“Inseparabili”, il nuovo singolo di Androgynus è disponibile in rotazione radiofonica dal 22 novembre 2024, mentre nelle piattaforme è stato disponidibile dal 15 dello stesso mese.
Il brano è anche il singolo estratto dal nuovo LP “L’eterno è solo un attimo”, (uscito il 29 novembre) realizzato con il sostegno del MiC e di SIAE, nell’ambito del programma “Per Chi Crea”.
“Inseparabili” è un brano che parla di una coppia anticonformista che capisce come resistere alle prove di una lunga storia. Dopo qualche calcio in bocca la solitudine del tradimento si piega alla forza dell’attrazione che nasce dalla chimica dei corpi. Liberi ma inseparabili, questi amanti si abbandonano al ritmo di un valzer che li porta a ballare su onde che non permettono alla vita di essere banale.
Il videoclip “Inseparabili” racconta di una coppia il cui amore “terreno” si trasforma in un amore più universale, simbolizzando il legame umano come un ponte verso una connessione cosmica, con l’amore che diventa una forza che ci unisce al tutto. Inoltre, la tensione del desiderio romantico viene utilizzata come metafora del desiderio esistenziale, rappresentando la ricerca umana di risposte ai misteri dell’universo e della vita.
L’album ha richiesto una lunga gestazione, come succede spesso a molte opere artistiche. Alcune canzoni sono state scritte nell’arco degli ultimi anni, altre sono nate in appena due giorni durante la registrazione del disco.
Il cuore del lavoro si trova nelle idee iniziali di Gabriele Bernabò, che, insieme al gruppo e al produttore artistico Manuele Fusaroli, ha affinato gli arrangiamenti e i testi. Interessante è la decisione di escludere l’uso di basi elettroniche durante la stesura delle registrazioni finali, optando invece per una base di basso e batteria, suonati da Stefano Giuggioli e Francesco Terribile.
Un altro elemento distintivo del sound del disco è l’uso di un Farfisa Louvre (un tipo di tastiera vintage) che, insieme ad altri strumenti elettronici più recenti, è stato trattato attraverso amplificatori vintage come quelli Davoli e Vox, per evitare la “freddezza” di un processamento del suono digitale.
La parte più caratteristica del disco, tuttavia, è l’inserimento del violino. Bernabò ha scelto di utilizzare le sue competenze classiche per registrare delle orchestrazioni che alternano momenti di melodia solistica ad armonizzazioni di supporto per le canzoni, conferendo al disco una profondità e una ricchezza emotiva.
Il processo di produzione dell’album si è svolto in sei settimane nello studio NHQ, nella campagna ferrarese. Questo disco è un esempio di come l’uso delle tecnologie moderne possa essere di supporto a metodi più tradizionali per creare un sound che sia innovativo e consapevole della tradizione musicale.
Il brano è anche il singolo estratto dal nuovo LP “L’eterno è solo un attimo”, (uscito il 29 novembre) realizzato con il sostegno del MiC e di SIAE, nell’ambito del programma “Per Chi Crea”.
“Inseparabili” è un brano che parla di una coppia anticonformista che capisce come resistere alle prove di una lunga storia. Dopo qualche calcio in bocca la solitudine del tradimento si piega alla forza dell’attrazione che nasce dalla chimica dei corpi. Liberi ma inseparabili, questi amanti si abbandonano al ritmo di un valzer che li porta a ballare su onde che non permettono alla vita di essere banale.
Il videoclip “Inseparabili” racconta di una coppia il cui amore “terreno” si trasforma in un amore più universale, simbolizzando il legame umano come un ponte verso una connessione cosmica, con l’amore che diventa una forza che ci unisce al tutto. Inoltre, la tensione del desiderio romantico viene utilizzata come metafora del desiderio esistenziale, rappresentando la ricerca umana di risposte ai misteri dell’universo e della vita.
L’album ha richiesto una lunga gestazione, come succede spesso a molte opere artistiche. Alcune canzoni sono state scritte nell’arco degli ultimi anni, altre sono nate in appena due giorni durante la registrazione del disco.
