“Non è altro che questo, epigrafe funeraria, un nome. Conviene ai morti. A chi ha concluso. Io sono vivo e non concludo”.
- Pirandello
Era una giornata piovosa quando, sabato 8 febbraio 2025, siamo andati al Teatro Ghione di Roma a vedere la rappresentazione di “Uno, Nessuno e Centomila”.
Sebbene Pirandello scrisse diversi spettacoli teatrali, il personaggio di Vitangelo Moscarda (il protagonista) è stato originariamente rappresentato solo nella fantasia dei lettori.
Infatti “Uno, Nessuno e Centomila”, storia decisamente pirandelliana, nasce come romanzo. Possiamo considerarlo come il canto del cigno dell’autore: è difatti l’ultimo suo romanzo pubblicato.
Per non lasciarci impreparati, o forse solo per circostanze fortuite, abbiamo letto il romanzo lo scorso anno, la sua struttura e le sue vicende ci erano chiare nella mente ed eravamo curiosi nello scoprire come sarebbe stato adattato e che forma avrebbero assunto i personaggi su un palco.
Lo spettacolo da noi visionato è stato adattato dal regista Nicasio Anselmo, basandosi sulla storia e sui dialoghi del romanzo originale. Gli attori che hanno interpretato i personaggi del romanzo sono: Primo Reggiani, Francesca Valtorta, Jane Alexander, Fabrizio Bordignon ed Enrico Ottaviano.
La recitazione ci ha colpito in positivo, gli attori hanno saputo “indossare” i propri personaggi, veicolando le emozioni alla platea e alla galleria attraverso le frasi e i passaggi del romanzo.
Gli attori, nei loro movimenti e nella loro gestualità, rendevano una fedeltà pressocché assoluta ai personaggi del romanzo, dando loro una carne, una forma, una vita.
Un ulteriore plauso va a Primo Reggiani, interprete del protagonista, che ha dato voce ai pensieri di Vitangelo Moscarda, calcando la giusta enfasi e attendendo le giuste pause per rendere tangibili su un palcoscenico frasi che hanno fatto la storia della letteratura italiana.
Il monologo finale ci ha particolarmente colpito, veicolandoci le stesse emozioni di quando ci siamo ritrovati a leggere l’ultima pagina del romanzo.
Sebbene abbiamo complessivamente apprezzato la resa teatrale dei personaggi, alcuni ci hanno lasciati perplessi. Stiamo parlando degli uomini di chiesa, il vescovo e il canonico, personaggi talmente cari a Pirandello da essere già presenti in diverse storie di “Novelle per un anno”.
Le linee del dialogo del canonico, tra l’altro, erano già presenti nella novella “I Fortunati” presenti nella suddetta raccolta.
Sia nelle novelle e sia nel romanzo, questi due uomini di chiesa appaiono come caricature del proprio ordine, due personaggi che mostrano come anche il clero abbia delle “maschere” con i propri difetti.
Detto ciò, quello che è arrivato a noi nella rappresentazione di questi personaggi è stata una caricatura di una caricatura, il loro tono non aveva alcuna solennità e il canonico è stato interpretato con un accento portoghese che abbiamo trovato inappropriato.
C’è comunque da aggiungere e da sottolineare che, nonostante ciò, gli attori Fabrizio Bordignon ed Enrico Ottaviano hanno interpretato, scena per scena, un vasto repertorio di personaggi del romanzo (in primis i soci d’affari del protagonista) cambiando spesso costume e personalità, svolgendo un lavoro eccelso con tutte le altre “maschere”.
Francesca Valtorta e Jane Alexander hanno interpretato le due figure femminili del romanzo, la moglie “Dida” e la sua amica Anna Rosa. La rappresentazione l’abbiamo trovata calzante, tra vanità e nevrosi, le attrici hanno interpretato quei personaggi in maniera coerente rispetto le descrizioni del libro.
La rappresentazione nel complesso è stata molto interessante. Uno, Nessuno e Centomila è classico della letteratura dalla spiccata sensibilità sociologica. Che sia nella forma di romanzo o di rappresentazione teatrale, questo classico ancora oggi permette di interrogare il lettore o lo spettatore sul concetto di “identità” e di costruzione del sé.
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