Non serve davvero spiegare che l’arte non è solo bellezza o contemplazione, ma può servire come grido d’aiuto, come focus su eventi piacevoli o non della natura umana, e persino come arma di resistenza.
Nel corso della storia, infatti, sono stati numerosi gli artisti che hanno usato il loro talento per denunciare ingiustizie, sfidare il potere e dare voce a chi non ce l’aveva.
Pensiamo certo ai grandi del passato, ma oggi andiamo verso i più moderni…
Francisco Goya e la denuncia della guerra
Con le sue incisioni “I disastri della guerra” (1810-1820), Francisco Goya rappresenta la guerra nel più brutale dei modi. I conflitti napoleonici in Spagna sono lì mostrati con il lato più oscuro: violenza, disperazione e sofferenza umana, senza censurarne nulla. Il “3 maggio 1808”, infatti, raffigura proprio l’esecuzione di civili spagnoli da parte dell’esercito francese, che con la sua drammaticità risuona ancora oggi come simbolo di resistenza contro l’oppressione.
Picasso e la forza di Guernica
Inutile presentare Guernica (1937) di Pablo Picasso. Ma è bene ricordare perché è stato realizzato: il dipinto è una risposta al bombardamento della città basca da parte dell’aviazione fascionazista, un grido di dolore contro la brutalità della guerra. Con il suo bianco e nero stridente e figure contorte, l’opera diviene un simbolo globale dell’antifascismo de della violenza politica.
L’arte di strada e Bansky
A oggi ritroviamo questa forma d’arte in maniera molto più inclusiva e quotidiana, basta pensare ai numerosi graffiti che popolano le nostre città. Certo, è una minima parte quella a risultare veramente arte. Parliamo dell’innarrivabile Bansky: l’artista anonimo più famoso del nostro tempo che con i suoi stencil lancia messaggi per affrontare temi come il capitalismo, la guerra e l’autoritaismo. “Flower Thrower”, murales apparsto nel 2003 in Cisgiordania, rappresenta un uomo mascherato che lancia un mazzo di fiori invece di una bomba. Grande e potente è il messaggio che l’artista ha voluto lanciare sulla necessità di sostituire la violenza con la pace.
Questi sono solo pochi esempi dell’infinito mezzo per denunciare la violenza che è l’arte. A voi ne vengono altri in mente?
Nel corso della storia, infatti, sono stati numerosi gli artisti che hanno usato il loro talento per denunciare ingiustizie, sfidare il potere e dare voce a chi non ce l’aveva.
Pensiamo certo ai grandi del passato, ma oggi andiamo verso i più moderni…
Francisco Goya e la denuncia della guerra
Con le sue incisioni “I disastri della guerra” (1810-1820), Francisco Goya rappresenta la guerra nel più brutale dei modi. I conflitti napoleonici in Spagna sono lì mostrati con il lato più oscuro: violenza, disperazione e sofferenza umana, senza censurarne nulla. Il “3 maggio 1808”, infatti, raffigura proprio l’esecuzione di civili spagnoli da parte dell’esercito francese, che con la sua drammaticità risuona ancora oggi come simbolo di resistenza contro l’oppressione.
Picasso e la forza di Guernica
Inutile presentare Guernica (1937) di Pablo Picasso. Ma è bene ricordare perché è stato realizzato: il dipinto è una risposta al bombardamento della città basca da parte dell’aviazione fascionazista, un grido di dolore contro la brutalità della guerra. Con il suo bianco e nero stridente e figure contorte, l’opera diviene un simbolo globale dell’antifascismo de della violenza politica.
L’arte di strada e Bansky
A oggi ritroviamo questa forma d’arte in maniera molto più inclusiva e quotidiana, basta pensare ai numerosi graffiti che popolano le nostre città. Certo, è una minima parte quella a risultare veramente arte. Parliamo dell’innarrivabile Bansky: l’artista anonimo più famoso del nostro tempo che con i suoi stencil lancia messaggi per affrontare temi come il capitalismo, la guerra e l’autoritaismo. “Flower Thrower”, murales apparsto nel 2003 in Cisgiordania, rappresenta un uomo mascherato che lancia un mazzo di fiori invece di una bomba. Grande e potente è il messaggio che l’artista ha voluto lanciare sulla necessità di sostituire la violenza con la pace.
Questi sono solo pochi esempi dell’infinito mezzo per denunciare la violenza che è l’arte. A voi ne vengono altri in mente?
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