Il cuore del lavoro si trova nelle idee iniziali di Gabriele Bernabò, che, insieme al gruppo e al produttore artistico Manuele Fusaroli, ha affinato gli arrangiamenti e i testi. Interessante è la decisione di escludere l’uso di basi elettroniche durante la stesura delle registrazioni finali, optando invece per una base di basso e batteria, suonati da Stefano Giuggioli e Francesco Terribile.
Un altro elemento distintivo del sound del disco è l’uso di un Farfisa Louvre (un tipo di tastiera vintage) che, insieme ad altri strumenti elettronici più recenti, è stato trattato attraverso amplificatori vintage come quelli Davoli e Vox, per evitare la “freddezza” di un processamento del suono digitale.
La parte più caratteristica del disco, tuttavia, è l’inserimento del violino. Bernabò ha scelto di utilizzare le sue competenze classiche per registrare delle orchestrazioni che alternano momenti di melodia solistica ad armonizzazioni di supporto per le canzoni, conferendo al disco una profondità e una ricchezza emotiva.
Il processo di produzione dell’album si è svolto in sei settimane nello studio NHQ, nella campagna ferrarese. Questo disco è un esempio di come l’uso delle tecnologie moderne possa essere di supporto a metodi più tradizionali per creare un sound che sia innovativo e consapevole della tradizione musicale.
«Vi invito a vivere con intensità questo preciso istante, il passato è già finito e il futuro non esiste ancora; se riuscirete a viverlo con intensità, potrete sentire una tale forza, una tale bellezza, un tale significato, che non sarà più necessario tentare di spiegare cos’è “L’Eterno”.»
- Androgynus
Androgynus, nome d’arte di Gabriele Bernabò, è un artista toscano il cui tentativo è quello di far convivere suono, immagine e parola al fine di riaccendere la loro potenza evocativa e veicolare significati spirituali.
Il primo LP di Androgynus è descritto da Repubblica (Firenze) come una sintesi ideale tra Battisti, Battiato, glam rock e psichedelia.
Nel 2022, Rockit lo inserisce tra i 50 dischi più belli dell’anno, e un suo singolo entra nella playlist editoriale di Spotify Rock Italia. Alla fine dello stesso anno, Androgynus vince tre premi al Rock Contest.
Nel 2023, Gabriele, leader di Androgynus, si esibisce nel tour di Lucio Corsi, calcando palchi prestigiosi come l’Alcatraz di Milano e l’Arena di Verona. Nello stesso anno, consegue la laurea magistrale in violino al Conservatorio Santa Cecilia di Roma.
Il 1° novembre 2024 esce il singolo “Danza magica”.
Il primo LP di Androgynus è descritto da Repubblica (Firenze) come una sintesi ideale tra Battisti, Battiato, glam rock e psichedelia.
Nel 2022, Rockit lo inserisce tra i 50 dischi più belli dell’anno, e un suo singolo entra nella playlist editoriale di Spotify Rock Italia. Alla fine dello stesso anno, Androgynus vince tre premi al Rock Contest.
Nel 2023, Gabriele, leader di Androgynus, si esibisce nel tour di Lucio Corsi, calcando palchi prestigiosi come l’Alcatraz di Milano e l’Arena di Verona. Nello stesso anno, consegue la laurea magistrale in violino al Conservatorio Santa Cecilia di Roma.
Il 1° novembre 2024 esce il singolo “Danza magica”.
Ciao Androgynus! Grazie mille per la tua disponibilità. Vorrei chiederti come hai iniziato con la musica e come hai capito che questa sarebbe stata la tua strada…
Quando avevo solo 7 anni i miei genitori mi hanno spinto a suonare il violino e a imparare tutta la tradizione che si lega a questo mondo (pianoforte complementare, teoria e solfeggio) a fare saggi e concorsi vari, ho una prorompente luna in leone quindi sono un tipo abbastanza a suo agio sul palco, anche se il mio sole in pesci come un contrappeso mi rende contemporaneamente vittima di vergogne e insicurezze.
