354 - 430) solo Dio è fuori dal tempo, che anzi l’ha creato per noi con lo scopo di redimerci attraverso le esperienze che abbiamo vissuto
Tra memoria (passato), attenzione (presente) e attesa (futuro) manipoliamo e costruiamo la nostra coscienza, anche se ciò che conta rimane solo l’adesso, il momento presente, quello a cui prestiamo attenzione. La memoria del passato serve per darci una mano nel rimanere saldi, e l’attesa del futuro è come una speranza su quello che verrà.

Nella nostra visione occidentale il tempo lineare ha a che fare sì con un cammino più o meno interiore, ma soprattutto con la nostra storia personale
Siamo strettamente legati alla narrazione, al: “Ho fatto questo perché prima c’era quest’altro” ed è così che abbiamo la sicurezza, o l’illusione, dell’esistenza del libero arbitrio: in ogni momento della nostra vita abbiamo la possibilità di scegliere, deviare e persino creare alternative.

È da questo modo di pensare che nasce la teoria degli universi paralleli o del multiverso: ogni nostra scelta porta la nascita di una realtà parallela dove abbiamo deciso per l’opposto, dando vita a versione infinite di noi che mai – o non così mai secondo la fantascienza – potremmo contattare.

Ma dall’altra parte, in molte tradizioni orientali come induismo e buddhismo, il tempo è ciclico: si nasce, si cresce, si muore e si rinasce in un eterno ritorno. 
L’anima passa da un corpo all’altro o addirittura può scegliere di non reincarnarsi, ma ogni azione torna come energie in forme e vite diverse. Se, per esempio, mi succede un incidente nonostante io sia stata una persona retta e buona fin dal mio primo giorno di vita, non è detto che non stia pagando un’azione malvagia di una vita passata. Insomma, secondo questo concetto non esiste prescrizione o perdono dei peccati.

Questa teoria lo vediamo anche nella filosofia della Grecia antica, con gli Stoici: anche per loro il tempo era un ciclo infinito, con eventi che si ripetevano sempre uguali. Il tedesco Friederich Nietzsche (1844-1900) pensava allo stesso modo, con il suo concetto di eterno ritorno.
In questo caso, se gli eventi si susseguono sempre uguali ed eterni, il libero arbitrio può servire a imparare da essi o, più negativamente, siamo destinati a ripetere sempre gli stessi errori?

Rischiando di essere accusato di pelagianesimo – dottrina all’epoca eretica in cui il peccato originale era da imputare solo ai progenitori, non a tutti i discendenti – Sant’Agostino nel suo “De libero arbitrio voluntatis” sostiene che è proprio la presenza del libero arbitrio a rendere gli umani peccaminosi di natura e che Dio, essendo fonte unica di bene, non ha alcuna responsabilità sulle nostre scelte. Questa teoria viene spiegata meglio nella Divina Commedia, quando Virgilio spiega la teoria dell’Amore.

La libertà, se vista dal punto di vista di un tempo limitato in questo pianeta, ha un sapore intenso, mentre nelle tradizioni, filosofie o religioni che ammettono il concetto di reincarnazione la stessa libertà è diluita nel tempo: posso decidere di essere in un modo oggi e in questa vita, ma nella prossima tutto può cambiare.

Mentre nella linea retta è Dio a guidarti, nella concezione del cerchio infinito la continua rete di causa-effetto produce sempre più consapevolezza e riesci ad andare oltre la giostra continua quanto più cresciamo in coscienza
Che seguiamo la morale di Dio nel cammino retto, o che danziamo nel cerchio dell’eterno movimento, acquisiamo maggiore libertà e consapevolezza se cominciamo a porci come domande: chi sono? Quanto posso cambiare ciò che siamo? E rispondere a esse con amore.

Così “Se il tempo fosse un cerchio, chi sei ora potresti esserlo da sempre… e per sempre” non è più – perché non lo è mai stata – una condanna, ma la promessa di avere già racchiuso in noi il nostro lato migliore, l’Assoluto.
E davvero abbiamo bisogno della morte letterale per rinascere a noi stessi? I cattolici insegnano che la vita stessa, che sia di un’ora o di cent’anni, è un continuo morire e rinascere a noi stessi. E seguendo questo ragionamento, è davvero così importante immaginare il tempo? Sia esso racchiuso in una linea, o in un cerchio…

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