Ho capito definitivamente che volevo fare musica durante l’adolescenza, quando mi sono reso conto che la musica accendeva dentro di me emozioni molto intense, soprattutto la musica rock; in effetti non so più se queste emozioni riescono a vivere dentro di me oggi con la stessa intensità di quando ero piccolo, quando si è piccoli è più facile, dovrei rifletterci!
La Repubblica (Firenze) ti ha paragonato a Battiato e Battisti. Come ti sei sentito quando lo hai letto? E quanto della loro musica ti ispira?
Mi sono sentito un po’ troppo innalzato sinceramente… [ride]
In ogni caso, io amo tantissimi stili, e talvolta ho pensato che questa potesse essere una debolezza in un mondo che taglia i generi in maniera così netta, e premia chi si specializza in qualcosa di molto definito.
Battisti e Battiato sono due nomi enormi, e ciò è dovuto sicuramente alla loro genialità, ma molto è anche leggenda.
Sono anche due nomi che spesso non si associano perché sono agli antipodi, Battisti era molto emotivo ed è famoso per le sue canzoni d’amore, anche se in alcuni album (“Anima Latina”, “Il Nostro Caro Angelo”) c’è un pensiero filosofico ben preciso.
Battiato risulta a volte più glaciale, è famoso per i suoi testi provocatori e immaginifici de “La Voce del Padrone” ma anche per la spiritualità e l’esoterismo.
A me piacciono entrambi questi approcci e ho sempre cercato di esplorarli entrambi.
Se dovessi fare altri due nomi di artisti a te vicini, chi sarebbero?
Andrea Laszlo De Simone, perchè in un certo momento il disco “Uomo Donna” mi ha folgorato, ho provato sensazioni ancestrali che non avevo mai provato attraverso la musica.
Gli “Wow”, un gruppo alternativo romano, “Come la notte” è un bellissimo disco secondo me, specialmente se lo ascolti in un certo stato emotivo nostalgico molto intenso, la musica non può davvero parlare se l’ascoltatore non è incline a vivere certe esperienze.
Però non riesco a ridurre così la mia influenza, per questo disco mi hanno influenzato molto la french touch francese e il cantautorato italiano in generale.
Parlami della nascita del brano “Inseparabili”. Quando si parla di genere psichedelico, il mio preferito, sono sempre curiosa di conoscere il processo creativo dietro l’opera…
La psichedelia esplora un mondo sotterraneo e profondo che mi è sempre interessato, per integrare la psichedelia in una forma così sintetica e semplice come la forma canzone bisogna asciugare, semplificare e portare l’estrema complessità e oscurità a una sintesi, bisogna trarne il cuore!
Battiato diceva che nel campo artistico il “breve” vince sul “lungo” e la “chiarezza” vince sull’”oscurità”, però lui lo ha detto e lo ha fatto con le sue canzoni dopo aver esplorato la psichedelia per anni.
Fare musica psichedelica per me è un po’ una ricerca al confine tra questi due estremi, la luce e li buio, la chiarezza del Sole e la confusione primordiale.
Per creare un’opera bisogna avere un approccio olistico, mettersi in gioco, immedesimarsi completamente ed emotivamente, poi distaccarsi per capire cosa si è fatto, avere il coraggio di definire, di fare delle scelte, e poi donarlo al mondo, se si vuole!
Mi ritrovo molto quando dici che vivere totalmente l’attimo è assaporare l’eterno e che in fin dei conti abbiamo solo l’istante. Quanto di questo pensiero influisce sulla tua scrittura dei brani?
Sembra assurdo dire che l’eterno è solo un attimo se ci pensi, se pensi all’eterno come la somma di ogni singolo giorno della vita che è un continuo cambiamento, quindi intuitivamente l’eterno dovrebbe essere l’insieme di tutti i momenti!
Però l’eterno non è la somma di momenti, bensì è qualcosa che sta oltre il momento, che rimane uguale a se stesso, anche dopo miliardi di anni, che c’era prima e ci sarà dopo, che sta oltre lo spaziotempo come direbbe un fisico.
Attraverso la percezione precisa del momento, attraverso l’ascolto ti rendi conto di essere il testimone di questo momento, e lì ti ricolleghi alla tua consapevolezza, che è eterna, ed è lo strumento più potente che abbiamo, è una sorgente infinita di energia!
Fare musica bene non è tanto diverso da condurre una vita consapevole.Ho più volte constatato quanto la buona riuscita di un progetto sia direttamente collegata al benessere e alla forza d’animo di chi lo porta avanti. E questo penso si possa applicare ad ogni progetto di vita, non solo musicale.
“Inseparabili” parla di quello che è l’amore vero, secondo il mio punto di vista: l’amore cosmico. Si parte dal fisico per arrivare a una completa unione di corpi, menti e anime. Io credo fermamente che tutti siamo tutto, e guardando il mondo là fuori, con leader che soggiogano i popoli con il terrore mediatico del diverso, credi sia necessario parlare di unità e amore senza limiti, proprio come fosse una missione, o semplicemente ne parli senza considerare anche questo lato più “politico”?
Sicuramente la prendo come missione, ma mi sento solo un tramite di molti concetti e intuizioni che vengono tramandati da anni e anni! Mi basta citare la canzone “Tutto l’universo obbedisce all’amore”! Tutto è amore, l’amore è creazione pura, è l’attributo principale della consapevolezza. Distruggere senza motivo, quello può essere considerato l’esatto opposto.
A volte l’amore distrugge, ti fa passare attraverso diversi sconvolgimenti per sradicare delle vecchie abitudini dannose, ma dopo poco l’effetto positivo si sente.
Il mondo può essere orribile là fuori, dominato da impulsi a distruggere e a far soffrire senza motivo, non so che dire..
Questo è stato descritto come “corpo di dolore” da Eckhart Tolle.
Quando avevo solo 7 anni i miei genitori mi hanno spinto a suonare il violino e a imparare tutta la tradizione che si lega a questo mondo (pianoforte complementare, teoria e solfeggio) a fare saggi e concorsi vari, ho una prorompente luna in leone quindi sono un tipo abbastanza a suo agio sul palco, anche se il mio sole in pesci come un contrappeso mi rende contemporaneamente vittima di vergogne e insicurezze.
Ho capito definitivamente che volevo fare musica durante l’adolescenza, quando mi sono reso conto che la musica accendeva dentro di me emozioni molto intense, soprattutto la musica rock; in effetti non so più se queste emozioni riescono a vivere dentro di me oggi con la stessa intensità di quando ero piccolo, quando si è piccoli è più facile, dovrei rifletterci!
La Repubblica (Firenze) ti ha paragonato a Battiato e Battisti. Come ti sei sentito quando lo hai letto? E quanto della loro musica ti ispira?
Mi sono sentito un po’ troppo innalzato sinceramente… [ride]
In ogni caso, io amo tantissimi stili, e talvolta ho pensato che questa potesse essere una debolezza in un mondo che taglia i generi in maniera così netta, e premia chi si specializza in qualcosa di molto definito.
Battisti e Battiato sono due nomi enormi, e ciò è dovuto sicuramente alla loro genialità, ma molto è anche leggenda.
Sono anche due nomi che spesso non si associano perché sono agli antipodi, Battisti era molto emotivo ed è famoso per le sue canzoni d’amore, anche se in alcuni album (“Anima Latina”, “Il Nostro Caro Angelo”) c’è un pensiero filosofico ben preciso.
Battiato risulta a volte più glaciale, è famoso per i suoi testi provocatori e immaginifici de “La Voce del Padrone” ma anche per la spiritualità e l’esoterismo.
A me piacciono entrambi questi approcci e ho sempre cercato di esplorarli entrambi.
Se dovessi fare altri due nomi di artisti a te vicini, chi sarebbero?
Andrea Laszlo De Simone, perchè in un certo momento il disco “Uomo Donna” mi ha folgorato, ho provato sensazioni ancestrali che non avevo mai provato attraverso la musica.
Gli “Wow”, un gruppo alternativo romano, “Come la notte” è un bellissimo disco secondo me, specialmente se lo ascolti in un certo stato emotivo nostalgico molto intenso, la musica non può davvero parlare se l’ascoltatore non è incline a vivere certe esperienze.
Però non riesco a ridurre così la mia influenza, per questo disco mi hanno influenzato molto la french touch francese e il cantautorato italiano in generale.
Parlami della nascita del brano “Inseparabili”. Quando si parla di genere psichedelico, il mio preferito, sono sempre curiosa di conoscere il processo creativo dietro l’opera…
La psichedelia esplora un mondo sotterraneo e profondo che mi è sempre interessato, per integrare la psichedelia in una forma così sintetica e semplice come la forma canzone bisogna asciugare, semplificare e portare l’estrema complessità e oscurità a una sintesi, bisogna trarne il cuore!
Battiato diceva che nel campo artistico il “breve” vince sul “lungo” e la “chiarezza” vince sull’”oscurità”, però lui lo ha detto e lo ha fatto con le sue canzoni dopo aver esplorato la psichedelia per anni.
Fare musica psichedelica per me è un po’ una ricerca al confine tra questi due estremi, la luce e li buio, la chiarezza del Sole e la confusione primordiale.
Per creare un’opera bisogna avere un approccio olistico, mettersi in gioco, immedesimarsi completamente ed emotivamente, poi distaccarsi per capire cosa si è fatto, avere il coraggio di definire, di fare delle scelte, e poi donarlo al mondo, se si vuole!
Mi ritrovo molto quando dici che vivere totalmente l’attimo è assaporare l’eterno e che in fin dei conti abbiamo solo l’istante. Quanto di questo pensiero influisce sulla tua scrittura dei brani?
Sembra assurdo dire che l’eterno è solo un attimo se ci pensi, se pensi all’eterno come la somma di ogni singolo giorno della vita che è un continuo cambiamento, quindi intuitivamente l’eterno dovrebbe essere l’insieme di tutti i momenti!
Però l’eterno non è la somma di momenti, bensì è qualcosa che sta oltre il momento, che rimane uguale a se stesso, anche dopo miliardi di anni, che c’era prima e ci sarà dopo, che sta oltre lo spaziotempo come direbbe un fisico.
Attraverso la percezione precisa del momento, attraverso l’ascolto ti rendi conto di essere il testimone di questo momento, e lì ti ricolleghi alla tua consapevolezza, che è eterna, ed è lo strumento più potente che abbiamo, è una sorgente infinita di energia!
Fare musica bene non è tanto diverso da condurre una vita consapevole.Ho più volte constatato quanto la buona riuscita di un progetto sia direttamente collegata al benessere e alla forza d’animo di chi lo porta avanti. E questo penso si possa applicare ad ogni progetto di vita, non solo musicale.
“Inseparabili” parla di quello che è l’amore vero, secondo il mio punto di vista: l’amore cosmico. Si parte dal fisico per arrivare a una completa unione di corpi, menti e anime. Io credo fermamente che tutti siamo tutto, e guardando il mondo là fuori, con leader che soggiogano i popoli con il terrore mediatico del diverso, credi sia necessario parlare di unità e amore senza limiti, proprio come fosse una missione, o semplicemente ne parli senza considerare anche questo lato più “politico”?
Sicuramente la prendo come missione, ma mi sento solo un tramite di molti concetti e intuizioni che vengono tramandati da anni e anni! Mi basta citare la canzone “Tutto l’universo obbedisce all’amore”! Tutto è amore, l’amore è creazione pura, è l’attributo principale della consapevolezza. Distruggere senza motivo, quello può essere considerato l’esatto opposto.
A volte l’amore distrugge, ti fa passare attraverso diversi sconvolgimenti per sradicare delle vecchie abitudini dannose, ma dopo poco l’effetto positivo si sente.
Il mondo può essere orribile là fuori, dominato da impulsi a distruggere e a far soffrire senza motivo, non so che dire..
Questo è stato descritto come “corpo di dolore” da Eckhart Tolle.
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